
(Giuseppe Di Maio) – Il primo è stato Nordio. Poi le contestazioni sono arrivate dappertutto: dall’Italia, dall’Europa, d’oltreoceano. La sentenza contro Le Pen ha suscitato un mare di critiche e di perplessità. Ci sono anche quelli che hanno gioito, non perché giustizia è stata fatta, ma solo perché la pena accessoria (automatica nel caso della Sapin 2) ha escluso la pericolosa nemica dagli esiti delle urne. Che poi sono proprio quelli che si lamentano della fine della democrazia in Europa, cioè della frequente vittoria dei loro avversari. Nessuno si ferma a giudicare l’accaduto oltre la logica dell’interesse elettorale.
Una volta, quando la sinistra era ancora in vita, proponeva ai cittadini una varietà di rappresentazioni della società successive alla sua vittoria politica. Ora che non c’è più, si è equiparata alla destra che non ha mai offerto un’immagine del mondo futuro da essa amministrato, essendole sufficiente inventarsi contraddizioni, prospettare vantaggi, mentire sui meriti propri e sulle colpe altrui. La scomparsa ideologica della sinistra corrisponde all’affievolimento dell’azione politica dei suoi partiti, immersi in un milieu culturale che considera la democrazia solo dal punto di vista elettorale, e la gente solo per la sua capacità di offrire consenso. Purtroppo la sua eredità politica la induce a mistificare con debolezza, non con la violenza della destra, riducendo inevitabilmente le sue chances di vittoria presso un popolo aspetta parole grosse, e che ormai nessuno rispetta.
Il reato della Le Pen e associati è di truffa alla EU, simile perciò all’accusa rivolta alla Santanchè. Un reato che per 22 giorni la fa rientrare nelle disposizioni della legge anticorruzione, la condanna alla galera, al braccialetto, all’allontanamento per 5 anni dai pubblici uffici. La destra di tutto il mondo grida al golpe, alla fine della democrazia, derubricando il reato a semplice malcostume. Ma è ridicolo! Chi usa il sistema per appropriarsi dello Stato e farne un uso privato, è chiaro che non conosce la democrazia. E’ chiaro che preferisce avere a che fare con un popolo squalificato che non riesce mai a scorgere la verità confusa tra gli allarmi lanciati contro pericoli e nemici fantasiosi. Ed è chiaro che una destra senza idee è fatta solo di ladri, che temono la condanna del giudice e vogliono che i loro tribunali siano le urne, dove la menzogna non è fuori legge, ma merito.
In tutti i casi la Francia ha ancora qualche speranza prima di affondare completamente nel nulla che delinea la fine della democrazia. Sono curioso di come andrà a finire la vicenda del tutto simile, e addirittura peggiore, che in Italia coinvolge un ministro della Repubblica, e non un semplice consigliere dipartimentale.
Qui c’è la prescrizione e un governo amico e spregiudicato. Faranno di tutto per salvarla e poi diranno che aveva ragione lei.
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B&B (bongiorno e berlusconi) docet.
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Certa gggente non sa di cosa parla: in Francia le Procure dipendono dal Ministro della Giustizia, cioè dal Governo. È il Ministro che indica quali reati vanno repressi di più e quali di meno ( la scelta delle priorità). Gli ineffabili che governano oggi in Italia, vorrebbero applicare lo stesso sistema anche qui. Abbiamo visto i risultati e mi chiedo come ragionino. Mi rispondo: forse male?
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”Come sfangarla da colpevole parlando d’altro “, “ Da accusato ad accusatore “ , “ Il complotto perpetuo “, “ Il metodo Chiagni e Fotti per principianti “, autore S. Berlusconi, editore Mondadori, bestseller tra i politici di tutto il mondo.
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Non ho capito se parliamo della “la sorella è latina” oppure latrina. Si tratterà di un effetto ottico.
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