È ormai più di un decennio che la destra radicale capitalizza il consenso in virtù della lenta ma inesorabile scomparsa di un progetto di ampio respiro della sinistra in Europa. Eppure […]

(Di Elena Basile – ilfattoquotidiano.it) – È ormai più di un decennio che la destra radicale capitalizza il consenso in virtù della lenta ma inesorabile scomparsa di un progetto di ampio respiro della sinistra in Europa. Eppure ogni volta c’è chi sviene per la sorpresa. Anche in una Germania in recessione e che per Costituzione vieta allo Stato di indebitarsi per rafforzare lo Stato sociale, com’era prevedibile, è stato premiato alle elezioni il partito di destra che riesce abilmente a incanalare la rabbia dei “no where” contro gli immigrati, con una retorica razzista che ricorda inevitabilmente il passato più cupo.
Se in una società di ineguaglianze sociali crescenti, che adotta politiche neoliberiste, i socialisti europei non riescono a delineare strategie realmente alternative, è inevitabile che siano considerati soltanto una brutta copia del pensiero unico. Gli elettori votano per l’originale. In particolare la Germania non ha saputo sanare le differenze socioeconomiche tra Est e Ovest, che ritornano puntuali al momento delle elezioni a polarizzare il dibattito, agevolando la crescita dei partiti anti-establishment. Inoltre la destra tedesca tiene un discorso più razionale sulla guerra in Ucraina, dando maggiore soddisfazione al sentimento nazionale ferito a causa dell’umiliazione subita da Olaf Scholz, che ha ingoiato senza una reazione il sabotaggio americano (complici Norvegia e Ucraina) dei gasdotti vitali per l’economia di Berlino.
Questa tendenza consolidatasi in Europa, purtroppo non ha mai aperto gli occhi ai leader del centrosinistra. In Italia, in particolare, a partire da Veltroni, passando per Renzi, Letta, Gentiloni e ora Schlein, ha giocato un ruolo essenziale il timore della marginalizzazione. Lo slogan “si vince al centro” ha prevalso nella sua banalità sull’esigenza di rifondare la politica come progetto di trasformazione riformistica della società. Linke, il partito dell’ambiguità costruttiva, è cresciuto captando il voto giovanile grazie a una leader trentenne che spopola su TikTok esibendo tatuaggi notevoli. Le tematiche della tradizione di sinistra sono state riesumate, ma facendo ben attenzione a non contrastare i parametri del politically correct esemplificati dai luoghi comuni del catechismo liberal: l’aggressione brutale della Russia, la pace giusta. Sinistra Italiana, il partito che cresce nell’ombra come stampella del Pd, appare soddisfatto, come se allargare i consensi facendosi inghiottire da un partito democristiano potesse avere un significato strategico. La gestione del potere è in sé un valore per questa politica divenuta mestiere.
Le posizioni coraggiose di Sara Wagenknecht sulla guerra in Ucraina non sono state premiate. Il partito, senza fare appello ai tradizionali istinti nazionalisti tedeschi, ha parlato di pace con la Russia come condizione della ripresa economica e di investimenti nello Stato sociale. Era stata la novità del panorama politico tedesco, applaudita in Europa per la sua capacità di porre l’accento sulla diplomazia e di rivolgersi agli operai come alla piccola industria tedesca. Ha pagato la mancanza di struttura del suo partito, poco radicato nella società civile. Il problema che in Italia hanno i 5 Stelle e alla cui soluzione dovrebbero dedicare le loro migliori energie. Gli ammiccamenti della Wagenknecht alla propaganda anti-immigrazione, patrimonio culturale di AfD, sono stati inoltre una scelta penalizzante. Non sono molto spaventata per la crescita di AfD. I cordoni sanitari ne faciliteranno il successo popolare. Sono tuttavia convinta che, se andrà al potere, resisterà attaccata alla poltrona soltanto in virtù della stessa trasformazione genetica che ha colpito Meloni. Anche AfD farà propri i vincoli europei in politica economica ed estera.
Quel che invece mi appare come un incubo terrificante è l’uniformità del Parlamento tedesco, un partito unico armato, che vota un aumento straordinario della spesa militare, continua a inviare armi in Ucraina e ha già autorizzato l’installazione di missili nucleari americani in Germania. Una Germania riunificata, potente e armata farebbe rivoltare nella tomba i leader, forse controversi ma certamente più competenti, della Prima Repubblica. Con questa Germania l’involuzione autoritaria dell’Europa appoggiata dalla destra come dai socialisti europei è inevitabile. La propaganda è stata così diffusa che, secondo i sondaggi, per la società civile tedesca la guerra in Ucraina non era un tema essenziale in grado di influenzare il voto. Così hanno vinto la presidente della Commissione Von der Leyen e la retorica militarista rivestita da ideali etici. Le elezioni nelle oligarchie liberali, nelle quali i finanziamenti e la benedizione dei potentati economici contano molto più dei programmi elettorali, divengono uno strumento di legittimazione del partito unico. Indovinate chi era il presidente del Consiglio di sorveglianza del fondo BlackRock Germany dal 2016 al 2020? Il futuro cancelliere Friedrich Merz.
