Il tema sarà affrontato nel faccia a faccia di mercoledì a Palazzo Chigi: i magistrati chiederanno una formale smentita dell’indiscrezione

(di Paolo Frosina – ilfattoquotidiano.it) – Alla vigilia dell’incontro col governo sulla separazione delle carriere, la notizia del Fatto sull’intenzione di togliere ai pm il controllo della polizia giudiziaria (e quindi delle indagini) irrompe nel confronto interno all’Associazione nazionale magistrati. Il tema, è già certo, sarà affrontato nel faccia a faccia di mercoledì tra i vertici dell’organismo di rappresentanza delle toghe e la premier Giorgia Meloni, a cui parteciperanno – tra gli altri – anche il Guardasigilli Carlo Nordio e il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano. I membri della giunta dell’Anm, attesi alle 15:30 a palazzo Chigi, chiederanno una formale smentita dell’indiscrezione, finora non arrivata dalla maggioranza. A farlo capire è stato il presidente Cesare Parodi, procuratore aggiunto di Torino, ospite di Un giorno da pecora su Radio 1: “Su questo sono agitato“, ha esordito, rispondendo alla domanda dei conduttori sull’articolo. “È un’indicazione giornalistica e in teoria dovrei essere prudente, ma i miei colleghi sono stupiti e sconcertati: questa indicazione sarebbe in palese contrasto con una norma della Costituzione che non è oggetto della riforma, l’articolo 109″, in base al quale il pubblico ministero dispone direttamente della polizia giudiziaria. “Non è un tema previsto dall’incontro di domani con il presidente Meloni, ma è talmente delicato che augurerei un chiarimento, perché tutti i colleghi se lo aspettano”, sottolinea Parodi.
All’interno dell’Anm, in queste ore, si discute sulla modalità in cui porre la questione a palazzo Chigi: affrontarla in modo isolato o all’interno del discorso più ampio che i magistrati faranno sui rischi della riforma? La strategia definitiva sarà decisa nelle ore subito prima del colloquio, in un incontro preparatorio fissato per le 12:30 in Cassazione, nei locali dell’associazione. Di certo c’è che, dei dieci membri della giunta, davanti alla premier parleranno solo in due: il presidente Parodi, membro della corrente conservatrice di Magistratura indipendente (considerato il volto “dialogante” dell’Anm) e il segretario Rocco Maruotti, sostituto procuratore a Rieti, esponente del gruppo progressista di Area. A Un giorno da pecora Parodi ha spiegato che l’ipotesi riportata dal Fatto preoccupa particolarmente “perché dà concretezza ai nostri timori” sul rischio di un’interferenza del governo sulle indagini quando la carriera dei pm sarà separata da quella dei giudici. E ha chiamato in causa gli avvocati, “che difendono le garanzie dei cittadini”: “Su questa prospettiva del ministro, se è vera, non hanno nulla da dire? Va bene a tutti o siamo solo noi ad essere perplessi? La classe forense qualche motivo di preoccupazione dovrebbe averlo, mi aspetto che gli avvocati qualcosa dicano, perché il tema non è affatto secondario”.
Gli avvocati per ora tacciono, ma in compenso arriva la solidarietà delle associazioni di rappresentanza della magistratura contabile, amministrativa e militare, riunite all’Anm nel Comitato intermagistrature. Il Comitato, si legge in una nota, “esprime forte preoccupazione per i contenuti e le modalità con cui vengono portate avanti riforme destinate a incidere profondamente sull’esercizio della giurisdizione e sull’organizzazione e l’autogoverno delle magistrature, con potenziale alterazione degli stessi rapporti tra le istituzioni quali delineati nel vigente quadro costituzionale ed europeo”. E auspica “che le dette riforme – al di là degli aspetti di merito e nel rispetto delle prerogative di governo e parlamento – non si risolvano comunque in pregiudizio per l’autonomia e l’indipendenza della magistratura, principi scolpiti in Costituzione a garanzia dell’equilibrio tra i poteri dello Stato e dei diritti dei cittadini”.
Ah, e questa sarebbe la risposta DIALOGANTE del governicchio alla protesta con oltre l’80% dei magistrati in sciopero appoggiati pure dagli avvocati?!?!!?!? (notizia oscurata dal TG-1).
E sotto quale controllo agirebbe la polizia giudiziaria? Ovvio, il ministro dell’interno, no? E quindi del governo.
A questo punto mettessero qualche cugino della Meloni a fare le indagini.
Notare che sia Nordio e Mantovano sarebbero in teoria magistrati, manco sono fuori dalla loro competenza, per cui quel che fanno, lo fanno in caso con la massima malizia, non certo a caso!
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Ma quanti guai giudiziari c’hanno questi della maggioranza? Passano le giornate a cercare di bloccare la magistratura! Ma quante ne combinano o vorrebbero combinare? Manco Al Capone avrebbe avuto tanto affanno a coprire le tracce!
Si fa fatica a stargli dietro, centomila notizie al giorno che per leggere tutto bisognerebbe stare tutto il giorno h 24 a leggere e stupirsi, almeno 1/3 sono di cazzi con la giustizia….
Ma un cittadino finisce nei problemi giudiziari per una disgrazia o per un errore, spesso se fa parte di comitati o se ha un blog gli può capitare di ricevere una querela intimidatoria ma questi, pieni di affanno per coprire le loro tracce da Banda Bassotti, ma pensano di uscirne illesi? La riforma della Giustizia sembra più il via libera per Ladri e Truffatori politici e per gli incravattati.
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credo sia una provocazione che poi ritireranno per dire che sono stati dialoganti…..
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