(Tommaso Merlo) – Che i più ricchi siano anche i migliori, è una delle tante menzogne del capitalismo. Si nota soprattutto in politica dove servono sensibilità e capacità addirittura opposte a quelle degli affari. Verità confermate dai disastri compiuti dalla tragicomica oligarchia trumpiana. In soli tre mesi ha messo in ginocchio l’economia americana, scatenato una crisi costituzionale, generato proteste sociali senza precedenti ed incrinato gli equilibri globali dilapidando il suo patrimonio di consensi. Davvero un disastro impressionante sia per entità che tempistiche. L’altra volta Trump se l’era cavata grazie a qualche repubblicano di peso che lo aveva tenuto a bada, questa volta si è circondato da mediocri leccapiedi e fanatici religiosi che lo venerano come un profeta. Trump è poi tornato al potere col dente avvelenato, è convinto che i democratici abbiano tentato di farlo fuori e cerca platealmente vendetta. È poi anche più anziano, appena si siede dormicchia ed essendo meno lucido e presente, il suo ego tossico trova immense praterie narcisistiche. Ma c’è di più. Trump è un affarista, un tizio che per tutta la vita si è fatto gli affari propri anche fregando il prossimo se necessario. Ha investito il suo tempo e le sue energie per accumulare soldi e roba nonché prestigio e visibilità. Un percorso materiale e quindi superficiale fatto di “deal”, di legge del più forte, di soluzioni sbrigative, di numeri e di immagine. Fatto di interessi privati, non pubblici. Ma uno stato non è un’azienda, un governo non è un CDA, la società non è un mercato, gli altri paesi non sono imprese concorrenti e chi la pensa diversamente non sono cattivi clienti. In politica ad un certo punto deve finire il marketing o meglio la propaganda e deve iniziare il ragionamento e il senso di responsabilità, deve finire l’egoismo lasciando spazio all’altruismo e al bene comune. Trump governa invece gli Stati Uniti come fosse ancora tra i suoi hotel e centri golfistici extralusso, a colpi di ordini esecutivi, di post sui social e di continue deliranti esternazioni, col cappellino della sua fanatica curva in testa e con riunioni governative a favore di telecamere che manco Kim Jong-un. Molti americani lo hanno votato perché ricco e quindi considerato capace soprattutto in economia e in grado di far diventare tutti un pò più ricchi. Un voto egoistico come la politica che ha prodotto e una delle tante menzogne del capitalismo. A diventare più ricco è giusto Trump mentre l’economia è crollata insieme ai sondaggi che certificano la fregatura. Un classico con Musk come rara eccezione che conferma la regola in quanto oligarca che con la politica si è impoverito. Davvero geniale. Trump lo ha ingaggiato perché uomo più ricco del mondo nonché principale sponsor della sua rielezione. Voleva che Musk trattasse il governo americano come Twitter decimando staff e costi. Detto e fatto, Musk è entrato alla Casa Bianca col lavandino in mano ma in soli tre mesi è passato dall’essere considerato un semidio soprattutto nel mondo del complottismo nero, a muskalzone da grande parte degli americani e non solo. Precipitato peggio delle azioni Tesla, più detestato di Trump. Davvero impressionante al punto che pare stia tornando sui suoi passi. Lo stato sociale americano è del resto già striminzito, che un miliardario si metta a smantellarlo distruggendo servizi pubblici e facendo finire per strada poveri cristi e gente comune, è uno suicidio scontato. Ad aggravare il tutto deliri complottistici rivelatasi scemenze, risultati molto deludenti ed errori clamorosi che hanno costretto il fantomatico Doge a fare più retromarce di Trump. Davvero impressionante ma anche istruttivo. In politica servono capacità e sensibilità addirittura opposte a quelle degli affari. Serve empatia e capacità di ascolto, servono valori e visione altruistici, serve cultura e rispetto delle istituzioni. Serve disinteressato impegno per il bene comune e non solo della propria fazione. Già, che i più ricchi siano anche i migliori e che votandoli lo diventiamo tutti, sono tra le tante menzogne del capitalismo. A confermarlo sono i disastri compiuti dalla tragicomica oligarchia trumpiana.