La premier sente il cancelliere tedesco Merz e prova ad aggirare i dubbi di Macron e Sanchez. “In Italia più margini di riuscita”

(di Lorenzo De Cicco – repubblica.it) – Si sente con Merz. Teme un trappolone di Macron e Sanchez. Aspetta di capire da che lato si schiererà alla fine von der Leyen. Dopo il doppio bilaterale Italia-Usa, prima con Trump alla Casa bianca, poi con Vance a Palazzo Chigi, la sosta pasquale di Giorgia Meloni è ombreggiata da un timore: qualcuno in Europa proverà sul serio ad affossare il vertice di Roma?
È stata l’unica concessione vera strappata dalla premier a Washington. Trump ha accettato l’invito nel Belpaese, in una data ancora da fissare, e soprattutto si è detto disponibile a «considerare» l’opportunità di incontrare, qui nell’Urbe, l’Unione europea, che finora con l’amministrazione degli Stati Uniti ha rapporti tormentati, quando non inesistenti. Seppur in coda, l’impegno sulla trasferta nella Capitale, magari allargato all’Ue, è stato inserito nel comunicato congiunto firmato dai due governi. Per Meloni è un primo passo. La macchina di Palazzo Chigi si è messa in moto e, come confermava ieri su queste colonne il sottosegretario Giovanbattista Fazzolari, l’obiettivo è organizzare il summit Ue-Usa per maggio, molto prima del vertice Nato di fine giugno.
Meloni non pensa a un trilaterale con Trump e Ursula von der Leyen. O almeno, non è questo il “piano A”. Vorrebbe che a Roma atterrassero anche i leader dei 27, una conferenza in grande stile. Ma deve fare i conti con la ritrosia di un blocco nutrito di alleati europei, che da 24 ore fanno trapelare segnali foschi, ufficiosamente: il summit? Meglio farlo a Bruxelles. La richiesta del cambio di sede irrita il governo italiano, convinto di avere fatto ogni sforzo per favorire il negoziato tra le due sponde dell’Atlantico, sui dazi, ma anche sull’Ucraina. Intorno a Meloni – così riferisce un ministro di primo piano – il sospetto è che a ostacolare il summit siano soprattutto alcuni Paesi, «infastiditi» dall’azione italiana. La Francia di Emmanuel Macron. Ma anche la Spagna di Pedro Sanchez, che dialoga con la Cina, proprio mentre Trump chiede agli europei di tagliare gli affari con il Dragone.
Temendo queste resistenze, Meloni prova a giocare d’anticipo. Dopo la visita alla Casa bianca, raccontano fonti governative, ha sentito di nuovo Friedrich Merz. Non è ancora chiaro se il cancelliere tedesco in pectore appoggerà la richiesta italiana del vertice a Roma, ma il dialogo con Chigi è ben oliato, anche grazie agli uffici di Antonio Tajani, gemellato con il leader di Berlino nel Ppe.
Probabile che Meloni intervenga di nuovo sull’argomento mercoledì in Senato, al “premier time” in cui l’opposizione la incalzerà anche sul contratto per i satelliti di Musk, prima di imbarcarsi, venerdì, per una missione in Uzbekistan e Kazakhstan.
Perché il vertice di Roma abbia chance, decisive saranno le mosse di von der Leyen, che dovrà decidere se assecondare le cancellerie che premono per spostare il summit a Bruxelles, anche per non sconfessare simbolicamente le istituzioni Ue, oppure fare asse con Meloni, considerando più fruttuosa la cornice romana. Davanti a un quadro incerto, nella cerchia stretta della premier trapela questo ragionamento: «Trump a Roma verrà di sicuro e si è detto disponibile a valutare l’incontro con l’Ue». Il summit in Italia, dal punto di vista del governo, avrebbe «più margini di riuscita», vista la sintonia con il tycoon. «Se poi qualcuno vuole il vertice a Bruxelles, gli inviti li faccia l’Ue. E si vedranno i risultati».
