
(Andrea Zhok) – Alcune indiscrezioni da parte degli organizzatori hanno fatto trapelare lo slogan che sintetizza l’agenda della manifestazione del 15 marzo “Una piazza per l’Europa”:
“Ripartiamo-da-una-grande-alleanza-antifascista-per-battere-le-destre-e-coltivare-il-sogno-europeo-di-pace-e-prosperità-difendendo-orgogliosamente-i-valori-di-libertà-democrazia-e-diritti-umani-perché-c’è-un-aggressore-e-un-aggredito-e-dobbiamo-ridare-nerbo-alle-virtù-guerriere-degli-antenati-costruendo-un-esercito-europeo-di-professionisti-che-spezzino-le-reni-alla-Russia-e-alle-plebi-ignoranti-negazioniste-refrattarie-al-lavoro-e-riottose-ai-valori-occidentali-ma-in-modo-inclusivo-e-rispettoso-della-parità-di-genere.”
Si sta ancora cercando il jingle adatto, ma Calenda garantisce che la ricerca è a buon punto.
Chiedo scusa per la garbata presa in giro (per gli abbonati di Repubblica: no, non era il vero slogan, era uno sfottò).
Ecco, proviamo ora a parlare seriamente.
La situazione è in effetti drammatica e che si cerca di alleviare l’amarezza e la preoccupazione come si può. Personalmente capisco il dramma, la reazione disperata di quelli che si sentono attratti in buona fede dalla chiamata alle armi (sic!) di Michele Serra. Lo capisco almeno con riferimento ai nati prima del 1970. Per molti di quella generazione il “sogno europeo” è stato il surrogato aspirazionale dell’infrangersi del sogno di palingenesi socialista/comunista. Ci si costruì l’idea che l’Europa possedesse per virtù intrinseche un modello di sviluppo alternativo al capitalismo feroce dei liberisti. Si immaginò un’Europa colta, umana e umanistica, democratica, socialmente orientata, che non condivideva né le frenesie del capitalismo anglosassone, né l’autoritarismo dello stato di polizia sovietico. Sulla scorta dell’idea berlingueriana di “terza via” si fantasticò di un’Europa come potenza capace di svolgere un ruolo di contrasto e alternativa agli USA. Orfani del PCI, orfani dell’URSS, orfani di tutte quelle promesse di un mondo altro e migliore (e fanno male quelli che non hanno vissuto quel percorso ad irriderlo), milioni di persone riversarono la propria “fede laica” sulle istituzioni europee.
E come sempre accade alle fedi in cui vi è stato un significativo investimento affettivo, come negli innamoramenti, si tende a chiudere un occhio, talvolta due, spesso entrambi gli occhi e pure il naso, alle mancanze dell’amato. Così, quando ci dà buca una volta, sarà perché è sempre così occupato, quando ci dà buca la seconda volta, sarà perché gira questa brutta influenza, quando ci dà buca la terza volta, sarà perché ha forato una gomma,… e però, ad un certo punto, prima o poi, il dubbio che ti abbia messo le corna dovrà pur balenare all’orizzonte, no?
Ma è un’ammissione non facile per chi sente di non avere altri progetti possibili, per chi preferisce stare con il vecchio amore fedifrago, piuttosto che affrontare un salto nel buio.
Per lo scrivente la scoperta delle corna politiche è stata tarda. Si erano accumulati segni per lungo tempo, ma per raggiungere la certezza ci è voluta la crisi subprime e la sua scandalosa gestione. Dopo tutto ciascuno di noi è coinvolto in mille altre attività e interessi, e non può star dietro a tutto, tanto meno a quel guazzabuglio esoterico che è la legislazione europea. Per lo scrivente solo con il 2008 è cominciato a divenire chiaro che il 100% delle prese di posizione europee rientravano nel paradigma neoliberale, e che di “terze vie” non c’era traccia. A quel punto, con buoni 16 anni di ritardo dal Trattato di Maastricht, anche ai più distratti, come il sottoscritto, doveva apparire chiaro che il modello sociale perseguito era, puramente e semplicemente, da un lato quello dell’idealizzazione utopica del “mercato perfetto” e dall’altro quello della gestione oligarchico-tecnocratica del potere. Altro che “sistema misto”, altro che “welfare europeo”, altro che “democrazia reale”.
