(di Luca De Carolis – ilfattoquotidiano.it) – L’alleanza possibile con il Pd a Roma divide i Cinque Stelle su un palco in un torrido sabato romano, già due anni prima delle urne. Invece l’idea delle destre di stroncare i ballottaggi nelle Comunali, regalando la vittoria al candidato che prenda più del 40%, preoccupa alcuni e fa sorridere altri. E anche in questo caso la Capitale c’entra, “perché l’eliminazione del secondo turno ci renderebbe più forti ai tavoli per le amministrative anche nel Lazio, dove ora spesso ci prendono alla leggera” sostiene Carlo Colizza, coordinatore regionale del M5S. Colizza lo teorizza durante “Roma partecipa”, evento dei 5 Stelle capitolini per un punto politico con lo sguardo già rivolto alle urne del 2027 (in teoria, accorpabili alle Politiche). Sul palco al Testaccio, il consigliere comunale Paolo Ferrara e l’ex sindaca Virginia Raggi sostengono verità opposte sul rapporto con i dem in città, dove il M5S è tuttora all’opposizione. Perché Ferrara apre: “La Costituente ci ha definito progressisti indipendenti, quindi ora siamo collocati in una casa politica, e con gli altri che la abitano dobbiamo parlare, sostenendo i nostri valori”. E gli altri sarebbero innanzitutto i dem, quindi anche il sindaco Roberto Gualtieri. Ma Raggi ha altre idee: “Sento parlare di casa, ma il punto è se parli la stessa lingua con chi discute di pace ma vota il riarmo e che parla di ambiente però costruisce l’inceneritore”. E l’affondo è tutto per Gualtieri e l’impianto che vuole realizzare in località Santa Palomba, più volte scomunicato anche da Conte. “Il nostro obiettivo non può essere un’altra consiliatura, insomma sopravvivere: il tema è cosa fare per la gente che non arriva alla fine del mese” insiste Raggi, davanti alla capogruppo in Campidoglio Linda Meleo e alla vicepresidente Paola Taverna. Il consigliere regionale Adriano Zuccalà si mostra aperturista. Ma sotto il palco si ragiona sul ddl sui ballottaggi presentato in Senato. “Se venisse approvato, non potremmo apparentarci al secondo turno con Gualtieri, e cambierebbe tutto” è l’osservazione diffusa. Ovvero, per i 5 Stelle salterebbe una via d’uscita politica. In serata, arriva Giuseppe Conte. Annuncia che nel quesito referendario sulla cittadinanza voterà sì (“ma lasciamo libertà di coscienza”) e che “presto gli iscritti voteranno per completare il processo costituente”. Ergo, in settimana convocherà il Consiglio nazionale e l’assemblea congiunta, per autorizzare il terzo mandato.