Bankitalia, debito pubblico sale a marzo a 3.034 miliardi

(ANSA) – ROMA, 15 MAG – Il debito pubblico italiano tocca un nuovo record a marzo: è aumentato di 9,5 miliardi rispetto al mese precedente, salendo a 3.033,9 miliardi. Lo rende noto Bankitalia precisando che il fabbisogno delle amministrazioni pubbliche (23,7 miliardi) ha più che compensato la riduzione delle disponibilità liquide del Tesoro (13,9 miliardi, a 62,2) e l’effetto degli scarti e dei premi all’emissione e al rimborso, della rivalutazione dei titoli indicizzati all’inflazione e della variazione dei tassi di cambio (-0,2 miliardi).
Con riferimento alla ripartizione per sottosettori, il debito delle amministrazioni centrali è aumentato di 9,6 miliardi, mentre quello delle amministrazioni locali è diminuito di 0,1 miliardi, sottolinea la Banca d’Italia. Il debito degli enti di previdenza è rimasto invece sostanzialmente stabile. La vita media residua del debito – immutata rispetto al mese precedente – è risultata pari a 7,9 anni.
La quota del debito detenuta dalla Banca d’Italia è diminuita al 20,5 per cento (dal 20,8 del mese precedente). A febbraio (ultimo mese per cui questo dato è disponibile) la percentuale del debito detenuta dai non residenti è aumentata al 31,9 per cento (dal 31,4 dello scorso gennaio), mentre quella detenuta dagli altri residenti (principalmente famiglie e imprese non finanziarie) è aumentata al 14,3 per cento (dal 14,2 del mese precedente).
Bankitalia, entrate tributarie +2,8% a marzo a 38,1 miliardi
(ANSA) – ROMA, 15 MAG – A marzo le entrate tributarie contabilizzate nel bilancio dello Stato sono state pari a 38,1 miliardi, in aumento del 2,8 per cento (1,0 miliardo) rispetto al corrispondente mese del 2024. Lo rende noto Bankitalia nella pubblicazione statistica “Finanza pubblica: fabbisogno e debito”. Nei primi tre mesi del 2025 le entrate tributarie sono state pari a 128,1 miliardi, in aumento del 4,2 per cento (5,1 miliardi) rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.
Il virus continua a diffondersi e all’orizzonte non ci sono segni che lascino intravvedere, non dico una riduzione, ma almeno una sua stabilizzazione.
In un contesto economico recessivo, quale quello attuale, un aumento del debito pubblico è del tutto normale e fisiologico.
Il punto è che in Italia, anche quando è in atto una congiuntura economica espansiva, il debito pubblico tende ad aumentare, magari a tassi decrescenti, ma aumenta sempre.
Il perché è altrettanto noto: la bassa crescita, ormai cronica, e politiche economiche volte a far sorgere il sole dove desidera il proprio elettorato con tanto di proclami al seguito sono i motivi più evidenti dello sfascio dei conti pubblici,
A questo bisogna aggiungere una scarsa alfabetizzazione economica/finanziaria e una pletora di giornalisti a gettone volti anche loro a far sorgere il sole dove desiderano i propri lettori.
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Maastricht 1992, criteri di convergenza per l’adesione degli Stati all’Unione Monetaria Europea: rapporto deficit/Pil<3%; rapporto debito pubblico/Pil<60%. Parametri mai rispettati dal nostro Paese (Italia e Belgio sono entrati nell’€ in deroga). Requisiti troppo severi per noi del Sud Europa o incapacità della politica a spendere “bene” le risorse? Di sicuro se al ministero del Tesoro in questi ultimi 30 anni c’era la famosa casalinga di Voghera il debito pubblico non sarebbe quello che oggi è!
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