
(Giancarlo Selmi) – Spero di non incappare in qualche “fact cheker indipendente”, visto che sono mie opinioni personali.
Il Mentana giornalista non si è mai rivelato. Mai visto. Si è assistito, invece, a surreali messe in scena delle quali è stato splendido sceneggiatore. Dibattiti fra un esponente di un partito ombra chiaramente collocato politicamente ed evidentemente schierato, travestito da giornalista e altri, certosinamente scelti. E forse neppure dibattiti.
Il penoso spettacolo al quale ci ha sempre costretto Mentana, con la sua evidente passione e appartenenza politica, possiamo paragonarlo, senza sforzo, alle peggiori tribune elettorali di tempi andati, fatte subdolamente con una modifica tipo “processo del lunedì” di Biscardiana memoria, per rendere la propaganda politica più divertente. E con l’importante variante che qualora l’ospite, chiunque esso fosse, ha avuto l’ardire di contraddirne le tesi, via a interruzioni e sovrapposizioni.
Si fece ammirare, qualche tempo fa, con l’allora Senatore dei Cinquestelle, Perilli. Una intervista surreale, nella quale interruppe ripetutamente l’intervistato, si sovrappose violentemente, discusse animatamente, ribadì il suo parere contestando, anche gridando, il parere dell’ospite. Un tipico esempio e purtroppo non è il solo, di ciò che intende Mentana per “giornalismo”. Anche se va detto che tale atteggiamento lo riserva, quasi esclusivamente, ai cinquestelle.
Dichiarò che, sapendolo prima, non avrebbe mandato in onda il famoso intervento di Conte con il richiamo a Meloni e Salvini. Poi ritenne opportuno, invece, mandare in onda le immagini della tragedia di Mottarone. Mai nella mia vita ho assistito ad un tale massacro del giornalismo, delle norme dettate dal buon senso, ma anche dalla deontologia che dovrebbero regolare l’esercizio di quella professione. Per Mentana le “notizie” vanno date solo se convengono alla sua parte.
Un velo pietoso andrebbe steso sulla sua narrazione della guerra in Ucraina. Non solo a senso unico ma nella quale oggi, con il “senno del poi”, possiamo tranquillamente affermare che non ne abbia imbroccata una. Guerra in Ucraina narrata con l’abbondante inserimento di “verità”, o mezze, utili per la propaganda antirussa che dilagava. Pressoché latitanti le ragioni della guerra, l’effettivo inizio della guerra otto anni prima, gli accordi di Minsk, la sanguinosa mattanza operata da Kiev nel Donbass dal 2014 al 2022.
Gli abitanti del Donbass diventavano, per incanto, acerrimi nemici dei russi, mentre abbracciavano amorevolmente quelli che, fino ad allora, li avevano massacrati.
Mentana non è un giornalista, è un politico vero e fatto. Utilizza il ruolo del giornalista per rendere più credibili le sue opinioni da politico e questo non gli dovrebbe essere consentito.
Dovrebbe candidarsi con quelli che ama e dei quali idolatra il pensiero (Renzi o chi per lui) e abbandonare quella professione che dichiara di svolgere e che, invece, sta umiliando. Non credo di aver conosciuto, nella mia lunga vita (a parte Fede e Vespa) un giornalismo e un giornalista peggiore e più di parte.
Mentana non narra le notizie. Mentana le sceglie, le monta, le “arricchisce”. Per Mentana i “fatti” coincidono con le sue opinioni. Sempre. È abituato a usare la notizia e l’omissione della stessa, vedi Gaza o la manifestazione per la pace convocata da Giuseppe Conte, per manipolare le coscienze di chi lo segue. Lo ha fatto sempre, dai tempi in cui fu nominato “mitraglietta” da Pansa, tempi di militanza craxiana, e poi con Berlusconi, dirigendo il Tg5.
