
(Gioacchino Musumeci) – “Se l’invasione russa dell’Ucraina avesse successo potrebbe arrivare un’era molto pericolosa… La tragedia della seconda guerra mondiale si è verificata quando la Germania nazista ha usato la forza per imporre la sua volontà a Paesi come la Polonia: questo terribile precedente potrebbe ripetersi… Se una potente nazione armata impone con successo la propria volontà a un’altra, seguiranno altre aggressioni”
Parole del nostro capo dello Stato. In età più che avanzata Mattarella spartano butta giù dalla rupe il pacifismo costituzionale. Il presidente ha aggiunto che la pace dev’essere “una soluzione che non mortifichi nessuno”. Non “un omaggio alla prepotenza delle armi”. Perdenti mortificati da sempre a parte, Mattarella non si è accordato con la Von der Leyen prima di pronunciarsi. La pazza afferma infatti che la pace si ottiene con la forza e pertanto impera la necessità del riarmo ottenuto con un piano che impegna risorse sufficienti a risanare le economie UE in crisi nera ma per il benessere dei cittadini c’è tempo.
800 miliardi destinati all’idea tribale che l’autorevolezza dell’Unione Europea, il cui pacifismo delle fondamenta ormai reato è stato insultato e poi cancellato, dipenda dalla potenza dell’arsenale militare.
Incredibilmente i vertici europei, le cui strategie primitive durante il conflitto in Ucraina testimoniano il deliberato boicottaggio contro la volontà esplicita dei “popoli sovranih” di ogni prospettiva di pace, interpretano i rapporti tra stati con le logiche del millenovecento da cui le piaghe più devastanti che il mondo abbia visto. Gli inenarrabili orrori e il centinaio di milioni di morti delle due guerre mondiali non si devono alla grande Russia, fu opera nostra; “repetita juvant”?
Dunque Mattarella, imbracciato il moschetto e buttati via i libri, accondiscende la follia europea fomentata da novelli Napoleoni, fascistoni e sinistri vari tanto per non farsi mancare niente.
Il nostro presidente dovrebbe garantire i valori della Costituzione, non scordare mai che la Repubblica italiana è fondata sull’idea che armi e guerre non sono mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; la Repubblica ripudia letteralmente le guerre nonostante la beffa storica che l’unificazione italiana sia figlia dalla prepotenza delle armi e abusi sul popolo meridionale.
Ne discende che Mattarella l’immemore vaneggia quando usa il condizionale per dire che “potrebbe arrivare un era pericolosa”: l’epoca perniciosa è già qui se il capo dello Stato deforma l’impostazione della Repubblica. Da pacifista e fondata sul lavoro il nostro Paese, clientelismo, corruzione e mafia esclusi, si scopre bellicista e fondato su armi e zerbinaggio multilaterale.
Mattarella agita il fantasma di future aggressioni russe e non potrebbe essere più tragicamente paradossale. Bisognerebbe mettersi d’accordo su un elemento propagandistico contraddittorio a matrice essenzialmente draghiana” : al di là del confine ucraino c’è solo Nato. Si può temere davvero che la Russia raccontata al tracollo, vessata da sanzioni, economicamente fallita, i cui soldati al fronte combattono con le pale, capeggiata addirittura da un paziente terminale morto e risorto 100 volte come il Covid, possa intraprendere azioni militari contro i membri Nato? Direi che qualcosa non quadra se tanta temibile potenza russa, arsenale nucleare a parte, non ha prodotto neanche l’invasione della sola Ucraina. E che Putin aneli il suicidio è vero quanto l’ effetto dirompente delle sanzioni economiche.
Mattarella sottovaluta il pubblico. Dopo minchiate a tutto volume servite per tre anni a cittadini oggi esausti e assordati, quella del riarmo chiude il cerchio. Una guerra totale non dovrebbe giovare nessuno, ma che le nostre democrazie virino sempre più verso l’autocrazia è un fatto certo. I fascismi in Europa si consolidarono quando sussistettero crisi politiche ed economiche tali da indurre le locali élites conservatrici a cooperare coi fascisti, i quali furono disponibili ad accettare un processo di “normalizzazione” quale presupposto di un compromesso autoritario. E’ il quadro di oggi, auguri a tutti.