
(Tommaso Merlo) – Mentre Trump arresta studenti colpevoli di dar fastidio alla lobby sionista, Musk procede spedito verso la bancarotta. Che i ricchi siano anche i più intelligenti si conferma una delle tante baggianate del capitalismo spinto. Musk non poteva fare mossa più idiota che scendere in politica in quel modo, l’uomo più ricco del mondo che si mette a smantellare lo stato sociale lasciando per strada dei poveri cristi. E questo mentre lui ha intascato miliardi in contratti e sussidi pubblici. Roba che manco Hollywood o le ciurme complottiste han mai partorito. Un vero e proprio suicidio d’immagine e di sostanza in tempi di vertiginosa ingiustizia sociale e vacche magre. Se i ricchi si son sempre comprati la politica restando dietro le quinte e sovente oliando tutti gli schieramenti, non è certo un caso. E i ricchi che si abbassano a fare politica, si fanno prima legittimare dal voto. Musk ha invece conquistato il potere coprendo Trump d’oro massiccio e se non bastasse si è pure ideologicamente schierato con una nicchia estremista detestata da gran parte del panorama occidentale. Davvero un suicidio anche commerciale. A parlare sono i numeri. Discesa a picco delle vendite e quindi delle azioni e quindi dei miliardi col rischio di un effetto domino sul suo impero. Concessionari accerchiati, auto vandalizzate. Una situazione drammatica come dimostra Trump ridotto a fare pubblicità alle auto del suo socio sull’uscio della Casa Bianca. Ma le belle notizie non finiscono qui. È vero che votare serve sempre meno, in compenso è possibile fare politica in altri modi altrettanto efficaci. Tipo scegliendo prodotti ed aziende coerenti coi propri valori. Un fare politica che colpisce il capitalismo oligarchico al cuore e che grazie ai social sta acquisendo notevole potenza. Ribellandosi i cittadini smettono di essere mercato per tornare ad essere società motore della storia. Ma anche in termini di idiozia il presidente rimane sempre Trump. Nel giro di tre mesi ha dilapidato un notevole patrimonio politico ed economico. I suoi indici di gradimento sono sotto lo zero in ogni angolo del globo ed ogni decisione che prende fa danni. Gran parte degli ordini esecutivi che ha sfornato sono stati bloccati dai giudici perché palesemente anticostituzionali ed hanno solo alimentato un pericoloso scontro tra poteri e proteste di massa. Tensioni sociali aggravate da quelle sui mercati. Trump ha ereditato una economia in buona salute e in soli tre mesi l’ha trascinata alle porte della recessione. Tutta colpa del caos e di una delirante guerra commerciale. In tempi di crescente integrazione globale, Trump rispolvera il protezionismo. Dalla quarta alla retromarcia in piena accelerazione. Più che età dell’oro, si profila un disastroso tramonto per l’impero del dollaro. Ma le belle notizie non finiscono qui. L’ego tossico di Trump non sta zitto e buono un attimo. Un reality shitshow con tanto di cerone arancione e cravatta rosso fosforescente. Si crede un messia perseguitato che il Padreterno ha salvato dal patibolo e dalle pallottole per il bene del suo paese. E da vero timorato, adesso vuole vendetta. C’è chi parla di regime e perfino di guerra civile se le forzature fascistoidi continueranno. Ma raggiunto il fondo non si può che tornare su. Trump è l’incarnazione perfetta della pandemia narcisista della nostra era, il presidente ideale per esasperare la deriva della superpotenza capitalista americana costringendola a girare radicalmente pagina. Di questo passo Trump non arriva nemmeno alle elezioni di metà mandato. Del resto se il potere di Musk si basa sui soldi, quello di Trump ha anche bisogno di consenso. E tra caos e disastri, il popolo americano si sta rendendo conto di come sia una baggianata che i ricchi siano anche i più intelligenti e come in politica servano sensibilità e capacità opposte a quelle degli affari. E quindi si ribellano smettendola di essere mercato e tornando ad essere società pilastro della democrazia e motore della storia.
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