Da allora sono passati altri 16 anni e l’ampliamento della forbice tra ricchi e poveri, il mercatismo astratto, il moralismo autoritario, il burocratismo ottuso, lo snobismo oligarchico sono diventati sempre più evidenti, costantemente confermati e ribaditi.
Con la crisi pandemica l’accelerazione in senso autoritario è stata brusca. Certo, molti credono ancora che quell’esplosione di emergenzialismo autoritario fosse solo un accidente, una necessità fatale di fronte all’imponderabile.
E d’altro canto esiste ancora chi giura che Elvis è vivo e lotta insieme a noi.
Dal 24 febbraio 2022 l’emergenzialismo autoritario pandemico è stato sostituito dall’emergenzialismo autoritario bellico.
Ora, siamo di fronte ad un’altra possibile svolta, perché la pace incombe minacciosa sul fronte orientale. Come recitava quel film di Alberto Sordi: “Finché c’è guerra c’è speranza”, e di fronte alla temibile ombra della pace, l’oligarchia europea teme di perdere la propria leva emergenziale, quella leva che nel nome di pericoli collettivi supremi attribuisce poteri sostanzialmente arbitrari al nucleo di comando europeo. Invece una prospettiva di guerra perennemente incombente è il sogno bagnato delle elite, non da oggi: consente di drenare qualunque risorsa pubblica senza rispondere a nessuno, consente di mettere la mordacchia a qualunque protesta nel nome della sicurezza pubblica, consente di silenziare le voci del dissenso ogni qual volta acquisiscano rilievo (bisogna essere uniti contro il Nemico).
Ecco, di fronte a questa situazione, il sospetto che l’Unione Europea abbia sempre più somiglianza con il Nuovo Ordine Europeo vagheggiato dal Terzo Reich e sempre meno con i vagheggiamenti della “terza via” potrebbe cominciare a farsi strada persino nelle menti più impermeabili.
Dopo tutto, come ricordava sempre, con flautata voce da sagrestia, Prodi, “l’Europa è ciò che ci ha garantito 70 anni di Pace” – certo, omettendo dettagli come la guerra in Jugoslavia (1990-2001) e la cesura (1992) tra il mercato comune della CEE e l’Unione Europea di Maastricht. Ma di fronte ad un’Europa il cui unico merito plausibile è stato il mantenimento della Pace, l’attuale piglio bellicistico crea forme di disagio e dissonanza cognitiva persino nei fedeli più rocciosi.
È per mettere a tacere questa condizione di disagio che nascono iniziative come quella della manifestazione del 15 marzo: si tratta di correre al più preso ai ripari, rinforzando i processi di negazione, rimozione e repressione, in modo che la realtà non possa mai bucare il velo di Maya.
La pace , almeno quella limitata all’area EU, è stata garantita dalla memoria delle mostruosità dell’ ultima guerra e non dell’ esistenza della comunità europea . Fino a prova contraria , anche nell’ Europa dell’ est, fino alla caduta del muro di Berlino, non ci sono state guerre. Quindi di cosa cianciava il mortadella pacioccone magna magna ? Ah quello delle privatizzazioni . quello che disse che con l’ euro , avremmo lavorato di meno e guadagnato di più: praticamente una pacchia .
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“..il sospetto che l’Unione Europea abbia sempre più somiglianza con il Nuovo Ordine Europeo vagheggiato dal Terzo Reich..”
Eh sì, purtroppo sì.
Esiste un documento video disponibile su YouTube che conferma questa tesi. Mi spiego meglio: si tratta di uno spezzone di trasmissione condotta da Vittorio Zucconi, ospiti Giano Accame e altri.
