Tralasciando le miserevoli elegie e apologie comparse sui giornali amici, il discorso della Santa pitonessa, ministra plurindagata e imputata, ci ha fatto venire in mente un altro Discorso, di ben […]

(di Silvia Truzzi – ilfattoquotidiano.it) – Tralasciando le miserevoli elegie e apologie comparse sui giornali amici, il discorso della Santa pitonessa, ministra plurindagata e imputata, ci ha fatto venire in mente un altro Discorso, di ben altra levatura: quello di Giacomo Leopardi sullo stato dei costumi degli italiani. Prima di insorgere, leggete: “Dell’opinione pubblica gl’Italiani in generale (…) non ne fanno alcun conto. Corrono e si ripetono tutto giorno cento proverbi in Italia che affermano che non s’ha da por mente a quello che il mondo dice o dirà di te, che s’ha da procedere a modo suo non curandosi del giudizio degli altri, e cose tali”. E poco più in là: “Insomma niuna cosa, ancorché menomissima, è disposto un italiano di mondo a sacrificare all’opinion pubblica, e questi Italiani di mondo che così pensano ed operano, sono la più gran parte, anzi tutti quelli che partecipano di quella poca vita che in Italia si trova”. Daniela Santanchè, decisamente donna di mondo, nel discorso che passerà alla storia come quello del “tacco 12”, rivendica la sua identità, non politica ma personale: mi vesto bene, ci tengo al fisico, sono libera. “Non riuscirete mai a farmi diventare come voi o pensare come voi, avrò sempre il tacco a spillo, il sorriso sulle labbra, sarò battagliera, perché sono felice di vivere”. Che brutta fine, ci viene da dire, ha fatto “il personale è politico”… Poi la ministra rispolvera i vecchi arnesi della retorica berlusconiana, quelli che a furia di essere ripetuti hanno scassinato lo Stato di diritto: “L’ergastolo mediatico è una condanna che rimarrà tutta la vita da fine pena mai. Grazie alla famiglia che ‘mi dà la forza per non impazzire’”. Infine, sempre rivolta alle opposizioni che chiedevano una sfiducia nuovamente bocciata dalla maggioranza, rivendica il censo, lo status, i soldi: “Voi non volete combattere la povertà, volete combattere la ricchezza. Io sono l’emblema, il male assoluto”. Dice queste cose nel Parlamento di un Paese dove il ceto medio è scomparso, la povertà galoppa, si allungano le file alle mense dei poveri e parla di sé nel luogo del noi.
In un romanzo (purtroppo dimenticato) di Madame de Stael, Corinna – in una famosa lettera tutt’altro che negativa sull’Italia – dice che gli italiani “amano più la vita che gli interessi politici, i quali non li toccano perché non hanno una patria. Spesso anche l’onore cavalleresco ha poca forza in mezzo a una nazione dove l’opinione e la società che lo formano non esistono”. Sembra che dal 1807, anno di pubblicazione di Corinna o l’Italia, poco o niente sia cambiato, che la società italiana non si sia davvero formata sulla base di una condivisione di valori e cultura . Leopardi, morto 24 anni prima dell’Unità, credeva che tutto ciò dipendesse dal nostro non esser Nazione, nella mancanza di norme e istituzioni che c’impedivano di essere cittadini. E quando nello Zibaldone nota il senso superiorità di altri – come francesi e inglesi – spiega due cose ancora vere: la disdicevole propensione a denigrarci e la sostanziale mancanza di moralità (certamente vale per la morale pubblica). Mutatis mutandi, siamo ancora qui a dimenarci in una sostanziale incapacità di pensarci popolo, e dunque comunità, cittadini che condividono valori non negoziabili: la Costituzione lo è ormai solo a parole. Altrimenti non si spiega come a Daniela Santanchè sia permesso un discorso tanto offensivo, in cui può scusarsi di aver chiesto in passato le dimissioni di colleghi nella sua stessa situazione, e non di essere rimasta al suo posto contro la Carta che prescrive la disciplina e l’onore. Il declino delle classi dirigenti non è affare che riguardi solo l’Italia, questo non rende meno grave che il discorso pubblico sia una barzelletta su borsette, tacchi e altre briatorate che servono a distogliere l’attenzione: manca ormai anche il minimo sindacale di etica pubblica (e buon gusto).
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di pura pelle di vacca?
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Questa vergognosa sceneggiata mi porta a pensare che il Popolo Italiano si stato preso per i fondelli per troppi anni,illudendoli di essere in democrazia.da una legge elettorale che permette a questi personaggi di governarci.
Oltretutto governano con una minoranza di voti per cui il problema per l’Italia non sono loro ma lo strumento che permette di governare e cioè : LA LEGGE ELETTORALE.
Potrei essere OT,ma non troppo!
Se si abolisse completamente la legge “porcata” con un referendum popolare art.75 …permettendo ad una nuova legge senza premio di maggioranza e con sbarramento al 5% e l’obbligo in mancanza di una maggioranza ad una alleanza fra le forze politiche sottoscrivendo un programma concordato.In mancanza anche di questa ipotesi ritornare a votare.
In pratica adottare una lege simile a quella tedesca.
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E questo succede in Austria:
In Austria, i tre principali partiti “centristi” in Parlamento hanno raggiunto un accordo per formare un governo di coalizione che escluda il Partito della Libertà (FPÖ), di estrema destra. Il nuovo esecutivo arriva dopo cinque mesi di trattative difficili, durante i quali il Partito della Libertà aveva vinto le ultime elezioni parlamentari, ma non è riuscito a formare un governo.
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Questa nel tg di questa sera il porta sventura di FdI
iL GOVERNO meloni affronterà il problema caro Bollette… sta aiutando le famiglie in difficoltà con provvedimenti…. infatti ricordo che la Povertà è in aumento da quando c’è la borgotara e il RdC abolito per molte famiglie…..
la produzione Industriale in calo …in aumento i profitti bancari,la rottamazione delle cartelle e la svendita di industria statali,mentre aumentano le spese per gli armamenti..
Grazie Giovgia…gli italiani ti ringraziano e ti voteranno ancora…tranquilla anche per la prossima legislatura…..ronf…ronf.. sssss…
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