
(Tommaso Merlo) – Trump ha mandato il suo vice a cazziare i tromboni europei. Per JD Vance i veri nemici dell’Europa sono i politicanti che hanno paura del voto popolare e sopprimono la libertà di espressione. Boom. I tromboni brussellesi non potevano credere alle loro orecchie, ma saranno fischiate anche a Macron che da tempo boicotta il popolo francese o a coloro che da noi hanno sabotato l’onda populista degli anni scorsi o a coloro che han dato vita a governi ammucchiata un po’ ovunque nel vecchio continente. I cittadini votano e poi lorsignori fanno di testa loro. Servendo le lobby e il loro ego arrivista invece che i poveri cristi. Niente di peggio per minare la democrazia. JD Vance ha citato il clamoroso caso rumeno delle elezioni annullate perché sgradite a lorsignori ed aggiunto diversi casi di soppressione del dissenso. E non c’è dubbio che tiri una brutta aria. Dalla mattanza ucraina a quella palestinese. O la pensi come lorsignori o finisci all’indice. Snobismo elitario ma anche pensiero unico neoliberista e conformismo bovino. Classi dirigenti che si credono migliori e quindi superiori ai cittadini e se il popolo non la pensa come loro o lo manipolano o lo ostacolano. Niente di peggio per minare una democrazia. JD Vance ha quindi messo il ditino nella piaga, il problema è che lui e il suo duce arancione non sono affatto la soluzione ma un aggravante del problema. Il Trumpismo non è altro che capitalismo degenerato al punto che mentre le masse lottano per fare la spesa, i miliardari si son comprati anche la democrazia. Col Trumpismo gli Stati Uniti sono finiti nelle mani di una élite ancora più ricca e ristretta che ha convinto le masse che il loro problema sono quelli ancora più poveri di loro, tipo gli immigrati. Dalle élite perbeniste di lorsignori, sono passati all’oligarchia tecnocapitalista. Anche come idee non c’è nulla di nuovo nel trumpismo. Finito di suonare i tromboni europei, JD Vance è andato a trovare la leader neofascista tedesca a una settimana dal voto. Altro endorsement dopo quello di Musk e chiara interferenza. A conferma di come il trumpismo non sia altro che la riesumazione di una ideologia che l’Europa pensava di aver seppellito. Sfruttando i reali problemi dovuti alle migrazioni di massa, la destra ripropone il nazionalismo. Con un ducetto al centro, gerarchi al suo fianco e il popolo col ditino alzato sullo schermo del cellulare. Neofascismo che fa rima con egoismo, con razzismo e con bigottismo. Invece di allargare la partecipazione popolare, accentramento dei poteri. Invece che ponti, muri. Invece che evoluzione, conservatorismo. Ricevere lezioni di democrazia da JD Vance fa quindi ridere i polli, ma i tromboni europei se lo meritavano e adesso bisogna capire il da farsi. Gli Stati Uniti ci scaricano e auspicano che l’ondata nera dilaghi anche da noi. E se non cambia qualcosa, sarà così. Oggi c’è l’ondata neofascista da una parte, un sistema partitocratico obsoleto dall’altra e non esiste vera opposizione. Per questo non vota e non segue più nessuno. Servirebbe un sussulto popolare europeo per dar vita ad una vera alternativa. La politica o è genuina espressione della volontà popolare o non è politica ma gestione elitaria del potere. E in democrazia o il potere appartiene ai cittadini, oppure è un’altra cosa. Tecnocrazia lobbistica, oligarchia. Non basta il voto se poi i reggenti fanno di testa loro, su questo JD ha ragione, ma un trumpismo è pericolosissimo ritorno al passato, un suicidio storico in un mondo sempre più globalizzato. Ma perlomeno la destra ha una direzione precisa che è il neofascismo, dall’altra parte c’è il vuoto tecnocratico. Se i tromboni politici e mediatici del vecchio continente non lo capiscono, anche l’Europa sarà nera. Serve un sussulto popolare che dia vita ad una vera opposizione politica figlia dei tempi e della realtà, una opposizione orgogliosamente europea e democratica che guardi con fiducia avanti invece che indietro.
