Il governatore e i messaggi a partito e alleati: tutto risolto con la Consulta? No, i problemi iniziano ora

(di Simona Brandolini – corriere.it) – Quel «Keep calm» a favore di social suona minaccioso come il renziano «Enrico stai sereno». A Palazzo Santa Lucia Vincenzo De Luca è chiuso nella sua stanza dal giorno della sentenza della Consulta. Poche riunioni, nessuna iniziativa pubblica. Stamane riunisce i capigruppo della sua maggioranza. Tutti attendono di capire cosa abbia intenzione di fare. Qualcuno anche con terrore.
Nei 36 minuti di consueta diretta social del venerdì appare chiaro che non mollerà di un millimetro. Ecco di nuovo «le anime morte», «i trasformisti» contro cui andare «a testa alta». Pianta paletti. Il primo: non ci sta ad assistere «al mercato delle candidature a Roma». Il secondo: chi deve governare è «chi ha dimostrato di saperlo fare, non il prodotto della politica politicante perché ci si gioca il futuro». E ogni riferimento al non amato 5 Stelle Roberto Fico, candidato in pole nelle stanze e nelle cronache, non è per niente casuale. Anche se mai farebbe il suo nome. Terzo: chi lo vuole ai giardinetti ha sbagliato indirizzo. «Keep calm. Stiamo tranquilli, pensano che il problema sia risolto. I problemi cominciano ora». Alle elezioni mancano almeno 6-7 mesi. Un tempo lunghissimo, in grado di logorare anche i più coriacei. E De Luca lo sa. Tanto che dice: «La pronuncia mi fa ritornare alla vita. Ma la Campania e Napoli spero non tornino nella palude e dobbiamo lavorare per evitarlo. Tutto qui. Con serenità e sportività. Provo anche un senso di liberazione. Andiamo avanti. Non perdo tempo con la politica politicante. Quando sarà darò la mia opinione chiedendo ai campani di ascoltarmi. Nessuno si distragga, rispetto ai problemi concreti. Le chiacchiere sono chiacchiere». Un avvertimento? L’ennesimo.
Ma, in fondo è solo un appetizer, non siamo ancora all’arrosto con le patate. Tra le notizie incontrollate ne circola anche una succulenta: se il centrodestra dovesse candidare Giosy Romano, oggi indicato alla guida della Zes unica dal governo Meloni, ma da sempre vicino a De Luca, il presidente potrebbe fare anche armi e bagagli e traslocare. Un’ipotesi fatta girare ad arte per costringere il Pd a trattare. Su cosa? Il ragionamento tra i suoi è il seguente: come è possibile che Stefano Bonaccini abbia ottenuto l’Europarlamento, Antonio Decaro l’Ue e ora la Regione Puglia e che De Luca lo si voglia cancellare pure dall’album delle figurine di partito? E come pensare di non ascoltarlo sul suo successore? «Su Fico non si convince. — dice un fedelissimo —. Alla prima uscita ha detto che il termovalorizzatore di Acerra va spento. E quante gaffe ancora farà da qui all’autunno?».
Il punto politico attorno al quale ruota il ragionamento di De Luca è che la coalizione dovrà proseguire il suo lavoro. «Ragioniamo sul futuro partendo dai programmi in corso, cioè dall’attuale lavoro del governo e dalle cose che vanno completate». Parola d’ordine: continuità. E sulla sentenza la pensa come il veneto Luca Zaia: «Il limite dei mandati vale solo per i presidenti di Regione per evitare concentrazione di potere. Una pura idiozia. In un Paese democratico si chiamano i cittadini a pronunciarsi». Stamane la riunione con i capigruppo, con il leader Iv, Matteo Renzi che alla vigilia non chiude a Fico: «Io non ho mai messo veti su nessuno, farlo mi sembra tardo adolescenziale». Lunedì invece sarà il Pd a riunirsi con i vertici nazionali del partito, Igor Taruffi e Davide Baruffi. Il dopo-De Luca era già in corso. Ora bisognerà capire se sarà un con o senza De Luca.
..come è possibile che Stefano Bonaccini abbia ottenuto l’Europarlamento, Antonio Decaro l’Ue e ora la Regione Puglia e che De Luca lo si voglia cancellare pure dall’album delle figurine di partito?
Non si tratta di un virgolettato, perciò non rappresenta una qualche dichiarazione ufficiale; tuttavia è possibile ipotizzare che tale considerazione sia molto, molto vicina alla realtà. E, nella sua violenta arroganza, è ampiamente concesso parlare di prassi diffusa: porte aperte e girevoli per politici trombati o a fine corsa, idem per leader sindacali e per detentori del potere di lungo e lunghissimo corso. Le destinazioni sono arcinote: partiti compiacenti, aziende partecipate o istituzioni EU.