Mostra la fucilazione di giovanissimi appartenenti alla RSI catturati dagli alleati, accusati di sabotaggio e giustiziati in una cava tramite plotone di esecuzione. Franco Aschieri, uno di questi (18 anni), termina l’ ultima lettera alla madre con un “viva l’Europa”.
Entrambi i documenti a cui mi riferisco (video e lettera) sono facilmente reperibili in rete.
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Perché non metti il link?
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Il video evito di postarlo perché è troppo esplicito e con restrizioni di età.
La lettera è disponibile in vari siti ma non ne conosco l’ orientamento, perciò lascio alla eventuale buona volontà degli interessati fare una ricerca semplicissima.
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Trovati.
In ogni caso: grazie! Sei uno studioso e contribuisci con cose interessanti e che assai spesso non conosco, non solo in questo caso.
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Segnalo una notiziola di poco conto ma illuminante:
https://www.agcnews.eu/ue-gelo-tra-lamministrazione-trump-e-ursula-von-der-leyen/#:~:text=Si%20segnala%20che%20i%20veicoli,veicoli%20confiscati%20a%20guidatori%20ubriachi.
https://it.topwar.ru/260569-latvija-gotovit-k-peredache-ukraine-ocherednuju-partiju-konfiskovannogo-u-netrezvyh-voditelej-avtotransporta.html
https://www.newsweek.com/latvia-ukraine-drunk-drivers-military-vehicles-1909726
Li trasformano in veicoli militari (quindi passano come aiuti militari all’Ucraina?)
E la stretta Eu, e quindi anche Salviniana, sull’alcol sarà foriera di futuri invii sui teatri di guerra da noi sponsorizzati?
Posto che in Italia attualmente non vige la legge marziale come in Ucraina, dove se ti trovano alla guida ubriaco (ossia fuori dal range di tolleranza dell’alcol test) sono azzi pesanti, cosa ci attende con lo stop degli “aiuti” militari Usa? Ci mettiamo a riconvertire le automobili civili e gli montiamo le mitragliette per inviarle al fronte?
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Eh, secondo me ni. Nel senso che, per dirne una, IVECO costruirà un più Lince e un po’ meno Stralis e S-Way. Mi spiego? 😇
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Tanto per parlare, visto che nessuno di noi qui sul sito conta qualcosa, o almeno non piu di uno. C’è la tesi che la pace in Europa e nel mondo si sia fondata sull’equilibrio del terrore nucleare e che se l’Ucraina si fosse tenuta le testate nucleari Putin non avrebbe invaso. Io penso che le 2000 testate nucleari sul suo suolo l’Ucraina non è che ha fatto un favore a restituirle all’Unione Sovietica, perche le chiavi di lancio erano al Cremlino, come quelle di Aviano non le abbiamo noi ma Trump. Non credo che le avrebbero mai potute utilizzare, soprattutto contro la Russia. Oltretutto “l’invasione militare speciale” è nata proprio per evitare che arrivassero in Ucraina le testate made in Nato. Ma poi saremmo stati piu tranquilli con i missili atomici in mano al battaglione Azov? La sicurezza non sta nelle armi ma nell’intelligenza di chi le ha in mano e sinceramente tra i paesi che circondano la Russia non ne vedo molta. Tutti quei paesi si odiano a vicenda e se potessero scatenerebbero una guerra non dico mondiale ma interplanetaria
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Segnalo: E ora ringhia anche la Cina, dopo aver ceduto sul Canale di Panama, non vuole più coltivare la sua proverbiale misura e il suo aplomb in politica estera:
https://pagineesteri.it/2025/03/06/asia/cina-usa-pronti-alla-guerra/
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Finché non vedrò con i miei propri occhi i soldati del battaglione Azov (per cominciare) uscire dalle trincee con le mani alzate come quelli della Wehrmacht nella primavera del ’45… io non parteciperò ad alcuna manifestazione che non abbia come principale obiettivo la bocciatura del piano di ReArm europeo ideato dalla nipotina di un generale nazista da cui è stata suggestionata con i suoi racconti di guerra ingloriosi.
