(Tommaso Merlo) – Il Papa e la Chiesa sono ormai ai margini della storia e vengono usati dai politicanti giusto per farsi un’immagine da brave persone e per mettersi a posto la coscienza. Poi tornano nei loro palazzi a scatenare le loro guerre. Che la Chiesa scompaia non è un dramma, l’importante è che non si trascini nella tomba anche gli insegnamenti di un maestro dell’umanità come Gesù. Che a prescindere da chi fosse o meno, ha insegnato delle cose che dopo due millenni sono ancora attualissime e salvifiche oltre che irraggiungibili dai più, tipo “porgere l’altra guancia”. La missione della Chiesa era portare la parola di Gesù nel mondo, ma il treno è deragliato da mo’ e cambiando il macchinista non si risolve nulla. I fedeli sono sempre più rari come le vocazioni e gran parte dei popoli di paesi cosiddetti cristiani in chiesa non ci vanno più neanche a Natale. Alcuni si fanno vivi giusto quando si avvicina la dipartita che non si sa mai, mentre perfino matrimoni e funerali li celebrano in giardino piuttosto. Ma ad essere in crisi non è la spiritualità, è la religione e quindi le chiese che le rappresentano. Non sono cambiate le grandi domande senza risposta sul mistero della vita e nemmeno le paure e l’esigenza di andare oltre i propri limitati sensi e quella testa mai doma. Ma le persone si sono sempre più emancipate ed atomizzate ed oggi si rapportano col divino in maniera sempre più libera ed olistica e non amano le intermediazioni. Molte altre invece, tra Dio e la ricchezza scelgono la seconda e come diceva Gesù non si possono servire due padroni. Viviamo una deriva materiale senza precedenti e la Chiesa non è riuscita a tenere il passo, certe liturgie sembrano davvero fuori dal mondo e certe parole invece di trasmettere il messaggio cristiano lo complicano, lo allontanano. E questo è un peccato perché ce ne sarebbe un dannato bisogno. Ormai scoppia una guerra al giorno e perfino nella vecchia Europa martoriata da secoli di guerre intestine, è ripreso il riarmo in vista della terza guerra mondiale. Una bestemmia epocale da parte di classi dirigenti che hanno pure il coraggio di definirsi cristiane e non perdono occasione per baciare l’anello papale. La Chiesa viene usata per costruirsi una identità personale e politica, diventano bigotti quando conviene tipo sotto elezioni, paladini delle famiglie tradizionali altrui e di valori che loro calpestano per primi. Si scambiano il segno della pace e poi scatenano guerre. Presunti cristiani che non solo non fanno quello che dice il loro messia, ma nemmeno hanno capito cosa intendesse ad esempio col mitico “porgi l’altra guancia”. Che non è altro che una mossa intelligente, perché non ti abbassa al livello del tuo aggressore rovinandoti la vita da solo, un invito a controllare la tua reazione per non finire in una guerra che è distruttiva per tutti. Ma per riuscire a porgere l’altra guancia, bisogna volare alto vincendo il male e il dolore dentro di noi, fino a riuscire a perdonare e girare pagina, fino ad amare quei presunti nemici e far prevalere la pace che è il bene supremo per se stessi e per il mondo. Porgere l’altra guancia è una mossa compassionevole ma prima di tutto verso se stessi e il mondo perché è l’aggressore che se la deve vedere col male fatto e la giustizia terrena e’ una pia illusione. Il male ferisce chi lo compie e quello che subiamo noi non è altro che una grande opportunità per apprendere e crescere. Porgere l’altra guancia non è debolezza ma forza, ma vera forza che è interiore. Una mossa salvifica che si compie in modo del tutto naturale quando si evolve oltre il proprio misero ego, quando si smette di illudersi di essere al centro dell’universo, di essere quello che si appare, di essere importanti e perfino eterni e si comprende che non esiste ragione al mondo per guerreggiare con un altro essere umano. Ma porgere l’altra guancia non significa affatto rassegnarsi o arrendersi. Gesù era un combattente, era un guerriero che ha sfidato le classi dirigenti del suo tempo come nessuno. Arrivando a proferire parole durissime. Ma la sua era una battaglia civile e mai contro le persone e quindi priva di odio, una battaglia civile contro il sistema, contro le ipocrisie, contro le miopie dei reggenti della sua era. Gesù ripudiava la violenza e quindi la guerra, ma lottava per migliore il mondo in cui viveva con la forza del suo esempio e con quella delle sue parole che dopo oltre due millenni sono ancora attualissime e salvifiche. Perché è ancora pieno di scribi e farisei e perfino di erodi sanguinari, è pieno di sepolcri imbiancati e anche di bigotti che fanno il contrario di quello che ha insegnato Gesù. Con la religione usata per fasulle identità politiche e per dividere le masse e con la Chiesa avvitata in una crisi storica probabilmente irreversibile. Ma nessun dramma, l’importante è che non si trascini nella tomba gli insegnamenti di un maestro dell’umanità come Gesù. E nel frattempo, visto che scoppia una guerra al giorno, gioverebbe una fumata arcobaleno, con un Papa che riprenda la via pacifista tracciata da Francesco.