(Gioacchino Musumeci) – Due parlamentari pentastellati unitamente ai rappresentanti degli altri partiti politici hanno votato per il ripristino del vitalizio allo stinco di santo Di Lorenzo. Non avevo commentato ma un post di Cristian Casili mi ha spinto a dire due parole. Penso sia sempre meglio riconoscere un errore senza cercare argomenti per edulcorarlo.

Casili scrive sulla sua pagina facebook: “ Un errore veniale. Un diverso atteggiamento non avrebbe cambiato nulla, non era previsto un voto vero e proprio e, comunque, sarebbero stati in minoranza, non conoscevano l’identità del fruitore del vitalizio, era un atto dovuto, era preceduto dalla sentenza di un giudice che aveva disposto la riabilitazione del percettore.

Potevano non partecipare alla cosa, ma questo fa diventare il tutto, più che un errore, una leggerezza…Ciò che mi fa imbestialire su questa vicenda- aggiunge Casili- è l’opera di sciacallaggio portata avanti da gente che fa parte di partiti pieni di indagati… compiuto anche dal solito Toninelli, che dorme finché non giunge una notizia che lo ponga a gridare contro Giuseppe Conte e il Movimento.”

Prima osservazione: l’errore non è sicuramente tragico ma bisognerebbe apprendere da Giuseppe Conte come gestire gli strafalcioni, siano essi grandi o piccoli. Il presidente non ha cercato scuse né credo di aver letto che abbia attribuito all’errore carattere veniale perché il lavoro del parlamentare pentastellato consiste proprio nel non cadere in certe leggerezze. E in questo senso le parole di Conte suonano nitidamente: “quando si tratta di vitalizi bisogna rizzare le antenne…” Il presidente non ha parlato di atto dovuto perché sa perfettamente che Il vitalizio non è un istituto contemplato in Costituzione e il Movimento si è sempre battuto per tagliarlo, ergo il parere favorevole di due pentastellati è una doccia fredda; ma più di tutto offre argomenti agli sciacalli.

Dunque sostenere che non sarebbe cambiato niente seppure i pentastellati avessero espresso parere sfavorevole è una toppa peggiore del buco perché si, non sarebbe cambiato nulla per Di Lorenzo ma sarebbe cambiato tutto per i due pentastellati che coerentemente con l’orientamento del Movimento si sarebbero distinti e nessun sciacallo avrebbe avuto da ululare.

In questo caso invece lo spunto per lo sciacallaggio è stato offerto su un vassoio d’argento.

Come sostenevo sopra non muore nessuno per l’inciampo ma ragazzi, SVEGLIA! Attualmente si fatica moltissimo per ripristinare il consenso perduto e non sono consentite “leggerezze” o errori marchiani. Lo dico amichevolmente sottolineando il fatto che leggerezze commesse dai partiti “ pieni di indagati” poi tradotte in privilegi sono sempre state oggetto di asprissime critiche dei parlamentari ed elettori del Movimento. A nulla serve sostenere che si trattasse di atto dovuto perché anche la riabilitazione dell’ex ministro Di Lorenzo non comporta obblighi a carico del parlamentare che deve esprimere un parere sul vitalizio.

A parte questa nota, lo sciacallaggio di Toninelli è un elemento folkloristico che conferma quanto già si sapeva da molto tempo. Trattasi di poraccio, una reliquia del trapassato grillismo su cui evitare qualsiasi perdita di tempo.

Ciò detto è imperativo guardare avanti, c’è solo da rimboccarsi le maniche e lavorare per i programmi del Movimento.