
(Andrea Zhok) – Chiedo in anticipo scusa per la banalità delle considerazioni che seguono.
Mi sono risolto a riportarle semplicemente perché continuo a ritrovare argomentazioni lunari intorno alla necessità di armarsi per difendersi dalla Russia. Perciò, vista la posta in gioco, forse è meglio ribadire anche l’ovvio.
TEMA: Dobbiamo davvero avviare una corsa agli armamenti per difenderci da una possibile aggressione russa?
1) Quali sono gli asset, i valori materiali che la Russia potrebbe desiderare dall’Europa? Giacimenti minerari? Scorte di uranio? Depositi di gas naturale? Giacimenti petroliferi? Terra coltivabile?
No, è del tutto evidente che in tutte queste cose è l’Europa ad essere carente, oltre ad essere un importatore netto dei relativi prodotti.
L’unico asset europeo desiderabile per la Russia è la sua capacità industriale, la manifattura.
Ma ovviamente per appropriarti della manifattura di un paese non ci fai la guerra contro, visto che una guerra tende a distruggere capacità produttiva e visto che sfruttare l’altrui capacità produttiva in maniera coattiva è impossibile (funziona solo per la manodopera servile).
Manifattura e industria a parte, l’Europa può solo offrire ai russi luoghi di villeggiatura.
2) La Russia ha un territorio di oltre 17 milioni di chilometri quadrati, l’Unione Europea tutta insieme supera di poco i 4 milioni di chilometri quadrati. Dunque il territorio russo è più di 4 volte quello dell’UE. La densità della popolazione UE è di 105 abitanti per chilometro quadrato, la densità della popolazione russa è di 8 abitanti per chilometro quadrato. Dunque la Russia ha già un rilevante problema ad occupare il proprio territorio. Da quando in qua un paese con terra infinita, popolazione comparativamente scarsa, ma risorse minerarie ed energetiche colossali, vuole conquistare un’area territorialmente piccola, sovrappopolata e senza risorse? Invero, storicamente è sempre stato l’opposto: l’Europa occidentale ha ripetutamente cercato di conquistare l’oriente russo, secondo la ferrea logica geopolitica per cui aree ad alta densità di popolazione, e scarse risorse cercano di espandersi in aree a bassa densità di popolazione e vaste risorse.
3) Il riarmo è forse necessario perché la spesa militare russa è aggressivamente superiore a quella europea? In pieno conflitto, con un’economia quasi convertita in economia di guerra, la Russia nel 2024 ha destinato il 6,7% del PIL alle spese per la difesa. Questo è percentualmente molto più della spesa media europea che rimane sotto il 2%. Tuttavia in termini assoluti la spesa russa è pari a 145,9 miliardi di dollari, mentre quella europea (+ UK) ammonta a 457 miliardi di dollari (il triplo). (Gli USA da soli stanno a 850 miliardi di dollari). Ergo, affermare che c’è un gap di investimenti da colmare è semplicemente falso. Forse si tratta semplicemente di spendere meglio.
4) Se davvero siamo angosciati per la minaccia bellica rappresentata da una possibile aggressione russa quale atteggiamento sarebbe raccomandabile?
Esiste una regola universale nei rapporti tra i paesi, ed è che la migliore garanzia di sicurezza è fornita dalla cointeressenza: se hai interessi, investimenti, forniture in un paese, hai un fondamentale disincentivo a mettere tutto ciò a repentaglio con una guerra.
Ergo, se – ed è un grande se – le dirigenze europee volessero ridurre il pericolo di una minaccia russa, il modo di ottenerlo è facilissimo: togliere le sanzioni, riaprire commerci e investimenti, riaprire il North Stream 2. Di colpo le ragioni di un conflitto diminuirebbero verticalmente, e simultaneamente, con materie prime e risorse energetiche a basso costo, aumenterebbe la capacità europea di fornire beni interessanti per il resto del mondo (Russia inclusa).
5) Conclusioni.
Premesso che sul piano geopolitico l’UE ha ragioni per attaccare la Russia, mentre la Russia non ha ragioni per attaccare l’Europa, la strategia dell’UE, di a) incrementare una spesa militare esplicitamente orientata in funzione antirussa e b) mantenere sanzioni e blocco permanente dei rapporti commerciali con la Russia, rappresenta precisamente la più efficace strategia per massimizzare i rischi di un conflitto.
Nel nome delle esigenze di sicurezza stiamo aumentando l’insicurezza.