Il comportamento di Mentana, oltre che essere esempio di cattivo giornalismo, diventa pura scorrettezza, perché approfitta del suo ruolo per fare giungere messaggi di parte, mettendo in atto una squallida manipolazione dell’informazione e, quindi, un sostanziale indirizzo delle opinioni del telespettatore.Dovrebbe scendere nell’agone politico. Forse migliorerebbe il livello della sua parte politica. Certamente farebbe un favore al giornalismo. Quello vero.
Proprio per questo motivo, non mi spiego perché abbiano invitato proprio questo viscido ignavo (per sua stessa ammissione è uno di quelli che rifugge l’ulna, tranne poi commentarne ipocritamente gli esiti), a parlare a NOVA.
Ma è proprio così importante e necessario dover apparire sempre “migliori” degli altri?
Dove migliori è da intendersi “eticamente”?
Non sarebbe meglio ed anche più gratificante, anziché mantenere il solito profilo political correct, assecondare le etichette che ci appioppano giorno dopo giorno, dove ci descrivono gretti, zoticoni, buzzurri e campagnoli e mandarli sonoramente ed affettuosamente AFF@NCUBO?!?!?
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Seriamente, ma veramente conoscete qualcuno che segue il “telegiornale” di questo tizio?
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Il problema è che non esiste più un Tg degno di essere visto.
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Che Mentina non sia un giornalista lo sanno anche i sassi; che sia invece un politico fallito, idem, nel senso che lui, al pari di tutti i politici italioti al servizio delle lobby (salvo qualche rara eccezione: una a caso, i Cinquestelle, ma vabè) ha fallito costruendo la propria “carriera” sul nulla più assoluto – peraltro garantendosi dei compensi mostruosi quanto inaccettabili – non dimenticherò mai l’illustre “professionista dell’informazione” per antonomasia mostrarci l’ “attacco” a Capitol Hill del 2021 con gli imbecilli tifosi di Trump con gli elmi cornuti, e lui, il Mentina, che mostrava scene di un tizio col lanciafiamme in piedi sul tetto di un’automobile, che poi si scoprì (nell’arco di un paio di nanosecondi, tre al massimo) essere tratte da un film USA del 2012 che si intitolava “Project X – Una festa che spacca” cfr. ImDB, e Wikipedia, ma basta qualsiasi ricerca anche per sbaglio su Google cercando “mentana lanciafiamme” e ne escono per tutti i gusti!)…
…e che io ho anche visto quindi subito (e che, pur essendo una bojata, in certi punti mi ha anche fatto perfino sorridere)… Ecco, bastò quella scena pietosa lì di Mentina tutto eccitato a raccontar storielle per farmi capire che non solo il Direttore, ma tutta la redazione del TG di La7, fosse semplicemente una banda di raccattati in cerca di lavoro, nella speranza di far fortuna con le p🏀🎱ttanate in mondovisione per qualche circo. Un po’ come la storia dell’attacco russo a Bucha in Ucraina, per cui in TV si videro scene che erano tratte da un videogame (per la precisione “War Thunder”, di Gaijin Entertainment, del 2013, oltretutto gioco freeware), stavolta da parte della celeberrima RAI Radiotelevisione Italiota del kaiser per la quale, val sempre la pena ricordarlo, ci obbligano a pagare il pizzo chiamandolo “Canone” ma siccome se ne vergognano, lo nascondono nella bolletta della Corrente Elettrica (idem come sopra, cercare su Google “attacco bucha rai scene videogioco”). La TV son decenni che con la sua “de-formazione” (!!) fa vomitare, sempre le stesse cose, sempre le stesse bugie, stesse identiche scene che si rimpallano tra redazioni, stessa identica 💩 ovunque. L’unica vera scelta è quella di spegnerla e buttarla (oppure tenerla, ma comunque spenta, proprio senza cavo antenna né alimentazione oppure usarla esclusivamente come monitor per le Consolle o il PC da gaming, o connessa a qualche computer per vederci film e serie TV, e volendo, qualche canale serio di YouTube), anche e fondamentalmente per risollevare finalmente l’animo e metterlo un po’ a riposo, che qui, davvero, non se ne può più.
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io ci vedo le serie e i filmetti di un canale del PC.. Non guardo TG da anni .
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