(Tommaso Merlo) – Lo scandalo non è che i reggenti abbiano snobbato Francesco, è che non capiscono come l’unica via per evitare l’autodistruzione dell’umanità sia quella suggerita dal defunto pontefice. La via della pace e della cooperazione tra i popoli. Non è una questione cristiana, gli sciamani sudamericani o i monaci tibetani la pensano allo stesso modo. E non è nemmeno una questione religiosa, ma piuttosto di intelligenza e di consapevolezza di come la guerra sia un folle suicidio collettivo e di come solo cooperando possiamo trovare soluzioni ai mali del mondo. I reggenti dovrebbero essere i più onesti anche intellettualmente ed invece si presenteranno a San Pietro con la loro faccia da funerale mentre dietro le quinte guerreggiano, si riarmano in vista della terza guerra mondiale, ignorano genocidi per convenienza politica e deportano. I reggenti dovrebbero essere i più lungimiranti ed invece sono intenti a ripetere le solite deleterie dinamiche riportandoci indietro di un secolo. Dinamiche che portano i popoli a sterminarsi a vicenda per qualche confine mentale, per qualche fasulla identità, per qualche nemico e minaccia immaginaria o creata ad arte dal redditizio business della morte e della distruzione. Dinamiche che portano i popoli a chiudersi e combattersi invece che aprirsi e collaborare. In quanto tutti uguali e degni, in quanto in fondo con le stesse sfide che solo insieme possiamo vincere. I reggenti dovrebbero essere i più saggi ed invece agiscono come se fossero eterni e come se sapessero tutto. Peccato che siamo di fugace passaggio su questo pianeta e che nessuno sa nulla, nemmeno cosa sia sta vita. Non sappiamo da dove veniamo e dove finiremo. Ci sono tante credenze ma nessuna certezza tranne che il modo più intelligente per spendere gli anni che ci sono concessi, è amando e non odiando. Non una questione cristiana e nemmeno religiosa, non una questione morale ma di intelligenza e consapevolezza. Perché è dando che si riceve. Perché è la pace il bene più prezioso dentro di noi come nel mondo. Perché l’amore è l’unica cosa che dona senso alla nostra vita e che ci lasciamo alle spalle. Soli e nudi compariamo e allo stesso modo scompariamo, spendere tempo ed energie per sterminare i nostri compagni di viaggio su questa palla spersa nell’universo, è pura follia. È ignoranza della propria esperienza di vita e del contesto generale in cui si svolge. È ego che schiaccia l’anima riducendoci ad una vita farcita di meschine illusioni materiali. Ma se funzionasse, se il mondo fosse in salute e le persone felici, ci sarebbe da stare zitti e seguire con fiducia i nostri reggenti. Ma visto i livelli spaventosi di autodistruzione interiore e planetaria in corso, sarebbe ora di dare retta a persone illuminate come Francesco invece che a certi politicanti da strapazzo. Ripudiando la guerra e cooperando con gli altri popoli. Nel mondo povero sfornano molti figli, nel mondo ricco abbiamo invece smesso sia di procreare che di fare certi lavoracci. Una situazione vantaggiosa per tutti anche perché molti scappano da conflitti e miseria causati da noi presunti ricchi e moralmente superiori. Una occasione storica che i reggenti dovrebbero cogliere al volo e gestire con pragmatismo, ma dato che si tratta di un cambiamento epocale che fa comprensibilmente paura alle masse e dato che la paura rende voti, siamo ripiombati nel razzismo, nei muri e nelle deportazioni. Francesco predicava di posare le armi e di abbracciare quegli esseri umani in difficoltà, esseri non solo come noi ma impegnati ad affrontare in fondo sfide comuni e che solo insieme possiamo vincere. Non una questione cristiana e nemmeno religiosa, ma di intelligenza e consapevolezza che genera un realistico buonsenso. Anima e non ego. Un via di pace e cooperazione tra i popoli sempre più urgente. Eppure Francesco predicava al vento coi reggenti non hanno smesso un giorno di guerreggiare, di preparare la terza guerra mondiale, di ignorare genocidi per convenienza politica e deportare. Ma il vero scandalo non è che i reggenti abbiano snobbato Francesco, è che non capiscono come l’unica via per evitare l’autodistruzione dell’umanità sia quella suggerita dal defunto pontefice.