Era il 1994 – ed era appena finita la guerra nei Balcani – quando Clinton dava il via al progetto di accerchiamento totale della Russia con tutti gli stati ex patto di Varsavia da far aderire alla Nato. Vinta la guerra fredda, la Nato cominciava a predisporsi a stravincerla mettendo in atto la “missione speciale” (divina, sic) Usa “come unico paese indispensabile al mondo”.
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“Con la crisi pandemica l’accelerazione in senso autoritario è stata brusca. Certo, molti credono ancora che quell’esplosione di emergenzialismo autoritario fosse solo un accidente, una necessità fatale di fronte all’imponderabile. E d’altro canto esiste ancora chi giura che Elvis è vivo e lotta insieme a noi. Dal 24 febbraio 2022 l’emergenzialismo autoritario pandemico è stato sostituito dall’emergenzialismo autoritario bellico”
Mangime per allocchi.
Altro commento non merita sta idiozia.
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All’illustre virologo non la si fa.
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Ti riferisci a Zhock che non è virologo ma ti fai un clamoroso autogol, visto che tra virologi, parassitologi, veterinari trafficanti di virus, Bourla occultatore di report sul mancante piano pandemico etc, han preso una sequela ininterrotta di cantonate che si ha proprio il dubbio che ce la facciano loro, visto che sono gli “esperti”! Abbiamo avuto, in proporzione, più morti Covid noi che l’Africa e l’India.
Hai fatto un autogol a porta vuota!
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Inutile diatriba, ammettiamo pure che l’ emergenza covid fosse reale, e che effettivamente fosse anche l’ occasione come tutti, ma proprio tutti, raccontavano in ogni sede, urbi et orbi, di ritrovate ragioni di solidarietà, di fratellanza, di cooperazione, di pace, finalmente dopo anni di lotta contro il nemico comune ed invisibile, mi spiegate come si sia passati da non evitare una guerra al confine della UE, dopo 7 anni di guerra civile ucraina, nonostante il covid, a non impiegare ogni mezzo possibile per risolvere quel problema foriero di altri, pronti ad aggiungersi oltre a quello del virus sulle spalle degli europei , a non fermare la guerra appena dopo il suo inizio proprio in ragione di quei valori sbandierati a piena voce durante la pandemia, come il famoso ne usciremo migliori di prima , ad arrivare ad una guerra con milioni di morti, feriti, mutilati e sfollati, e spendere miliardi di euro in armi, invece che in sanità, salute, vita e pace? Perché la tempistica è infernale, l’ inversione ad U di parole e promesse una vera indecenza, la riuscita del peggior modo possibile un dato di fatto ! Ora che la pace potrebbe essere vicina, si spende per un riarmo in previsione di una nuova guerra, ed in questo percorso da un’ emergenza all’ altra, la possibilità di uscirne pessimi o morti e’ altamente probabile, in appena pochi anni! Gli stessi che declamavano la salvezza dell’ umanità grazie alla scienza e alla solidarietà, sono gli stessi che ora usano la scienza della tecnologia bellica per gettarla nel rischio di una guerra nucleare, distruttiva per tutta o gran parte dell’ umanità, o sono dei volgari parolai senza alcuna etica, dignità e raziocinio, o sono dei venduti a chi sulle emergenze, casuali, fortuite, progettate, volute, si fa un sacco di quattrini perché finché c’è emergenza c’è speranza…..Siccome al peggio non c’è mai fine, sono parolai, ecc, ecc E venduti, perché dal covid sono usciti nella loro massima espressione di miserabili! Se rimangono ancora li’ la prossima emergenza è quella definitivamente infausta, per noi, non per loro, che passano dall’ una all’ altra incolumi! Sarà un caso?
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”…ammettiamo pure che l’ emergenza covid fosse reale…” l’ho trovata una generosa concessione, magari un filino insultante per le vittime, ma parafrasando il Fracchia locale: grazie, avanti
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