
(di Giulio Cavalli – lanotiziagiornale.it) – Quindi il Parlamento europeo si ritrova ancora una volta invischiato in uno scandalo di corruzione. Dopo il Qatargate, con le valigette di contanti che hanno travolto le istituzioni comunitarie, ora tocca al caso Huawei. La polizia belga ha perquisito gli uffici della multinazionale cinese e quelli di alcuni eurodeputati, svelando il solito schema: regali, viaggi, favori in cambio di decisioni politiche favorevoli.
Ed è proprio in questa cornice che si prepara una delle più grandi operazioni finanziarie della storia dell’Unione: il piano ReArmEurope. Ottocento miliardi di euro per il riarmo, decisi sotto la regia di Ursula von der Leyen, la stessa che ha lasciato il Ministero della Difesa tedesco nel 2019 con un bilancio pesante, fatto di inefficienza gestionale, sprechi e scelte discutibili.
Durante il suo mandato, la Bundeswehr ha affrontato problemi strutturali gravi: nel 2018, solo il 39% dei principali sistemi d’arma era operativo, una percentuale allarmante per un esercito di una delle maggiori potenze economiche mondiali. Gli elicotteri NH90, acquistati per 8,5 miliardi di euro, hanno presentato difetti tecnici talmente gravi da richiedere la sospensione temporanea dei voli. La situazione non era migliore per i sottomarini della marina tedesca: per mesi, nessuno degli U-boat in servizio era effettivamente disponibile a causa di guasti e mancanza di pezzi di ricambio.
Ma il capitolo più controverso della sua gestione è stato lo scandalo dei consulenti esterni. Nel 2018, un’indagine parlamentare ha rivelato che il ministero aveva assegnato contratti per almeno 200 milioni di euro a società di consulenza senza gare d’appalto adeguate.
La situazione è diventata ancora più opaca quando si è scoperto che i dati contenuti nei telefoni di von der Leyen erano stati cancellati prima di essere consegnati agli inquirenti. Le critiche sul suo operato non sono mai state smentite dai numeri. Nel 2019, un sondaggio ha rivelato che il 61% dei tedeschi considerava la sua gestione del ministero fallimentare. Buona fortuna.
Senza contare il grave conflitto di interessi, al tempo del Covid, per il fatto che il marito della von der Leyen è il direttore medico di Orgenesis Inc., una società che collabora con Pfizer-Biontech,è direttamente coinvolta nello sviluppo di terapie geniche, in particolare vaccini contro l’acido ribonucleico messaggero (mRNA) e i suoi rapporti con consorzi che hanno partecipato e hanno vinto gare d’appalto per fondi destinati alla ricerca e allo sviluppo in almeno due Stati membri. La von der Leyen ha avuto un ruolo di primo piano nella gestione delle relazioni con le aziende farmaceutiche e nella gestione dei fondi europei per la ricerca e lo sviluppo di terapie geniche. Suo marito ha tratto un notevole vantaggio economico dalla posizione di potere della moglie. Gli stessi sospetti possono risorgere oggi circa i rapporti tra una Presidente che ha già presentato lati oscuri e le lobbye delle armi.
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che il parlamento europeo sia oieno degli scarti di tutti i paesi membri ci è ormai tristemente noto , ma una nazista come la von der c.. c’è la potevamo anche risparmiare!
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