E perche’ mai i pacifici russi se non vogliono altro che commerciare con noi , da ben prima della guerra ucraina conducono attacchi informatici, anche a nazioni che non c’entrano nulla con la famigerata Nato https://www.swissinfo.ch/ita/comuni-e-banche-svizzeri-subiscono-attacchi-informatici-da-russi/88755934 diffondono fakes news elettorali, appoggiano gruppi estremisti ed antieuropei ? Non si fa cosi’ con i partner commerciali…Vadano pure a fare gli sguatteri dei cinesi, tanto noi non gli serviamo, no ????
"Mi piace""Mi piace"
La Russia è un Impero, esattamente come gli Usa, e come tale ha come obiettivo ampliare la sua influenza e eventualmente il controllo di altri territori. In Africa Russia e Cina, come prima quasi tutta parte occidentale del pianeta ha enormi zone di influenza e sfruttamento, seppur a tratti morbido sempre tramite milizie.
In Europa aveva un approccio molto più complesso di controllo, meno invasivo degli Usa perché senza militari e basi stanziali, bensì di fornitura di gas e materie prime, di investimenti, di relazioni e di spionaggio.
Dal 1994 in poi le cose sono via via cambiate, poi precipitate dal 2014 e poi deflagrate nella guerra russo-ucraina: ad oggi ci separano un muro di cadaveri ucraini e Russi, oltre foreign fighters, specialisti nato, milizie varie e giornalisti e attivisti.
Le sanzioni che abbiamo imposto sono state sicuramente dannose ma non hanno sortito l’effetto annichilente che avevano vaticinato i nostri “politici”.
La Russia ha da sempre imparato che il suo pericolo esistenziale viene da Occidente, è risorta dal crollo del comunismo, dalla guerra fredda e oggi da sanzioni e attacchi terroristi. Va da sé che sarebbe utile anche a lei una relazione più pacifica, che ha quasi sempre ricercato tramite accordi commerciali, sponsorizzazioni e collaborazioni (ad esempio in chiave “antiterrorismo” e spesso ad adiuvandum degli Usa )
, tramite investimenti di varia natura e relazioni internazionali.
È chiaro che i rapporti sono via via cambiati dal ‘94 in poi, con un’accelerazione dal 2014 e poi con la minaccia dell’ingresso nella NATO dell’Ucraina.
Ho già scritto, da persona semplice qual sono, che a mio avviso il problema principale era il posizionamento di basi militari nato e soprattutto di missili nucleari, questi ultimi con una capacità di offesa che avrebbe reso la difesa russa assi più difficoltosa, visto che si sarebbero accorciati e di molto in
"Mi piace""Mi piace"
i tempi di reazione della difesa antimissilistica e antiaerea.
"Mi piace""Mi piace"
(chiedo venia per la punteggiatura, non ho riletto)
"Mi piace""Mi piace"
In quale punto dell’articolo postato a prova delle sue affermazioni si evince che la Russia conduce attacchi informatici a paesi non Nato “da ben prima dell’inizio della guerra in Ucraina”?
"Mi piace""Mi piace"
BlueDelta è il nome in codice dato da Insikt Group, un gruppo di sicurezza informatica, a una cellula di hacker associata al GRU, il servizio di intelligence militare russo.
Questo gruppo è attivo dal 2014 e si occupa principalmente di spionaggio cibernetico, con un focus sull’Europa e sulla guerra in Ucraina.
BlueDelta è stato collegato a diversi attacchi di alto profilo, come il furto di e-mail dal Partito Democratico americano nel 2016, l’accesso ai sistemi dell’Organizzazione per la Proibizione delle Armi Chimiche nel 2018 e la diffusione di disinformazione sulle elezioni in Francia e Germania nel 2017.
BlueDelta fa parte di un gruppo più ampio di hacker russi, noto come APT28 o Fancy Bear, che ha condotto operazioni simili utilizzando un malware avanzato chiamato HeadLace, distribuito attraverso email di phishing e tecniche di furto di credenziali.
"Mi piace""Mi piace"
Cosa mi tocca leggere, ORRORE, la Russia ha spioni e hackers, dal 2014 niente di meno!
Diamo un’occhiata a cosa successe l’anno prima, nel 2013.
Datagate o nsagate, o a volte definita come divulgazioni sulla sorveglianza di massa del 2013, è una serie di inchieste giornalistiche pubblicate dal mese di giugno del 2013 e volte a rivelare dettagli sulle operazioni di sorveglianza e compromissione di massa, messe in atto dall’Agenzia per la Sicurezza Nazionale statunitense (NSA) in complicità con servizi di intelligence di altri paesi, sia nei confronti di cittadini e istituzioni statunitensi che stranieri.
