(Giancarlo Selmi) – Ha cominciato con Santoro. Nei tempi in cui fare parte di quella “squadra” era un merito assoluto. Santoro per un lungo periodo ha garantito l’informazione in un panorama informativo gravemente inquinato da Berlusconi, dal suo strapotere e dalle decisioni dei suoi governi.

Si prese pure un calcio in culo da La Russa. Io e credo nessun altro avremmo immaginato che nella prosecuzione della sua carriera, sarebbe diventato un megafono di una parte, quella più importante, dell’establishment. Nessuno vuole togliergli i meriti di alcune inchieste che hanno messo a nudo la vera natura della destra che oggi “comanda”, però…

Il “però” è importante. È importante tanto quanto siano importanti i tentativi di manipolazione che continua a proporre nella sua trasmissione a danno di Giuseppe Conte e del Movimento 5 Stelle. Basti pensare alla domanda posta a Orsini: “come spiega che nella manifestazione dei 5 Stelle nessuno abbia attaccato Trump”? Domanda preceduta da un’altra, in una precedente puntata: “Conte non parla mai male di Trump e ripete ciò che dice Salvini”.

Formigli non ha la stessa intelligenza di Floris, però mette a terra gli stessi intenti manipolatori. Lo fa in maniera più evidente e, quindi, con meno successo. La pratica, abusata su La7 di porre domande con la risposta incorporata, per lui, non è una scelta intelligente, lo indebolisce. Semplicemente non ne è capace. Le sue crociate contro la sindaca Raggi, erano visibilmente motivate da avversione pregiudiziale. E si notava.

Non ha più parlato dei problemi di Roma, seppure quei problemi, con l’avvento di Gualtieri, si siano aggravati. Giunse persino a litigare con Dino Giarrusso che cercava di difendere la sindaca, usando un’arroganza e un’aggressività che possono essere spiegate solo dalla presenza di odio. Fa parte della squadra che annovera, nelle sue fila, le firme di Repubblica, La Stampa, Il Messaggero e il Corriere della Sera.

Amico di Serra e delle sue strampalate proposte di più Europa e più armi per il conseguimento della pace, si è impegnato molto per il successo della manifestazione di Piazza del Popolo. E, come Serra e i suoi amici “grandi penne” non ha sopportato il successo della manifestazione dei 5 Stelle che ha quadruplicato i numeri di quella a lui cara.

Odia Conte e il Movimento 5 Stelle e non lo nasconde. Anche lui “tiene famiglia”, purtroppo. Il “nuovo” Formigli fa parte integrante del mainstreem desiderato dall’establishment e dai produttori di armi. Fine ingloriosa e triste, in verità, per chi si adoperò, con Santoro, per un’informazione al di sopra delle parti. Nel suo curriculum, come cosa più importante, rimane il calcio in culo avuto da La Russa.

Reso meno importante, però, dalla prosecuzione della sua carriera, con la sua lingua pericolosamente vicina alle terga di chi paga il suo stipendio e di chi vuole armamenti e guerre. Una prece.