(Tommaso Merlo) – Han scatenato guerre sul nulla per decenni, oggi che hanno la Russia come scusa vanno a nozze. Dopo tre anni di mattanza per procura in Ucraina, i guerrafondai con la pellaccia altrui si apprestano a riarmare il vecchio continente. Si preannunciano tempi di vacche obese per l’industria della morte. A Zelensky han dato inutilmente fino all’ultimo avanzo di magazzino e ora vanno riempiti con le nuove collezioni di bombe e missili intelligenti e pure saggi. Il momento è alquanto propizio. Ad est incombe un attila russo che scalpita per flagellarci tutti, mentre ad ovest hanno incoronato uno squilibrato che dopo decenni da ligie colonie ci ha ripagato col segno dell’ombrello. Già, siamo in imminente pericolo e dobbiamo sbrigarcela da soli. È questa la propaganda usata per sottrarre immense risorse ai poveri cristi al fine di produrre armi per ammazzare altri poveri cristi. Del resto la guerra è questo e nient’altro che questo. Ma a Bruxelles se lo sono dimenticato, i tecnocrati si son ridotti a fare i rappresentanti della Nato con tanto di valigetta e catalogo degli ordigni. Non diplomazia, ma guerra. Non politiche illuminate, ma ritorno al passato. Alla faccia dei padri fondatori e dei loro pronipoti che vorrebbero continuare a godersi la pace in santa pace. Ma le guerre sono da tempo una questione di stato, le decidono le tecnocrazie in doppiopetto e in uniforme nei corridoi dei conclavi occidentali. Della volontà popolare se ne fregano, come se la guerra fosse una cosa troppo seria per lasciarla al popolino e in fondo considerata politicamente inevitabile ed economicamente auspicabile. Tecnocrazie sopra, popolino sotto ed in mezzo politicanti sempre più disprezzati da entrambi che litigano tra una votazione inutile e l’altra. Politicanti che a furia di crogiolarsi in miseri egoismi nazionalistici e nella mediocrità partitica, sono finiti ai margini della storia. Comparse tra est ed ovest e commessi dell’industria della morte. Per fare carriera bisogna del resto sposare la guerra, in cima i pacifisti non li fanno arrivare perché possono dare fastidio. Più sali, più la pace è vana utopia e non realistico buonsenso. Più sali, più la guerra è sensata e non follia autodistruttiva. Guerrafondali in cui sguazzano tecnocrati, politicanti e anche presunti giornalisti mainstream che tentano di addomesticare le masse. Rimuovendo le lezioni del nostro passato, sdoganando la violenza a fini politici e cioè la guerra ed esasperando nemici e minacce. Perché il segreto è la paura. È quando le masse sono intimorite e all’angolo che abboccano alla guerra. Spirito di sopravvivenza che fa emergere gli istinti peggiori. Guerrafondali in cui si son messi a strombazzare perfino presunti intellettuali e filosofi del nulla che disquisiscono di guerra come eroico esercizio collettivo che forgia le nuove generazioni invece che retrograda follia che le stermina per i deliri egoistici dei potenti di turno. Tanto sono i poveri cristi quelli che prima pagano la guerra e poi la combattono in prima linea, non certo i politici che le avvallano e gli eruditi che le decantano. Guerrafondai con la pellaccia altrui. Incredibile ma vero. Oggi l’Europa o meglio chi ne detiene le redini, sceglie ancora la guerra ed usa il contesto internazionale e quindi la sicurezza come scusa. Ma il vero fine è il business del riarmo in sé, la sicurezza si ottiene con la politica e la diplomazia. Col dialogo, con la cooperazione, con l’unione. Lo insegnano secoli di storia continentale ma anche gli ultimi decenni di guerre a vanvera che hanno avuto come unico effetto quello di portarci terroristi e profughi sull’uscio di casa e rendere il mondo più ingiusto e pericoloso. Davvero incredibile. Chi detiene le redini europee si è scordato come la guerra non sia altro che immense risorse sottratte al bene comune e investite nell’autodistruzione, violenza bruta a fini politici, poveri cristi che sterminano altri poveri cristi per qualche delirio egoistico. Questo e nient’altro di questo.