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Grazie Ambasciatore, avanti
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Sono il perfetto allineamento con Basile. L’ ha scritto ieri e anche l’ altro: il voto in Germania ha deluso in me le aspettative. Ho creduto per decenni che il sentimento tedesco ( che personalmente normalmente repello)di rigidità e osservanza , per amor di patria, del rispetto dei propri interessi nazionali legittimi fosse un aspetto ,a noi italiani avulso,ma che in questo caso, fosse un detonatore per la rivolta elettorale contro le porcherie commesse da certi alleati, molto interessati , per mettere l’economia tedesca in ginocchio . Invece: non pervenuto: questi dormono in piedi e adorano il proprio padrone peggio di noi . Poveri i filosofi tedeschi che hanno perso il loro tempo !
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Se vogliamo capire qualcosa della guerra ucraina o dell’avanzata del nazismo in Europa, non dobbiamo certo guardare la televisione, ormai diventata un nuovo Istituto Luce o assistere agli sproloqui sgangherati alla Sechi o alla Donzelli che ormai nemmeno la Gruber sopporta più ma rivolgersi a gente seria e informata come Alessandro Orsini, Elena Basile, Tomaso Montanari, Marco Travaglio, il generale Fabio Mini…
Dice giustamente Elena Basile che, se il nazismo sta dilagando a macchia d’olio in Europa come negli Stati uniti, è colpa del restringimento della sinistra occidentale che ha distrutto tutti i propri punti di riferimento e tutte le proprie idealità, staccandosi sempre più dalle classi che doveva rappresentare e costringendo i più deboli, i più poveri, i più disperati, ad attaccare il loro malessere e il loro risentimento a una destra sempre più estrema.
Che negli Stati uniti i due partiti competitori fossero due bottiglie con lo stesso contenuto ma etichette diverse, lo sapevamo già 50 anni fa. Ma 80 anni fa molte idee erano ben chiare e nessuno si sarebbe mai aspettato che dopo Berlinguer lo slittamento della sinistra verso destra sarebbe stato così costante e funesto al punto da farle perdere ogni identità. E, quando uno schieramento non è più né carne né pesce, avviene che l’elettore o si schifa e smette di votare o si appoggia a chi grida più forte e rigetta il malessere sui più deboli che gli stanno accanto, incolpandoli della propria miseria: i migranti, i senza casa, i più deboli, i più schiavi. Se non puoi attaccare chi è sopra di te, cerchi qualcuno che sia sotto di te: la guerra tra poveri e non solo, la guerra degli smemorati.
Io allibisco quando sento la mia amica professoressa, laureata, scrittrice, che mi dice con naturalezza: “La mia famiglia è da sempre di sinistra. Io voto Pd”. No, cara, tu non sei di sinistra se voti Pd. Voti un partito che in 40 anni si è profondamente snaturato, ha appoggiato tutti i decreti bellici e liberisti della destra, ha rivendicato tutti i privilegi economici e penali per chi comanda che sono propri della destra, ha accettato tutte le distorsioni del codice penale e della legge di bilancio pretese dalla destra, è riuscita a cadere tanto in basso da farsi rappresentare da persone come Prodi, Monti, Letta, Draghi, Renzi, Casini persino, che difendevano solo gli interessi della destra, ha delirato con Veltroni di presunti ideali dei dem americani, santificando persone guerrafondaie come Obama e mescolandole a rivoluzionari come Martin Luther King in un calderone indistinguibile, e ora si presenta con la logorrea vuota e inane di una Schlein che può essere tutto fuorché una donna di sinistra, nello stesso Pd, che ha visto come un foruncolo nell’occhio del diavolo qualunque cosa uscisse dalla democrazia diretta a 5 stelle, a favore della giustizia, a favore dell’uguaglianza, a favore di una economia e di un diritto a misura del cittadino, non del potente, a favore della Costituzione.
Ma di quale sinistra stiamo ormai parlando, da almeno mezzo secolo, in Italia? In Europa?
Per decenni siamo andati avanti blaterando di un inesistente centro e dando visibilità a incapaci e furfanti come Renzi o Calenda e imbarcando personaggi inesistenti come Casini o trafficoni come De Luca o guerrafondai come Bonaccini. La cosiddetta sinistra ha persino beatificato quel Prodi che ci ha messi nella morsa dell’euro e della BCE e ha iniziato la svendita vergognosa dei beni pubblici italiani. La cosiddetta sinistra oggi arriva alla burletta di coprirsi con la foglia di fico di un Bersani che predica bene in televisione per votare poi male in aula. E non parliamo nemmeno della bicamerale di quel D’Alema che non solo ci ha buttati nella guerra del Kossovo ma voleva vendersi a Berlusconi e ora commercia in armi e vino!! Sarebbero questi gli uomini della sinistra? E per forza che la destra cresce!! Di che ci meravigliamo ora?
