(Adnkronos) – “Se tu stai parlando di un atto che fino all’altro ieri è stato considerato fondativo della Repubblica italiana -tutti, compreso il Movimento sociale italiano, avevano un atto di rispetto nei confronti di Ventotene che era sempre pluricitata – tu irrompi contro, di fronte a questa trasgressione io, che sono non violento, avrei lanciato un oggetto contundente contro la presidente del Consiglio, facendomi espellere”.

Lo ha affermato l’ex presidente della Camera, Fausto Bertinotti, ospite ieri sera della trasmissione ‘In altre parole’ su La7. “Bisogna segnalare -ha aggiunto- che un limite è stato oltrepassato.

Siccome sono un parlamentare eletto dal popolo, devo comunicare al popolo che così non si può fare in Parlamento nella Repubblica italiana. E allora faccio un atto per cui mi condanno poi, ma intanto ti tiro un libro, che magari anche ti serve”.

BERTINOTTI, ABBIAMO FALLITO, RIFONDAZIONE ANDAVA SCIOLTA

(ANSA) – “Il giorno in cui il fucile diventa la protesi del braccio, è il fucile che comanda, ed è quel che sta succedendo nel mondo e in Europa”. Lo spiega Fausto Bertinotti, ex leader di Rifondazione, ex presidente della Camera a La Stampa citando le parole del comandante Marcos per commentare quello che accade in Ue.

Il suo libro in uscita ha il titolo ‘La sinistra che non c’è’. “Noi abbiamo fatto una traversata verso l’ignoto, ed è finita in un fallimento – ammette – . La sua misura è nel dissolvimento di quel popolo riassunto nella canzone ‘qualcuno era comunista’ di Gaber. Un popolo tenuto insieme non da un’ideologia ma da un bisogno di alternativa. Quella dopo è una classe politica senza storia e senza memoria, rassegnata all’ineluttabilità del capitalismo. Questa è diventata l’unica ideologia che ha divelto l’autonomia della politica”.

Bertinotti si rimprovera una cosa “di non aver sciolto il partito, Rifondazione, nel movimento altermondista come nuova soggettività politica per uscire da sinistra dal Novecento – spiega -. Un’operazione luxemburghiana, che avrebbe anticipato una piega diversa dal populismo. Quello è stato l’ultimo grande movimento di massa di critica alla globalizzazione”.

L’ex presidente della Camera non è anti europeista. “Tutt’altro. Dico, come allora: ‘Sì all’Europa, no a Maastricht’. L’Europa di oggi tradisce il suo inventore. Jacques Delors che aveva proposto tre punti di riferimento per il processo di integrazione: debito, deficit e occupazione – conclude – . Quest’ultimo è stato amputato e, infatti, prima arriva il ciclo conservatore di Angela Merkel, poi il populismo”.

UE: BIGNAMI (FDI), DOPO PRODI ORA BERTINOTTI, SINISTRA MOSTRA VOLTO PEGGIORE

(LaPresse) – “La sinistra in questa settimana sta mostrando il suo volto peggiore. Mercoledì l’indegna gazzarra contro il presidente del Consiglio in Aula a Montecitorio per aver letto e raccontato a tutti quella che è la vera natura, antidemocratica ed antiliberale, del Manifesto di Ventotene.

Ieri Romano Prodi, il quale infastidito da una domanda sul Manifesto di Ventotene, che inveisce ed aggredisce una giornalista; ed infine Fausto Bertinotti che, sempre riguardo il Manifesto di Ventotene, in una trasmissione arriva addirittura a dire che avrebbe lanciato ‘un oggetto contundente contro la presidente del Consiglio’.

Siamo davvero preoccupati per questi atteggiamenti, che rischiano di avvelenare il clima politico, peraltro già reso delicato come mostrano le continue aggressioni, minacce e intimidazioni di cui sono oggetto esponenti del centrodestra e in particolare Fratelli d’Italia e la stessa Giorgia Meloni. Mi auguro che dopo queste ennesime dichiarazioni finalmente da sinistra arrivino parole chiare di condanna e di censura”. Lo dichiara il capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera dei deputati, Galeazzo Bignami.