Tali inchieste sono iniziate alla fine del 2012, quando Edward Snowden ha iniziato a mettere a disposizione di alcuni giornalisti numerosi documenti top secret collezionati durante la sua attività per l’NSA. I primi documenti riservati sono stati pubblicati il 6 giugno 2013 dai quotidiani The Washington Post e The Guardian, attirando una notevole attenzione da parte del pubblico e del resto dei media.
Le prime attività di sorveglianza di massa negli Stati Uniti sono iniziate negli anni 1940, per poi essere notevolmente estese nel corso degli anni 1970, assumendo portata globale grazie al programma ECHELON[9]. Nel 2013, grazie alle rivelazioni di Snowden, sono stati svelati nuovi programmi di sorveglianza di massa, quali PRISM, XKeyscore e Tempora[10]. Tali programmi di spionaggio sono attuati in collaborazione con varie agenzie straniere, in particolare quelle dei paesi dell’accordo UKUSA, un’alleanza tra Australia, Canada, Nuova Zelanda, Regno Unito e Stati Uniti volta a raccogliere informazioni attraverso attività di SIGINT, e vedono come obiettivi privati cittadini e istituzioni di vari paesi, inclusi alleati occidentali degli Stati Uniti e membri della NATO[11]. Come confermato dal direttore dell’NSA Keith B. Alexander il 26 settembre 2013, ad esempio, l’NSA raccoglie e custodisce sistematicamente informazioni sui tabulati telefonici di tutti i cittadini statunitensi[12]; nonostante il presidente Obama e lo stesso Alexander durante i mesi precedenti avessero più volte negato l’esistenza di un qualsiasi tipo di spionaggio domestico[13]. L’enorme quantità di dati raccolti sono conservati in impianti di stoccaggio di grandi dimensioni, come lo Utah Data Center, una struttura di oltre un milione di metri quadri dal costo stimato di 1,5 miliardi di dollari[14].
Snowden, il 14 giugno 2013 è stato incriminato in accordo con l’Espionage Act del 1917 con l’accusa di furto di proprietà governativa. In seguito gli è stato concesso un temporaneo asilo politico in Russia, il che ha contribuito a deteriorare le relazioni diplomatiche tra il governo russo e statunitense[20][21].
Storia
Prime attività di intercettazione statunitense
Durante la seconda guerra mondiale, il Regno Unito e gli Stati Uniti attuarono una serie di accordi per la condivisione delle intercettazioni delle comunicazioni dei nemici[22]. Nel marzo 1946, per mantenere in vita tali accordi anche a guerra conclusa, fu siglato un nuovo patto segreto, il British-US Communication Intelligence Agreement, noto come BRUSA[23]. Nel 1945 fu messo in piedi l’ormai defunto Project SHAMROCK, creato per intercettare tutte le comunicazioni telegrafiche da e verso gli Stati Uniti[24][25]. Più tardi le maggiori compagnie telefoniche statunitensi, tra le quali Western Union e ITT World Communications, aiutarono il governo degli Stati Uniti in un primo tentativo di accedere alle reti di comunicazione globale[26].
Mentre alcune agenzie si dedicavano alle comunicazioni internazionali, l’FBI, sotto la guida di John Edgar Hoover, portava avanti una vasta attività di intercettazione nei confronti di molti personaggi pubblici, tra cui Albert Einstein[27], Frank Sinatra[28], Eleanor Roosevelt[29], Marilyn Monroe[30], John Lennon[31] e Martin Luther King Jr.[32], indicato in un memo dell’FBI come «il più pericoloso e potente leader negro negli USA»[33]. Molte di tale attività vennero esposte al pubblico già durante lo scandalo Watergate[34].
L’NSA nacque segretamente nel 1952, per volontà del presidente Harry Truman[35].
Sorveglianza di massa a livello globale: il programma ECHELON
«Immaginate una rete di spionaggio globale in grado di intercettare ogni singola telefonata, fax o e-mail, ovunque sul pianeta. Sembra fantascienza, ma è vero. Due dei protagonisti – Gran Bretagna e USA – negano ufficialmente la sua esistenza. Ma la BBC ha ricevuto conferma da parte del governo australiano che una rete del genere esiste davvero.»
(Articolo della BBC del 3 novembre 1999[36])
Nel 1988, un articolo intitolato Somebody’s listening[37], scritto da Duncan Campbell sul New Statesman, riportò per la prima volta l’esistenza del programma ECHELON[38]. Avviato da Australia, Canada, Nuova Zelanda, Regno Unito e Stati Uniti, insieme noti come AUSCANNZUKUS, e basato sull’accordo UKUSA, era nato con lo scopo di monitorare le comunicazioni militari e diplomatiche dell’Unione Sovietica durante la guerra fredda[39]. Anche se la sua esistenza era già nota, l’UKUSA agreement divenne ufficialmente pubblico solo nel 2010.
