(Tommaso Merlo) – Una delle poche cose di cui essere fieri dell’Italia, è che ha cacciato il re a calci nel sedere. Già, peccato che poi si è messa sbaciucchiare le natiche dei sovrani altrui. A partire da quello Inglese, simbolo per antonomasia del colonialismo che ha insanguinato il mondo. Carlo, Camilla e la loro compagnia teatrale girano sovente in tournée per le ex colonie e negli ultimi tempi si sono beccati quintali di verdura marcia e feroci improperi. Altro che tappeti rossi ed inchini, gli indigeni non hanno dimenticato le brutalità subite dall’impero inglese e vogliono scuse, indennizzi e stroncare ogni legame con la corona. Dall’Australia fino all’Africa passando per le isole sperdute nell’oceano dove gli inglesi hanno soggiogato e depredato per secoli ed oggi fanno i finti tonti e pretendono pure reverenza. Il vento è cambiato. I popoli sono sempre più consapevoli di come il colonialismo sia stato una delle piaghe dell’umanità e di come bisogna partire da lì per capire il mondo di oggi. Se è così ingiusto, è perché gli occidentali hanno costruito le loro fortune sfruttando gli altri popoli ed oggi hanno pure il coraggio di essere razzisti e girare la faccia dall’altra parte. Menomale che esiste il karma anche storico e siamo solo all’inizio. Lo insegna proprio l’impero colonialista inglese che ancora oggi è la vera rovina dell’Inghilterra. Essendo infatti storicamente recente, ancora nutre l’ego collettivo dei sudditi di sua maestà. Il loro senso di superiorità e razzismo viscerale nasce da quel periodo storico in cui dominavano il mondo e la cui fine non è mai stata davvero metabolizzata. Continuano a guardare gli altri popoli dall’alto anche oggi che sono caduti in disgrazia anche a causa del suicidio della Brexit. Anch’essa frutto dal sentirsi al centro del Commonwealth e superiori a quei cafoni europei. Non la pensano tutti così sull’isola, ma una porzione sufficiente per incidere sulla politica. Sono tempi davvero grigi per i resti del Regno Unito. Grigi come il loro cielo e il loro mare. Ormai cambiano più governi di noi e le loro strade schiumano di rabbia. Gli americani li vogliono scaricare come zavorra mentre la loro russofobia si sta rivelando un boomerang, per questo sono stati costretti a rifarsi vivi. Da soli non vanno da nessuna parte in un’era sempre più continentale. Ben presto saranno costretti ad ammetterlo puro loro, abbassando i mignolini e tornando in ginocchio nella vecchia Europa di cui fanno parte da quando Giulio Cesare in persona varcò la Manica. Il vento anticolonialista intanto soffia impetuosamente ovunque tranne che in Italia, dove re Carlo e consorte vengono accolti in pompa magna manco fossimo nell’ottocento asburgico. Con le istituzioni che s’inchinano ai sovrani e la stampa che li segue passo a passo assicurandosi che abbiamo ben dormito, fatto i regali bisognini e magari pure una ciulatina visto che è l’anniversario e l’arietta nostrana potrebbe resuscitare certi antichissimi ardori. La solita vecchia solfa. Francia o Spagna basta che se magna. L’Italia amica di tutti e di nessuno che non vedendo oltre il suo provincialissimo ombelico non conta una mazza. L’Italia sempre pronta ad inchinarsi ai regnanti di turno per un tozzo di pane ma che essendo notoriamente voltagabbana non conta una beata mazza. Ieri Francia o Spagna, oggi America o chicchesia. Basta che a Roma se bagna e pure abbondante. Davvero un periodo difficile per i reggenti italici, in un tale caos internazionale non sanno più che natiche sbaciucchiare e così nel dubbio sbaciucchiano tutte quelle che gli capitano a tiro. In questi giorni tocca a quelle di Re Carlo d’Inghilterra e della sua graziosa Camilla in villeggiatura nel Belpaese per festeggiare stacippa. Sembrava che Carlo fosse in procinto di ricongiungersi con la reverenda madre ed invece si vede che ha trovato delle buone pastigliette e così ci delizia con la sua presenza. Dopo di lui toccherà al figlio prendere le redini della dinastia e buon sangue blu non mente. God Save The Queen e già che c’è pure tutti noi. Ma se avesse di meglio da fare c’è sempre il karma anche storico e per il brutale colonialismo occidentale siamo solo all’inizio.