(Tommaso Merlo) – Armare fino ai denti le classi dirigenti europee che ci ritroviamo, è pericoloso. Basta vedere quello che hanno combinato con l’Ucraina. Sono anni che prendono fischi per fiaschi e non c’è stato verso di farli ricredere. Una ottusità pari solo alla loro cocciutaggine. Hanno spinto l’Ucraina al suicidio e tutti noi in crisi economica e sull’orlo di una guerra atomica, eppure non solo non ammettono il loro fallimento, ma se fosse per loro insisterebbero. Una arroganza pari solo alla loro faccia tosta. Nessuno che riconosce gli errori, nessuno che chiede scusa, nessuno che fa un passo indietro. Tutti a fare spallucce in modo da riuscire a riciclarsi e proseguire serenamente la propria carriera. Poi c’è in giro ancora qualcuno che si interroga sul perché dell’orticaria verso la politica che gli viene propinata. Faticano a tirare avanti e a rimangiarsi i sogni mentre i politicanti buttano nel cesso cifre folli per fare i rambi della situazione. Come se credessero ciecamente alla guerra come strumento per la risoluzione delle controversie internazionali e non concepissero alternative. Come se dal dopoguerra ad oggi avessero sparso retorica pacifista solo perché era la moda del momento e gli serviva per scalare la società. E adesso che la guerra è tornata di moda, si adeguano. Per assecondare la potentissima lobby della guerra e per evitare di finire nel mirino del gregge. Si è visto con l’Ucraina, se non ti metti a belare all’unisono ti additando come traditore o utopico pacifista. E allora beè, beè e forza alla coalizione dei bellicosi con le chiappe altrui. Già, armare fino ai denti le classi dirigenti europee che ci ritroviamo è davvero pericoloso. Quello che è successo con la Russia può succedere a chiunque altro un domani. Anche per assurdo ad un paese europeo facendo scoppiare l’ennesima rissa continentale. Sarebbe il perfetto epilogo di questa misera era. Le nazioni europee hanno messo in comune qualcosa perché gli conveniva ma non hanno avuto le palle per fare l’Europa. Non vogliono perdere potere, non vogliono accettare la loro fine storica. Un limbo pericoloso, perché il vero potere è passato dalla politica all’economia e le sfide politiche reali sono tutte globali. Quelle economiche e del lavoro e dello sviluppo, quelle tecnologiche, quelle ambientali, quelle della sicurezza e delle migrazioni, quelle sanitarie. Sfide difronte alle quali le vecchie nazioni europee da sole sono del tutto impotenti. Per questo invocare la sovranità nazionale quando le sfide politiche sono globali significa esattamente l’opposto, condannarsi all’irrilevanza o al guinzaglio di qualche padrone. L’unico modo in cui le nazioni europee possono mantenere la sovranità è unirsi. Ma per davvero e quindi politicamente. La sfida storica è costruire l’Europa dei popoli non dei tecnocrati e della vecchia partitocrazia. Serve una repubblica federale, non un club in balia di partiti bolliti o del verminaio lobbistico brussellese. Serve un processo politico costituente che parti dal basso, coi cittadini del continente che si costruiscono una nuova casa comune su misura. Con chi ci sta. Una casa in cui ci sia spazio per tutte le particolarità ma che sulla scena globale abbia una voce sola. Al momento ci troviamo in un limbo pericoloso perché le nazioni da sole non contano una mazza e non riuscendo a fare passi avanti, hanno creato un enorme vuoto politico a Bruxelles. Un vuoto colmato dai tecnocrati e dalle lobby tra cui spicca quella della Nato che ha sede in città. Anche per questo vuoto politico armare fino ai denti le classi dirigenti europee è pericoloso. Potrebbero prima o poi riprendere a farsi la guerra tra loro oppure continuare come negli ultimi decenni a decidere nei corridoi dei consessi dove e perché guerraggiare. Come se fosse una questione di stato che spetta a lorsignori decidere e non invece ai cittadini che la pagano e la combattono. Altro che coalizione dei bellicosi con le chiappe altrui, altro che rambi ed illusioni sovraniste. I popoli europei si devono riappropriare del diritto di decidere del loro futuro e quindi anche della pace e dalla guerra e si devono adeguare al nuovo mondo globale. E per questo serve una repubblica federale europea e il ritorno ad una democrazia autentica in cui il potere appartenga davvero al popolo.