(di Michele Serra – repubblica.it) – La natura fetida delle fake news riflette l’anima nera dei loro artefici, che di mestiere avvelenano i pozzi ai quali si abbevera la parte meno protetta, meno privilegiata dell’opinione pubblica. Frodano e ingannano i deboli, quelli che non hanno i mezzi culturali e spesso nemmeno quelli economici per verificare le notizie. Insomma proprio quel “popolo” al quale così spesso si appellano gli imbroglioni di ogni ordine e grado.

Ancora più grave è quando, per loro comodità polemica, persone che hanno una responsabilità pubblica, e un pulpito ben piazzato dal quale parlare, adottano e rilanciano un falso, come hanno fatto la portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, e alcuni esponenti dell’estrema destra francese. Che hanno commentato come se fosse vera la fake su Macron che maneggia cocaina durante il viaggio in treno a Kiev dei cosiddetti “volenterosi”.

Zakharova è una ballista seriale e la propaganda russa ha la stessa attendibilità di quella che ogni dittatura, da sempre, spaccia per “informazione”. Ma perfino in quella lotta senza esclusione di colpi che è la propaganda, un uso così sconcio della diffamazione copre di vergogna chi lo pratica. Nella certezza che né Zakharova né i fascisti francesi si scuseranno con Macron, e più ancora con l’opinione pubblica che hanno truffato, si prende atto di una novità importante: l’Eliseo non ha fatto finta di niente, come si usa in questi casi per non sporcarsi le mani con il fango. Ha appallottolato quel fango e l’ha rilanciato al mittente, con un video semplice e molto efficace. Di tutte le guerre in corso, quella contro i bugiardi è l’unica che non merita tregua.