Con il passare degli anni, divenne una rete di intercettazione globale. Negli anni 1990, il sistema ECHELON era in grado di intercettare comunicazioni satellitari, telefonate tradizionali, traffico internet e trasmissioni a microonde. Il suo funzionamento venne descritto nel 1996 nel libro Secret Power, di Nicky Hager. Nonostante l’esistenza di ECHELON continuò a essere ufficialmente negata da vari esponenti del governo statunitense, fu invece confermata da un’indagine del Parlamento europeo del 2001[9], la quale lo definì un «sistema globale di intercettazione di comunicazioni private e commerciali»[39][40].
https://it.wikipedia.org/wiki/Datagate
Ora, caro ED (Snowden?) capisco che la vergogna ti sia sconosciuta, ma forse se ti sforzi, anche tu potresti arrossire un pò quando denunci che dei cattivi orientali ci ‘spiano’.
Addirittura dal 2014, mica dal 1946! 😀
"Mi piace""Mi piace"
L’NSA nacque segretamente nel 1952, per volontà del presidente Harry Truman[35].
Sorveglianza di massa a livello globale: il programma ECHELON
«Immaginate una rete di spionaggio globale in grado di intercettare ogni singola telefonata, fax o e-mail, ovunque sul pianeta. Sembra fantascienza, ma è vero. Due dei protagonisti – Gran Bretagna e USA – negano ufficialmente la sua esistenza. Ma la BBC ha ricevuto conferma da parte del governo australiano che una rete del genere esiste davvero.»
(Articolo della BBC del 3 novembre 1999[36])
Nel 1988, un articolo intitolato Somebody’s listening[37], scritto da Duncan Campbell sul New Statesman, riportò per la prima volta l’esistenza del programma ECHELON[38]. Avviato da Australia, Canada, Nuova Zelanda, Regno Unito e Stati Uniti, insieme noti come AUSCANNZUKUS, e basato sull’accordo UKUSA, era nato con lo scopo di monitorare le comunicazioni militari e diplomatiche dell’Unione Sovietica durante la guerra fredda[39]. Anche se la sua esistenza era già nota, l’UKUSA agreement divenne ufficialmente pubblico solo nel 2010.
Con il passare degli anni, divenne una rete di intercettazione globale. Negli anni 1990, il sistema ECHELON era in grado di intercettare comunicazioni satellitari, telefonate tradizionali, traffico internet e trasmissioni a microonde. Il suo funzionamento venne descritto nel 1996 nel libro Secret Power, di Nicky Hager. Nonostante l’esistenza di ECHELON continuò a essere ufficialmente negata da vari esponenti del governo statunitense, fu invece confermata da un’indagine del Parlamento europeo del 2001[9], la quale lo definì un «sistema globale di intercettazione di comunicazioni private e commerciali»[39][40].
https://it.wikipedia.org/wiki/Datagate
Ora, caro ED (Snowden?) capisco che la vergogna ti sia sconosciuta, ma forse se ti sforzi, anche tu potresti arrossire un pò quando denunci che dei cattivi orientali ci ‘spiano’.
Addirittura dal 2014, mica dal 1946! 😀
"Mi piace""Mi piace"
Appunto, quali sono i motivi che spingono le nostre signore europee a volersi indebitate fino al collo per riarmarci se il pericolo lo corre la Russia , nono stante le sue migliaia di testate nucleari e non la EU ? Buttate soldi per arricchire i produttori di armi e fare felici oltre loro i generali e corrotti incassatori di tangenti ? Oppure coltivare la pazzesca idea di poter un giorno battere militarmente ed occupare la Russia ?
"Mi piace"Piace a 2 people
Sempre a proposito della Svizzera, che ha gia’ un fior di esercito: “ La Svizzera pianifica un incremento della spesa militare di quasi il venti per cento entro il 2028. A preoccupare, come in altri Paesi europei e tra i membri della Nato, è la guerra con la Russia in Ucraina “ . Sono fessi ,sanno qualcosa che non sappiamo o semplicemente previdenti ?
"Mi piace""Mi piace"
Naturalmente, come non pensare che Putin voglia occupare la Svizzera con le sue divisioni corazzate?
Dopotutto, da Kiev a Lisbona, in mezzo c’é pure Berna 😀
"Mi piace""Mi piace"
Spiegalo agli svizzeri, loro sono alla continua ricerca di intelligentoni come te che gli spieghino come va davvero il mondo. E sono generosi: pagano in franchi svizzeri, mica in pulciosi rubli come gli amici tuoi!
"Mi piace""Mi piace"