I principali quotidiani italiani dedicano uno spazio infinitamente più grande a un attore di Hollywood che muore a 62 anni che a una strage di bambini palestinesi

(Alessandro Di Battista) – Due giorni fa sono stati ritrovati i corpi di 15 medici e infermieri palestinesi uccisi a Rafah, nel sud della Striscia. Le ambulanze sulle quali viaggiavano per andare a prestare soccorso a civili fatti a pezzi dai terroristi sionisti sono state bombardate. Tuttavia, non si esclude che alcuni medici siano stati “finiti” a colpi di mitra. Ebbene, andate a vedere lo spazio che una notizia così clamorosa per crudeltà e per tutto quel che potrebbe farci capire della situazione in atto in Palestina ha ottenuto sui grandi giornali italiani.
Adesso paragonate quello spazio a quello ottenuto da Val Kilmer, apprezzato attore statunitense, morto a 62 anni per una polmonite. È morto poche ore fa (pace all’anima sua) e poche ore fa c’è stata l’ennesima strage di bambini palestinesi. Ma all’informazione italiana questo non interessa.
I principali quotidiani italiani dedicano uno spazio infinitamente più grande a un attore di Hollywood che muore a 62 anni che a una strage di bambini palestinesi appena avvenuta a poche centinaia di km dalle nostre coste e sul nostro stesso mare, per non parlare dei 2 milioni di civili che rischiano di morire di fame e di sete per via degli aiuti umanitari bloccati dai terroristi israeliani da 32 giorni.
L’informazione è complice dei mali del mondo. Il silenzio dei media sul genocidio in atto è un silenzio sporco di sangue.
Disse Mark Twain: “Il giornalista è colui che distingue il vero dal falso… e pubblica il falso”. Oppure dà grandi spazi a notizie comode, che distraggono e che evitano di farci concentrare dove è opportuno farlo.
Completamente d’accordo.
Vieni il 5 aprile per manifestare per la pace e contro ogni tipo di armamento.
G. Mazz.
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Cmq mi dispiace per Val Kilmer, non era un tipo banale.
Era Iceman in Top Gun, ma anche il protagonista di Cuore di Tuono, nonché il babbo di Alessandro Magno.
E pure un divo del rock nella DDR.
Una delle persone di cui è lecito sentire la mancanza, dopo Gene Hackman pure lui doveva andarsene in quest’annata.
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