Molto assomigliano le due Italie viste in campo contro la Germania a quelle che ogni giorno guardiamo dagli spalti della politica. Quella del primo tempo, schierata con geometria […]

(di Pino Corrias – ilfattoquotidiano.it) – Molto assomigliano le due Italie viste in campo contro la Germania a quelle che ogni giorno guardiamo dagli spalti della politica. Quella del primo tempo, schierata con geometria incerta e spirito imbelle, era l’Italia della sinistra eternamente divisa. Tutta voltata verso la porta della propria storia per difenderla e difendersi. L’intera squadra spaventata dall’azzardo di essere uscita dagli spogliatoi e l’immediata nostalgia di ritornarvi senza troppi danni. Passaggi solo all’indietro, guai a superare la metà campo, lanci lunghi alla vada via al parroco, sperando, solo sperando, di spedire almeno un cuore all’attacco, vai Kean, che sei giovane, sei nero, sei un nuovo italiano, almeno tu provaci. Per il resto: aspettare come tattica, imbambolarsi sugli stinchi come attitudine. Troppo temerario assaltare davvero la porta avversaria, provare a scardinarla. Fino al capovolto capolavoro di Gigio Donnarumma, che come un qualunque Schlein, Fratoianni, Conte, Renzi, Calenda, perde di vista la propria porta e perfino la partita, per andare a litigare con l’arbitro, proprio come capita alla Camera, concentrandosi sul battibecco chi se ne frega del contesto, chi se ne frega delle conseguenze. Mentre l’avversario vero – il governo, la destra, le oligarchie delle banche e delle armi – calcia il corner e segna a porta vuota.
L’Italia del secondo tempo è stata quella che mima la prepotenza della destra che tiene il campo e avanza unita. Non sta lì a guardarsi la punta dei piedi. Non ripensa alla propria storia. Le molte umiliazioni subite la caricano di risentimento e anche di energia. L’energia la conduce all’attacco. L’attacco ai gol. I gol a una idea altamente retorica della vittoria. È la Nazione di Giorgia che abbassa le tasse anche quando le alza, migliora la sanità peggiorandola, trionfa sulle mafie sconfiggendo i giudici. Al rendiconto sono tutte balle, siamo al tre a tre finale: l’Italia ne esce sconfitta, eliminata, bye bye.
Ma che orrendo paragone, scritto al bar?
"Mi piace"Piace a 2 people
Oh Pino, mangiato pesante?
"Mi piace"Piace a 2 people
ma chi segue ancora il calcio di questi tempi?
"Mi piace"Piace a 1 persona
Stupefatta dall’articolo di Corrias.
Un paragone appiccicato “a bollo”, più voluto che spontaneo, forse più per metabolizzare la partita che altro…
"Mi piace"Piace a 1 persona
Che la nazionale tedesca sia più forte di noi è sintomo che il paese sta’ con le pezze al ©ulo finiti in fondo al pozzo .Da un po’ ha iniziato anche a scavare invece di tentare la risalita🤔
"Mi piace"Piace a 1 persona
Beh, insomma: la Germania, da sempre, è una delle nazionali “guida” nel calcio, che poi l’Italia sia riuscita a sconfiggerla molte volte è altro discorso. I tedeschi hanno vinto 4 volte il mondiale come noi, però hanno maggior numero di secondi posti (3 a 2) e maggior numero di piazzamenti al 3/4° posto. E anche nel torneo europeo sono in vantaggio loro 3a2. Diciamo che in una teorica classifica mondiale, dopo il Brasile verrebbero (purtroppo) loro e noi terzi. E infine, da non dimenticare, che l’Italia ha fallito le qualificazioni delle ultime due edizioni, la Germania no…
"Mi piace"Piace a 1 persona
Titolo: “Nel nome del pusher”.
Azz… qualcuno ha trovato la formula della metamfetamina di Walter White.
"Mi piace"Piace a 2 people
Certo che ha dell’epico quella partita. Dico da 3-0 del 45o al 3-3 al 95o.
Un rigore negato sarà sempre pronto per rimpiangere la replica, andata vicinissima, del 4-3 del 1970. Anche se ben difficilmente dopo l’eventuale rigore, ne avremmo visto un altro al 95o.
Però sono queste cose che poi fanno parlare.
Come i canarini rossi che dal 2015 fanno le bamboline voodoo a Marquez, perché ha complottato contro VR46.
"Mi piace""Mi piace"