Corriere della Sera, Gazzetta dello Sport, La Repubblica, La Stampa, Il Messaggero e… I trend dei giornali: confronto anno su anno -Febbraio 2025 (stimati) vs Febbraio 2024 (contabili)

(affaritaliani.it) – La top-20 dei giornali segnala solo 3 segni più, un sostanziale pareggio e 16 trend negativi nell’ultimo anno secondo i dati Ads (cartacei+digitali) di febbraio 2025 (stimati) paragonati allo stesso mese del 2024 (contabili). Chi cresce? Luce verde per Il Fatto Quotidiano guidato da Marco Travaglio, Avvenire con Marco Girardo direttore e seppur di pochissimo de Il Mattino di Roberto Napoletano. Si salva anche la Gazzetta dello Sport di Stefano Barigelli che tiene praticamente la parità. Vediamo i trend dei quotidiani.
Al primo posto nella classifica delle diffusioni Ads oggi come un anno fa resta il Corriere della Sera con un vantaggio enorme sulla concorrenza. Il quotidiano edito da Rcs passa però da 236.219 di febbraio 2024 a 221.558 attuale (-6,21%)
La Gazzetta dello Sport passa dal terzo posto al secondo tenendo numeri invariati: erano 142.721, sono 142.682 (-0,03%).
La Rosea ha sorpassato Repubblica che dodici mesi era a quota 146.284 e scende a 135.212 (-7,57%).
Non cambia nulla al quarto e quinto posto con Il Sole 24 Ore medaglia di legno a 116.566 contro 120.552 (-3,31%) e Avvenire che cresce a 107.505 rispetto a 104.626 con un trend di +2,75%.
La Stampa tiene la sesta piazza, ma scende: il quotidiano edito da Gedi (così come Repubblica) cala del 6,42% a 74.140 quando un anno sfiorava gli 80mila (79.230). Giù anche il Messaggero di Caltagirone (-5,68%) perdendo quota 60mila: da 62.533 a 58.983.
Poi come detto Il Fatto Quotidiano che, anche questo mese, cresce (+3,71%) e arriva a 54.149 da 52.214 di febbraio 2024.
Il giornale guidato da Marco Travaglio ha scavalcato Qn – Il Resto del Carlino che un anno fa teneva l’ottava posizione con 58.311 e oggi è nono a 52.292 (-8,61%).
Chiude la top-10 Il Gazzettino con 42.167 contro i precedenti 43.861 (-3,86%).
Qualche trend della top-20 in pillole – Fuori dai primi 10 da segnalare il calo del Corriere dello Sport (-19,18% a 41.535 rispetto 51.393), meno 9,95% per Qn – La Nazione (a 34.389 contro 38.189), meno 10,01% de L’Unione Sarda a 24.542 (erano 27.272) e lievissima crescita percentuale (comunque è la terza assoluta in panorama di segni ‘rossi’) de Il Mattino che fa +0,16% restando più o meno sui livelli del 2024 (22.838 oggi contro 22.802).
Eeeeee.. il “contributo” va sempre in ragione delle copie tirate …mica al numero delle copie vendute vero?
hahahahahhh!
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Bene per il FQ.
Per il tracollo delle altre testate mi spiace solo per i lavoratori dell’ indotto.
Naturalmente le grandi firme dei giornalacci in sofferenza sono spesso anche in TV a spargere il loro verbo da falliti. Caspita, sono parecchio ‘imparati’ ! Chissà se hanno capito perché i loro giornali affondano, quali sono i problemi “”esterni “” che determinano il calo vendite.
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La Repubblica, una quindicina d’anni fa, aveva una tiratura di 550 mila copie… oggi nemmeno 140 mila! Insomma, dai “10 piani di morbidezza”, sono passati a soddisfare solo il wc nello scantinato. Bravi, bene, bis 🧻🧻🧻 🚽🚽🚽
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oramai certa CARTACCIA sopravvive solo per i regali finanziati dalla politica
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Cifre gonfiate per i giornali mainstream con finanziamento pubblico che stampano il 20% in più (almeno virtualmente) per ricevere i milioni. Poi ci sono un buon 10%, quando va bene, di copie di rappresentanza che vanno nel conteggio ma nessuno paga. Infatti se si incrociano i conti della serva degli euri in entrata le copie sono un po’ più della metà di quanto dichiarato. Per non parlare poi dei coefficienti di lettura: un terzo legge solo i titoli, al massimo il catenaccio, guarda le figure, getta il quotidiano nell’immondizia a mezzogiorno. Gli altri leggono gli articoli telefonati che li riguardano e della rassegna stampa.Per molti i quotidiani fanno l’effetto dell’ultima puntata di Formigli: sbadigli e carta straccia
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