(Tommaso Merlo) – Lo hanno sempre ignorato ed oggi piagnucolano. Per anni sono andati dal pontefice a farsi selfie e una volta tornati in ufficio hanno ripreso ad ordinare missili e guerreggiare. Francesco è stato il Papa della pace prima di tutto. L’unico grande protagonista del nostro tempo a sostenerla senza esitazioni e fino al suo ultimo messaggio pasquale. No al riamo e sì all’umanità. Francesco ha sempre invocato la fine delle ostilità in Ucraina come in tutto il mondo ed ha chiesto di indagare sul genocidio a Gaza. L’unico. Attorniato da giuda politici nascosti dietro a vergognosi silenzi o addirittura schierati coi carnefici e che oggi spingono per il riarmo continentale. Non resta che attenderli tutti al funerale, schierati nelle prime file col volto addolorato. Chissà quanti giuda proveranno rimorsi e quanti invece sperano cinicamente in un pontefice guerrafondaio coerente coi tempi che corrono. Ma Papa Francesco era pacifista perché un vero cristiano in realtà non ha alternative. Seguiva coerentemente gli insegnamenti di Gesù e l’ultimo incontro strappato dal coriaceo vicepresidente americano è davvero una coincidenza da brividi. Francesco soleva chiamare la parrocchia di Gaza. Piccoli gesti che hanno contraddistinto il suo pontificato. Non era un teologo e nemmeno uno statista, non si perdeva in discorsi astrusi ma usava parole semplici e lasciava che fosse il suo esempio a parlare per lui. Una brava persona che la Provvidenza sembrava aver messo quasi per caso ai vertici del Vaticano, al punto che all’inizio molti sparlarono di una operazione di marketing, per ridare un volto umano ad una Chiesa in profonda crisi dopo decenni di scandali e fedeli in fuga. Ma fatto sta che una volta arrivato sul tetto del mondo, Francesco non si è fatto corrompere dal potere. Ha rifiutato il lusso vaticano preferendo una inedita sobrietà e si è sempre comportato con genuinità ed umiltà. Dal primo “buon pranzo”, fino all’ultimo “buona Pasqua”. Papa Francesco era gentile e bonario ma non era affatto un debole, anzi. Era politicamente coraggioso. Si è schierato apertamente dalla parte dei migranti in un periodo in cui i giuda politici alzano muri e deportano in massa. Storico il suo viaggio al campo profughi dell’isola di Lesbo ma anche a Lampedusa dove invitava ad accogliere quei fratelli e quelle sorelle in fuga dall’inferno. Coraggio che gli è valso il disprezzo dei “cristiani a chiacchiere” che amano solo i fratelli col loro stesso colore della pelle. Francesco era discendente di migranti piemontesi ma soprattutto aveva un profilo internazionale e una mentalità aperta. Da prete di strada e cittadino del mondo. Venne etichettato come unico vero uomo di sinistra sulla scena ma in realtà non faceva che seguire la parola di Gesù, amando il prossimo a partire dagli ultimi. Si è preso cura dei senzatetto della sua diocesi romana e si è speso per i poveri e gli ammalati e i prigionieri del mondo intero. Denunciando l’ingiustizia sociale, i soprusi, l’indifferenza e quella sottocultura consumista che sta causando la distruzione del pianeta. Parole dette in un silenzio assordante e senza paura di dare fastidio. Parole veritiere in un mare di conformismo e ipocrisia. Francesco ha anche fatto aperture sulle donne nella chiesa e sui diritti civili schierandosi sempre con le minoranze. E per questo era odiato dei bigotti che sgambettano nei corridoi vaticani. A fronde della chiesa Francesco non è mai piacito e molte ribellioni sono state censurate a fatica. Ci saranno anche loro al funerale, vicino ai giuda politici, tra le prime file e col volto addolorato. In fondo si stiperà invece il popolo che ha sempre amato il Papa argentino. Gente comune, cristiani a fatti e fragili. Persone a cui il Papa ha toccato il cuore con la sua grazia, con la sua umiltà e con la sua semplicità. Francesco era amato dal popolo perché da esso proveniva e con esso ha voluto restare fino all’ultimo giorno. Al servizio dei fratelli e delle sorelle, da vero cristiano. Una persona davvero buona e bella ed un Papa che non ha riformato la Chiesa ma ha indicato l’unica via per tentare di salvarla.