(Stefano Rossi) – L’Unione Europea non ha mai avuto un capo di governo, un ministro degli esteri e un ministro della difesa, quindi, non c’è mai stata una politica estera unita, anzi, per la verità, la politica è sempre divisa e divisiva.

Ancora è tutto in itinere, se è vero, che ReArm Europe è un contenitore vuoto ancora da riempire: non c’è una legge, un programma, una politica su come ci dovremmo armare ma, guarda caso, è stata indicata la spesa.

Ci guadagneranno le lobbies e i fabbricanti di armi; ci perderanno le classi meno abbienti, già provate da una crisi economica e da ripetute recessioni.

E, naturalmente, la sinistra italiana, per lo più, è d’accordo sul riarmo.

I poveri possono aspettare.

A proposito di crisi, Ursula von der Leyen, e i suoi sodali, ha deciso anche la distruzione del più grande datore di lavoro europeo: le case automobilistiche.

A tavolino hanno deciso di non produrre più motori endotermici per virare velocemente ai motori elettrici senza considerare i rischi industriali e le conseguenze per una tecnologia che avrà effetti negativi nell’ambiente, visto che, gli esperti, sono molto diffidenti verso le auto elettriche.

Ora intravedono un’altra possibilità per dimostrare le loro imprevidenti capacità: armare non l’Europa ma chi si ritiene “volenteroso” per difendere l’Europa.

Sono consapevoli che il piano nasce zoppo, non tutti i Paesi membri sono d’accordo, non tutti avranno le capacità economiche per farvi parte, non tutti sono contro la Russia. Difatti, il piano ReArm E. nasce dal presupposto che Putin muore dalla voglia di invaderci. “Viviamo in tempi pericolosi, la sicurezza dell’Europa è minacciata in modo serio” e, noi europei, dovremmo ancora difendere l’Ucraina quando, Usa e Russia, si spartiranno le zone più ricche dell’Ucraina.

Ma che razza di politica è questa!

Un’ultima considerazione.

Se mai ci sarà un riarmo, come ci difenderemo?

Se ci fate caso, nessuno crede ad un esercito comune perché, appunto, non abbiamo un leader, ministri degli esteri e difesa che rappresentino l’Europa. Chi mai dovrebbe prendere decisioni immediate in caso di conflitto?

Qui risiede il più grande dilemma dell’Unione Europea: doveva riguardare solo alcuni prodotti commerciali, è diventato un carrozzone mastodontico pieno di regole e balzelli.

Ma se si tratterà di andare in guerra, chi partirà per primo?

Chi prenderà le decisioni per muovere da una parte, o dall’altra, l’eventuale armata Brancaleone formatasi al momento?

Intanto ci armeremo, poi, chi userà le armi, sarà tutto da vedere.

In Italia, e non poteva andare diversamente, questo piano ha sconquassato i partiti, tutti divisi, alcuni dei quali, come il Pd, divisi pure al loro interno.

Figuriamoci se dovessero parlare in 27!

Allora, non era meglio continuare con la ridicola politica progressista green?

Anziché dire “Armiamoci”, potevano dire “Amiamoci”.

Hai visto mai che avremmo intenerito quei farabutti di Trump e Putin?