Soluzioni: due mandati e poi a casa. E sosta di cinque (5) anni per chi vuole passare dal sindacato alla politica.
Al momento, questo è un paese per vecchi. E odora di stantio marcio.
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*Sosta di cinque (5) anni anche per chi, avendo fatto parte a qualsiasi titolo ad un governo, e quindi in possesso di dati molto sensibili, intendesse trovare soddisfazioni presso banche o gruppi di interesse finanziario. E questo anche in uscita da tali soggetti economici: niente politica per cinque (5) anni se ne hai fatto parte negli ultimi cinque (5) anni.
Ritocchi temporali possibili, ma solo al rialzo.
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“come è possibile che Stefano Bonaccini abbia ottenuto l’Europarlamento, Antonio Decaro l’Ue”…
E’ un gombloddo dei poteri forti e tu l’hai scoperto. E’ ovvio.
Infatti è molto strano che non si voti ogni anno alle europee e De Luca debba aspettare, eventualmente, 4 anni per candidarsi.
E’ un vero mistero!
… “e ora la Regione Puglia“
Ma pure la terra degli unicorni è governata da De Caro. Invece di Emiliano ne hanno parlato a Chi l’ha visto.
…”De Luca lo si voglia cancellare pure dall’album delle figurine di partito?“
…”è possibile ipotizzare che tale considerazione sia molto, molto vicina alla realtà“
Il problema è che la realtà è molto, molto lontana da te.
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I candidati fanno tutto da soli oppure esiste qualcuno che accetta i nomi e accetta pure di metterli in lista per essere eletti (cioè li seleziona)?
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I candidati devono innanzitutto volersi candidare. E ad oggi non risulta a nessuno che De Luca volesse dimettersi da governatore per andare a fare il l’euro parlamentare.
Se tu hai notizie/fonti che provano il contrario, postale pure.
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Al peggio, Giosy Romano, non so chi sia, presidente della regione Campania, verso cui confluiranno i voti di De Luca, alleato quindi con la dx.
De Luca governava cmque con i voti pd.
nel caso una coalizione senza De Luca e Renzi potesse vincere, ci penseranno gli astenuti e i promotori dell astensione a farla perdere. O perché Fico non va bene, omper i mandati, o per le sceltei n campo internazionale. O per ridimensionare Conte.
Motivi per preferire la sconfitta se ne trovano. Spero i campani non ci caschino.
magari, cone i liguri, preferiscono la continuità, facendo finta di criticarla. Vedremo
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I veri promotori della astensione sono i partiti stessi. Ed è forte il sospetto che di questa grave anomalia (l’astensione) non freghi un cavolo a nessuno: le poltrone vengono aggiudicate comunque, anche col voto del 40%.
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Oramai gli eletti vengono decisi dai capi partito, il voto popolare e senza peso
Preferenze libere come una volta e senza liste e listini chiusi
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“I veri promotori della astensione sono i partiti stessi.”
Non essere modesto: anche tu hai fatto la tua parte.
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Se fosse vero (mai ho incentivato la astensione) sarei un cgln per il fatto di farlo aggratis, mentre gli eletti e il sistema partitocratico hanno mandato a puxxane il sistema pur venendone nutriti come 🐷🐷🐷
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Come sarebbe a dire, “se fosse vero”?
Intendi forse negare di aver attivamente portato avanti la tua personale campagna pro-astensionismo, basata sull’assunto qualunquista del “son tutti uguali”?
Ci sono mesi e mesi di post che lo testimoniano.
“L’eccesso di modestia e umiltà sono atti di superbia.” (cit.)
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Ho capito. Ho capito che a te piacerebbe un sacco frequentare un blog privo di voci critiche, perché (a spanne) il 97/98% di voci concordi non sono sufficienti per farti stare tranquillo. E, in automatico, quel 2/3% diventa potente strumento pro astensione (facoltà di indirizzare che mi attribuisci tu). Beh, come risolviamo? Mi tolgo di mezzo così il partito di Conte schizza al 20%? 🤣
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Non hai capito un bel niente (specialmente dei miei gusti personali), ma non c’è problema: te lo rispiego.
Dunque, tu dici che “i veri promotori dell’astensione sono i partiti stessi”.
In italiano, il promotore è colui che promuove.
Si dà il caso che tu l’astensione l’abbia promossa, eccome (con quali esiti, è irrilevante).
Invece, un parlamentare che promuove l’astensione non s’è mai sentito (referendum a parte).
