(Giuliano Foschini – repubblica.it) – Campobasso – «Attilio ma io di cosa mi occupo all’interno della società? Cosa faccio?». C’è un’intercettazione, nell’inchiesta per corruzione a carico del presidente della regione Molise, Francesco Roberti, esponente del centrodestra, che fotografa nel dettaglio questa storia: a parlare la moglie di Roberti, Elvira Gasbarro, assunta da una società dei rifiuti per ottenere favori dal marito. A sua insaputa, evidentemente, visto che nemmeno lei era in grado di definire davanti ai carabinieri il suo ruolo. «Una mazzetta smaterializzata» la definisce la Guardia di Finanza nelle migliaia di pagine che la procura antimafia di Campobasso ha depositato a chiusura delle indagini. Un’inchiesta che descrive un traffico di rifiuti tra varie regioni, con imprenditori vicini alla mafia. Oltre a «ricorso sistematico alla corruzione», considerata necessaria, proprio da quegli imprenditori in contatto con i clan, per creare una corsia preferenziale idonea ad accelerare l’emissione di provvedimenti». Un «accordo corruttivo», si legge negli atti, tra il sodalizio criminale e il «presidente Roberti», in cui «l’associazione criminale assumendo la Gasbarro e affidando allo studio tecnico del marito importanti commesse garantiva ai coniugi lauti compensi», mentre«Roberti aveva come obiettivo realizzare l’interesse dell’associazione per interessi diversi da quelli istituzionali».

I rifiuti

L’inchiesta ruota attorno alla società Energia Pulita che ha diversi interessi in Molise, in particolare nel mondo sui rifiuti. Un mondo su cui Roberti, che all’epoca dell’indagine era sindaco di Termoli e presidente della provincia, aveva possibilità di intervenire direttamente. «Era Roberti – scrive la Finanza – a seguire costantemente le pratiche presentate dalla società presso i vari enti». Per esempio: in qualità di presidente della provincia faceva pressioni sul gestore di una discarica, a Guglionesi, perché prendesse più rifiuti dalla Energia pulita. «Io ho un problema grosso: Foglia, mi ha ridotto i conferimenti» diceva Giuseppe Di Geronimo, il numero uno della società. «E vediamo pure Foglia» lo rassicurava la Gasbarro. E infatti, su input della moglie, il presidente si muove: «Devo provare con il sindaco» dice l’attuale governatore». «Gli devo dire: che dobbiamo fare? Dobbiamo cominciare a mandare i controlli?». «Roberti a scrive la Finanza – voleva veicolare a Foglia, per il tramite del sindaco, la minaccia di sottoporlo ad atti evidentemente ritorsivi». L’operazione, seppur dopo lunghi incontri e scontri, secondo i carabinieri del Noe che hanno seguito questa parte dell’indagine funziona. I conferimenti di rifiuti da parte dell’Energia pulita aumentano. «Ho fatto di tutto per contenere i conferimenti – mette a verbale il gestore dell’impianto, Foglia – ma alla fine, quando Di Geronimo mi ha detto che lui parlava direttamente con il Presidente della Provincia, mi son trovato in difficoltà e ho capito che dovevo acconsentire alle richieste sue e di Roberti».

Le mazzette

Come detto «l’asservimento di Roberti», sempre secondo la ricostruzione degli inquirenti, non era gratis. I «prezzi della corruzione» sarebbero stati diversi: «Mazzette smaterializzate sotto forma di prestazioni professionali, assunzioni. O regalie varie». C’è la storia dell’assunzione della signora Gasbarro che, prima viene impiegata per il tramite di alcuni consulenti, e poi finisce direttamente da Energia pulita. Senza sapere effettivamente cosa fare, come lei ammette nell’intercettazione. Non solo. «La riprova del fatto di trovarsi di fronte a un rapporto di lavoro sui generis – scrive la Finanza – si ricava da un dialogo del marzo del 2021». «Poi ci stabiliamo il quantum… me lo dici tu!» diceva Di Geronimo alla Gasbarro. «Di solito tra il datore e il dipendente avviene al contrario…» annotano le fiamme gialle.

D’altronde la signora, anche lei indagata, si muoveva con grande disinvoltura. A un consulente non troppo collaborativo diceva: «Io sono Elvira, ma guarda chi c’è dietro di me». La signora non sarebbe stata la sola a essere avvantaggiata. Per dire: Roberti fa commissionare allo studio tecnico di cui era socio un lavoro per conto della solita società. «Nell’occasione, Roberti, seppur consapevole dell’esistenza di un abuso edilizio, suggeriva al socio del suo studio, a cui nel frattempo era stato commissionato li lavoro, di presentare una Scia, che attestasse falsamente lo stato dei luoghi». «Francesco deve prendere tutto in mano lui, ha detto che sostituisce un altro ingegnere che ti segue, ha detto “mo se dobbiamo fare veloce ci penso io”».