La storia non solo non insegna niente ma si ripete monotonamente uguale. Nel 1933 Hitler vinse a causa di una Germania con l’economia in declino per l’eccessivo peso del debito di guerra e il malcontento dovuto alla crisi e alla disoccupazione. Oggi tutto ritorna e in Germania raddoppiano i partiti della destra a causa di una recessione provocata dallo stesso governo tedesco e dalle sue scelte sciagurate che non hanno saputo difendersi nemmeno dalla distruzione dei gasdotti Nord Stream, operata dai nostri stessi alleati con conseguente crisi dell’industria tedesca, affossata in primo luogo dalle spese che il governo si è assunto in una guerra persa prima di cominciare. Oggi, addirittura, in Germania come in Argentina come in Italia, non vincono i migliori ma quelli che promettono la distruzione dello stato sociale, la capitalizzazione privata ottenuta con la svendita dei beni pubblici, la riduzione dei diritti dei cittadini, la protezione degli abusi dei governanti…Ma queste stesse cose sono state perseguite da Monti, da Draghi, da Renzi e non sono combattute dalla Schlein come dai vari D’Alema o Letta o Bersani. Ma davvero qualcuno potrebbe pensare che un De Benedetti, un Benetton o un Elkann siano persone di sinistra?? Ma di quale sinistra vogliamo parlare? Se ogni volta che il M5S ha proposto qualcosa a favore dei lavoratori, della giustizia, della riduzione dei privilegi di casta, di una politica che parta dalla base, della pace, il Pd è stato contro? Persino i sindacati di sinistra sono stati contro i più poveri, nemici acerrimi del salario minimo come del reddito di cittadinanza e silenziosi e inerti davanti ad aberrazioni come la Bolkestein che abbassava i diritti dei lavoratori alla soglia minima dei Paesi europei!
Ogni volta che c’è una recessione economica, e quella europea è stata precisamente voluta dalla nomenclatura europea nominata o eletta dai leader europei, ogni volta che cresce una crisi economica, si sviluppa una rabbia esplosiva e ogni volta questa rabbia viene sistematicamente e in modo uguale riversata sugli immigrati, i più poveri, i disoccupati. È uno schema vincente che si ripete, così come si ripete il ritorno dei fascismi e dei razzismi. È un meccanismo collaudato in cui tutto è previsto e prevedibile.
Trump non è che la cresta volgare e arrogante di uno tsunami che si ripresenta biecamente simile, uguale a sé stesso.
Il turbo capitalismo o neoliberismo non fa che applicare tecniche super collaudate col danno ulteriore dell’abbassamento progressivo del cervello della gente e l’uso impestante dei media televisivi a cui si aggiungono ora i prodotti dell’Intelligenza Artificiale. Ma le colpe della sinistra sono inemendabili. Ogni volta che c’è stato un soprassalto di dignità, una richiesta rivoluzionaria rispetto alla lenta e vischiosa discesa nel buio, si è fatto di tutto per tornare alla normalità della partitocrazia fine a sé stessa. È successo coi partiti di estrema sinistra, con i Verdi, con Di Pietro, con il M5S. La parola d’ordine è stata sempre “normalizzare”. La “normalizzazione” è stata la parola d’ordine anche di D’Alema o di Bersani, come di Letta o di Veltroni o di Prodi. E a forza di normalizzare, ogni fuoco è stato spento, ogni ideale è stato distrutto. È rimasta solo una vuota retorica parolaia che non cambia una virgola del mondo.
Come non ci stanchiamo di ripetere, nella scelta tra un partito fotocopia e uno originale, l’elettore o non vota o vota l’originale. Tra un partito debole e uno che sbraita, la mente debole sceglie sempre quello che sbraita, perché lo fa sentire più forte, perché scambia lo sbraito per potere. È il motivo per cui la Meloni urla e rotea gli occhi come una indemoniata.
Intanto il costante martellamento televisivo di carnai ha reso famigliare il carnaio, indifferente la morte, ordinarie le atrocità.
Come direbbe la Arendt, “È la banalità del male”.
“Quel che ora penso veramente è che il male non è mai ‘radicale’, ma soltanto estremo, e che non possegga né profondità né una dimensione demoniaca. Esso può invadere e devastare il mondo intero, perché si espande sulla superficie come un fungo. Esso ‘sfida’ come ho detto, il pensiero, perché il pensiero cerca di raggiungere la profondità, di andare alle radici, e nel momento in cui cerca il male, è frustrato perché non trova nulla. Questa è la sua ‘banalità’. Solo il bene è profondo e può essere radicale”.
Se il capitalismo nazista vincerà, noi saremo distrutti, ma, se vincerà, sarà solo colpa della nostra inerzia. Sarà solo colpa nostra perché lo abbiamo lasciato accadere. Come diceva una profezia di Papa Roncalli: “Potremo sapere tutto, ma chi non vuole intendere non intenderà”.
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