Per fortuna che Sanchez c’è! In Spagna hanno la fortuna di avere un Leader che pensa al proprio Paese, non agli interessi degli USA. La Spagna spinge sulle Rinnovabili per affrancarsi dal gas, uscire dalla Camera a gas e dai ricatti del gangster a stelle e strisce. La Spagna inoltre tiene buoni rapporti con la Cina che al momento è guidata dalla leadership più illuminata del globo terracqueo; basta andarsi a vedere la puntata di Presadiretta sulla Cina e vedere gli affari (d’oro) che stanno facendo le imprese italiane che hanno avuto la lungimiranza di agganciarsi alla locomotiva di Pechino.
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Per fortuna che Sanchez c’è! In Spagna hanno la fortuna di avere un Leader che pensa al proprio Paese, non agli interessi degli USA. La Spagna spinge sulle Rinnovabili per affrancarsi dal gas, uscire dalla Camera a gas e dai ricatti del gangster a stelle e strisce. La Spagna inoltre tiene buoni rapporti con la Cina che al momento è guidata dalla leadership più illuminata del globo terracqueo; basta andarsi a vedere la puntata di Presadiretta sulla Cina e vedere gli affari (d’oro) che stanno facendo le imprese italiane che hanno avuto la lungimiranza di agganciarsi alla locomotiva di Pechino.
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Per fortuna che Sanchez c’è! In Spagna hanno la fortuna di avere un Leader che pensa al proprio Paese, non agli interessi degli USA. La Spagna spinge sulle Rinnovabili per affrancarsi dal gas, uscire dalla Camera a gas e dai ricatti del gangster a stelle e strisce. La Spagna inoltre tiene buoni rapporti con la Cina che al momento è guidata dalla leadership più illuminata del globo terracqueo; basta andarsi a vedere la puntata di Presadiretta sulla Cina e vedere gli affari (d’oro) che stanno facendo le imprese italiane che hanno avuto la lungimiranza di agganciarsi alla locomotiva di Pechino.
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Per fortuna che Sanchez c’è! In Spagna hanno la fortuna di avere un Leader che pensa al proprio Paese, non agli interessi degli USA. La Spagna spinge sulle Rinnovabili per affrancarsi dal gas, uscire dalla Camera a gas e dai ricatti del gangster a stelle e strisce. La Spagna inoltre tiene buoni rapporti con la Cina che al momento è guidata dalla leadership più illuminata del globo terracqueo; basta andarsi a vedere la puntata di Presadiretta sulla Cina e vedere gli affari (d’oro) che stanno facendo le imprese italiane che hanno avuto la lungimiranza di agganciarsi alla locomotiva di Pechino.
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Chiedo scusa alla Redazione ma non so in base a quale criterio (o tasto spinto erroneamente…) il sistema mi ha caricato il commento per 5 volte. A me ovviamente bastava caricarlo una volta sola.
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“Non le credo la verità”!!!
Tutto questo lavorio… non crederò MAI che lo faccia per “maggior gloria della Nazione”, ma per raccattare altri consensi dai boccaloni che si bevono le sue inutili sceneggiate.
Lei batte disperatamente il ferro finché è caldo mentre i suoi imbrattacarte (da qlo) fremono e preparano ulteriori slinguate…
Prepariamo gli stomaci in vista dei prossimi conati.
Altro che Maalox… Citrosodina!!!
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Inconcepibile l’ansia presenzialista della Cialtronaaaaaa, che agli interessi nazionali e della UE antepone la sua smodata frivola propensione alle sceneggiate teatrali.
La realtà è che sotto quei capelli biondi c’è un cervellino da furba scugnizza, non le cellule grigie di una statista degna di questo nome
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Dopo l’anilingus un ricevimento in pompa magna dell’Emperor Pannocchionis con Pompea a fare da tenutaria per gli altri 24/27 svenditori non può aver miglior cornice dell’Italia serva e “di dolor ostello, nave senza nocchiere in gran tempesta, non donna di province ma di bordello.”
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Non disturba molto anche voi vedere la faccetta buffa della Caciottara contenta come se fosse la più furba del Reame, come a dire ‘ero una underdog che poteva giusto fare la cameriera e invece eccomi qua, rosicate!’
Quello dimostra la sua faccia.
Del contegno di uno statista serio tipo Conte, nessuna traccia.
I pidokki arricchiti restano pidocchi arricchiti.
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