(Tommaso Merlo) – La pace è una scelta naturale quando si evolve. Sia come persone che come popoli. Più cresciamo, più abbandoniamo ogni forma di violenza. Non è una questione di età anagrafica ma interiore. Una questione culturale che poi diventa politica. Da ragazzini maneschi si diventa adulti che ragionano e in caso di controversie si affidano ad istituzioni e regole preposte. Vale per le persone come per i popoli. Eppure la guerra ancora persiste. Perfino in Europa, dopo millenni di inutili carneficine. Le nazioni non tollerano la violenza tra i loro cittadini, ma la praticano contro i cittadini altrui. E questo anche se le costituzioni ripudiano la guerra. Come quella italiana. Lo chiamiamo realismo ma in realtà è ipocrisia. Certe generazioni raggiungono la maturità e quindi la pace, poi arrivano quelle nuove che regrediscono. Lo fanno per conformismo, per convenienza, perché qualcuno gli ha inculcato certe panzane belliciste ma anche perché la guerra l’hanno vista solo in televisione e contano che a crepare al fronte vadano figli e nipoti altrui. Già, la pace è una conquista storica molto ardua perché le radici della guerra sono dentro di noi. Molte persone vivono in guerra permanente contro il mondo che li circonda. Guerreggiano per difendersi da presunti nemici senza rendersi conto di essere i peggiori nemici di se stessi. Guerreggiano per paura di perdere le illusioni materiali a cui ci si attaccano disperatamente per trovare un senso, come i confini mentali o fasulle identità o qualche vetta. Chimere che ben presto si lasceremo pure alle spalle. Ma guerreggiano anche per odio che invece di sedare sfogano sul mondo che li circonda. Odio autodistruttivo perché logora chi lo prova oltre che del tutto inutile perché accentua le distanze invece di colmarle. La guerra è stupida perché non risolve nulla. L’unico modo che hanno gli esseri umani per affrontare i problemi è gestirli da persone adulte invece che da ragazzini maneschi. Eppure ancora oggi, dopo secoli di assurde mattanze, i paesi ricorrono alla guerra. Perfino in Europa o in quello che ne rimane. Questo perché viene spacciata come normalità e addirittura promossa da chi ha interesse a scatenarla. I reggenti di turno e l’immensa industria della morte. Gente in giacca e cravatta che governa con la stessa disinvoltura coi cui giocava coi soldatini nella sua cameretta. Lo chiamiamo realismo ma in realtà è infantilismo. Politicanti che lanciano arrembaggi con la pelle altrui, seguiti dalle corti di arrivisti e dai trombettieri della propaganda mediatica essenziali per spacciare la guerra come sensata e addirittura necessaria. Una guerra inculcata fino dalla tenera età in modo che nessuno la metta più in discussione. Dai soldatini e mitra di plastica ai videogiochi di sterminio fino ai film di guerra con sangue e violenza che diventa intrattenimento e perfino cultura. Lo chiamiamo realismo ma in realtà è manipolazione di massa. Lavaggio del cervello collettivo in modo che abbia senso che uno stato spenda miliardi in armi invece che in servizi pubblici e questo anche quando i propri cittadini sono alla canna del gas. Lo chiamiamo realismo ma in realtà è cinico delirio. Ma essere pacifisti non significa rinunciare a lottare, significa solo rinunciare a farlo violentemente. Significa decidere di lottare democraticamente con la forza delle proprie ragioni, attraverso le istituzioni se necessario ed anche arrivando a forme di protesta ma sempre non violenta. La guerra distrugge, la lotta civile costruisce. Vale per la vita delle persone come dei popoli. I problemi si risolvono sedendosi ad un tavolo non sparandosi addosso. E bisogna essere forti per riuscirci. Forti dentro, non fuori. Già. la violenza è debolezza. La non violenza è forza. Ma la pace rimane una conquista storica molto ardua. Per le persone come per i popoli. Nel mondo è pieno di presunte buone ragioni per scatenare conflitti, ma la radice della guerra è dentro di noi. È la nostra maligna natura egoistica che vive di paura, di odio, di volontà di potenza, di superficialità materiale e nell’ignoranza esistenziale. La pace è una scelta naturale quando si evolve, quando si diventa consapevoli di se stessi e della vita. La chiamiamo guerra ma in realtà è follia autodistruttiva.