Pertanto, il fatto che sia proprio tu ad accusare chicchessia di promuovere l’astensione è tra il surreale e il grottesco, è come vedere un cesto di lumache che dà del cornuto all’asino.
T’as compris, maintenant?
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Hai messo impegno in questa risposta, quindi credi veramente a ciò che hai scritto. Vedi, io non ho bisogno che mi vengano spiegate le barzellette, le vignette o la satira. Ma non perché sono un genio; mi reputo normale. Quando dico che i partiti promuovono loro stessi la astensione mi pare abbastanza comprensibile che non mi riferisco a una campagna promozionale in tal senso; è lo schifo che producono i partiti ad alimentare la astensione. Poi, visto che segui il mio operato e che conosci il significato del termine “promuovere”, dovresti essere così gentile da dimostrarmi in maniera inconfutabile che ho fatto propaganda per ottenere tale esito. Quando si promuove qualsiasi cosa, l’ oggetto destinato ad essere pubblicizzato DEVE essere presente in maniera nitida e comprensibile. Portami la prova che io ho affermato in maniera netta anche una sola volta “astenetevi” o “asteniamoci”. È tutto registrato. Ho votato altro e l’ ho pubblicizzato , ma non c’entra un fico secco con l’ astensione.
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Non serve: pensavo di ricordare decine e decine di tuoi post nei quali il succo del discorso era sempre che siccome sono tutti uguali votare non serve a nulla, ma se ora mi dici che sei contro l’astensione, non ho alcun problema a crederti.
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A latere: comprendo benissimo il tuo discorso sull’astensione alimentata indirettamente dai partiti, ma penso che questo sia un motivo ulteriore per recarsi alle urne.
Infatti, se è vero che non troverai mai dichiarazioni di un politico a favore dell’astensionismo (sempre con l’eccezione dei quesiti referendari, laddove la presenza di un quorum risulta determinante), è anche vero che difficilmente troverai dichiarazioni di politici contro il crescente fenomeno dell’astensione, e il motivo è abbastanza ovvio: l’astensione conviene alla maggioranza, perché a parità di voti ricevuti vede aumentare la propria rappresentanza parlamentare.
Io, per non saper né leggere né scrivere, se capisco che qualcosa favorisce una maggioranza che avverso, nel mio piccolo cerco sempre di fare il contrario: tu, che hai votato per formazioni senza la minima speranza di superare lo sbarramento, puoi dire lo stesso?
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Mi sento molto, molto lontano dalla tua posizione (che è assai diffusa): “per battere le destre” non mi trasmette proprio nulla di coinvolgente. Ci fossero almeno i fondamentali! Non esistono un programma definito, valori di base comuni e alleanze certe; su armi e guerra vige l’ ordine sparso e chiacchiere a volontà.. Alle europee ho scelto una piccola alternativa proprio per non finire nell’ astensionismo, fenomeno che ho sempre contrastato; e qui, in questo luogo, le parole più dure e offensive verso chi si astiene provengono da ben altri commentatori. Ci sono milioni di voti parcheggiati assieme al mio, vediamo se Conte ha le capacità per smuoverli. Dipende solo da lui. E al momento, vista già qualche prova elettorale ..
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“I veri promotori della astensione sono i partiti stessi”
#paroladifrancescoamadori
Strano che tu, Merlo, Di Battista, Toninelli e simili, che avete in tasca la ricetta matematica per farvi amare dagli astenuti, ovvero conoscete i desideri del popolo buono e santo che ha capito la verità e quindi si astiene dal votare, non abbiate ancora creato niente per prendere facile il 51%.
Veramente strano!
Gli astenuti mica sono politicamente ignoranti, disinformati e qualunquisti. Noooo, impossibile. E’ tutta gente sveglia che non si fa fregare dal mainstream e aspetta solo di poter votare per voi.
Che state aspettando?
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Nell’ immediato dopoguerra, e per qualche lustro, andava a votare oltre il 90% degli aventi diritto. In pratica gli italiani, tutti ignoranti durante il ventennio, solo per il fatto di averlo accolto, dal ’46 in avanti erano diventati colti e svegli (e, secondo la tesi di @JD, privi dei miei post che avrebbero potuto traviarli e condurli alla astensione😂) , all’ improvviso. Poi, col tempo, la cultura e la ‘svegliezza’ sono via via scemate e oggi un italiano su tre non vota. Probabilmente, come dice Bocchino, questo succede perché gli italiani si fidano della democrazia solidamente acquisita e vanno al mare o in gita. Gli italiani sono in una botte di ferro!!
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