“..e non esiste vera opposizione..”
Esatto. Da noi la opposizione è una accozzaglia di partiti e cespugli priva di qualsiasi credibilità. La destra (di destra) italiana può stare tranquilla per almeno altri 7/8 anni, perché l’altra destra (di sinistra) sta continuando a tradire la sua vera vocazione.
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Sei talmente preso dal darti ragione da solo, che manco ti sei accorto che l’articolo non parla dell’Italia ma dell’Europa.
Quindi anche la tua amata Sahra Wagenknecht, di cui tu ne hai decantato le gesta eroiche di esempio di unica vera pura seria credibile magnifica opposizione esistente nell’universo, è finita nel calderone degli inesistenti cespugli dell’opposizione, cioè #sontuttiuguali.
Che peccato!
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Le oppofinzioni: “testardemente unitarie per far vincere la destra destra”.
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Un futuro molto incerto . Viviana Vivarelli
Non sappiamo dove andrà l’America col bullismo di Trump e il miliardario sociopatico che lo istiga al peggio, ma è certo che la vecchia Europa è in una crisi profonda e le scelte inopinabili della von der Leyen l’hanno precipitata in un baratro, ben aiutati da una casta di leader europei che, a parte lo spagnolo Sanchez, sarebbero tutti da buttare come distruttori dei loro popoli.
La macropolitica del mondo è in procinto di fare enormi cambiamenti in cui la potenza americana sarà fortemente minacciata dalla economie nascenti.
Se il patto Trump-Putin andrà a buon fine, la Russia cesserà di essere il nemico numero 1 degli USA, avanzerà la forza politica ed economica della Cina, il nuovo nemico, e si stabilizzeranno nuove coalizioni di Paesi emergenti, in Asia, in Africa, nell’America del sud, tutte a scapito del potere americano.
I nostri scontri non saranno combattuti sui campi di battaglia con le armi ma nei mercati e nelle borse, luoghi dove anche la potenza di Elon Musk potrebbe trovarsi in pericolo. Potrebbe profilarsi un altro ’29, quando il crollo delle borse fece crollare il potere americano tanto che i milionari si buttavano dai grattacieli. Non di sole armi belliche si nutrono la lotta e la storia del mondo.
Chi vivrà vedrà.
Gabriele Germani
Stiamo già vivendo il secolo asiatico: nel 2031 il PIL cinese supererà gli USA, l’India nel 2028 sarà la terza economia mondiale superando Giappone e Germania. Nel 2023, le economie più dinamiche sono state quelle di Indonesia e India, che negli ultimi decenni sono cresciute complessivamente ben sopra il 50%.
Nel 2050, l’Indonesia sarà la sesta economia mondiale (ora ottava) e per allora Cina potrebbe avere una crescita più lenta (demografia e geopolitica potrebbero pesare), mentre l’India potrebbe avere tassi di crescita superiori (anche gli USA).
Per questi ultimi, gli alleati decisivi saranno Australia, Nuova Zelanda, Giappone e Corea del Sud. Anche se con la geografia non si scherza e forse questi paesi col tempo mitigheranno la linea anti-Pechino (la Nuova Zelanda è già rimproverata in questo senso).
La gravità cinese è tale da attirare anche la costa pacifica del latinoamerica e da inclinare persino il Brasile, rendendo il canale di Panama, quello futuribile del Nicaragua e lo stretto di Magellano vitali per l’economia mondiale (e da qui qualche indicazione per le dispute sulle Malvinas e la rete politica dietro Milei).
Intanto l’Africa ospita sempre più micro-imprese e investitori da Cina, India, Giappone e Turchia. La Russia valuta di scappare ad Est e di spostare asse e baricentro in Asia, abbandonando l’ingrata Europa al suo destino.
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