(Tommaso Merlo) – Se ti opponi al genocidio è un problema, se ti schieri con chi lo compie invece no. Siamo ridotti così in Occidente. Che si tratti di un genocidio non lo dicono attivisti scalmanati, ma istituzioni internazionali ed esperti di ogni dove. A Gaza siamo al punto che i bambini vengono fatti morire di fame. Un orrore infinito. Eppure chiunque osi ribellarsi viene etichettano come antisemita e schierato dalla parte dei terroristi islamici. Una manipolazione sionista della realtà ormai grottesca ma che ancora domina il dibattito pubblico occidentale. Un genocidio anche dell’onestà intellettuale e della libertà di pensiero. Tutta colpa della deriva lobbistica che ha infettato le democrazie occidentali. Gruppi di potere che da dietro le quinte piazzano loro adepti nei posti chiave e fanno pressione per piegare la politica e l’informazione alla loro agenda. Vale per il progetto coloniale israeliano come per la lobby della plastica o quella della guerra. Una deriva aggravata dal vile conformismo che è essenziale per emergere in un sistema. Ai piani alti sono tutti sionisti grazie ad una lobby che lavora da decenni dietro le quinte per controllare la narrazione su quanto succede in Palestina. Lo fa come parte della sua strategia, per far prevalere la propaganda che serve ad Israele a completare l’occupazione nella piena impunità e senza perdere il supporto politico e militare occidentale. Siamo arrivati addirittura al punto che politicanti e media mainstream parteggiano per quel macellaio di Netanyahu rinnegando istituzioni come l’ONU su cui si fonda la comunità internazionale a matrice occidentale. Davvero impressionante. Il sionismo domina e chiunque osi ribellarsi è marchiato come antisemita. Una grottesca manipolazione propagandistica che va però estirpata alla radice. Essere antisemiti significa avere un pregiudizio negativo sugli ebrei come categoria e questo non ha nessun senso. Siamo unici, le categorie vanno bene per le barzellette e per i dittatori. Servono a deumanizzare i nemici che non sono più persone ma una categoria odiosa e pericolosa da sterminare. Ieri è valso paradossalmente per gli ebrei oggi per i palestinesi additati tutti come terroristi. Ma ogni guerra ha le sue categorie che sono invenzioni mentali che si reggono su stereotipi, generalizzazioni e quindi superficialità ed ignoranza. Basti pensare agli italiani “brava gente” che sono gli stessi che hanno gasato gli etiopi o che fanno scorrere sangue tra faide mafiose o ignorano le stragi nel Mediterraneo per citare solo alcune chicche. E paradossalmente questo vale ancora di più per gli ebrei che sono una comunità sparsa per il mondo e con mille sfaccettature. Si passa dagli ebrei libertari californiani ai coloni biblicamente invasati, dagli intellettuali atei agli zucconi bigotti e tra questi ci sono i sionisti e quelli che invece ripudiano Israele. Si passa dai soldati israeliani che si son fatti i selfie tra i cadaveri di Gaza a quelli che scesi in piazza per gridare “no” a quelle indegne porcherie fatte in loro nome in molte capitali occidentali. Senza parlare della miriade di diaspore ebraiche che hanno assorbito la cultura dei paesi che li hanno accolte nelle diverse fasi storiche. Gran parte degli ebrei non hanno nulla a che fare o addirittura detestano sia il sionismo che Israele. Gli ebrei non sono una categoria compatta su cui si possa avere una opinione. Sono una miriade di individualità, di sensibilità, di storie e di comunità. L’antisemitismo non ha nessun senso come non lo ha la discriminazione in generale verso qualunque categoria. Nessuno nega che vi sia una esigua minoranza di ignoranti incattiviti che odiano gli ebrei, ma è la stessa minoranza che odia i neri o i musulmani o chissà chi. La semplice verità è che l’antisemitismo non è altro che una delle armi usate dal sionismo per manipolare il dibattito pubblico e portare avanti il suo progetto coloniale nella totale impunità. Una strategia propagandistica diabolica e di successo grazie al senso di colpa occidentale sull’olocausto, non certo per caso ricordato come se fosse l’unico al mondo. Lobbismo e conformismo hanno poi fatto il resto, col grottesco paradosso che oggi sono più sionisti i politicanti e i giornalisti occidentali mainstream che molti ebrei che conoscono la semplice verità. E cioè che il sionismo è una ideologia fanatica che dovrebbe essere bandita come quelle del secolo scorso, l’attuale governo israeliano è una vergogna dell’umanità che sta commettendo a Gaza porcherie inimmaginabili. Una storia iniziata nel 1948 che per colpa del sionismo non ha mai trovato una soluzione pacifica e democratica e mai la troverà, sono decenni che prendono il mondo per fondelli. E anche i movimenti islamici estremisti altrettanto deprecabili sorti in tutta la regione, sono una conseguenza alle violenze e alle ingiustizie perpetrate. Il sionismo è il principale ostacolo alla pace in Medioriente e paradossalmente anche alla sopravvivenza di Israele. Al punto che potrebbero essere gli stessi israeliani ad estirpare tale delirante ideologia. Le prime avvisaglie di guerra civile ci sono già, ma la situazione detonerà quando capiranno che è la loro unica salvezza.