
(Di Franco Arminio – ilfattoquotidiano.it) – Io non ci credo alla potenza di Trump, di Musk e di tutto il resto della compagnia, ammesso che sia una compagnia e non una serie di persone che giocano ognuno la loro partita, una partita fallimentare come quella di ogni essere umano che si dà l’illusione di essere potente. L’umano non è il luogo della potenza, ma della fragilità. Non abbiamo nulla, siamo un niente che respira dentro il sospetto di qualcosa che chiamiamo vita, una vicenda che occupa uno spazio di tempo infimo e uno spazio ancora più infimo.
Attenzione a non ridurci a combattere con dei fantasmi. In apparenza certe persone hanno un grande potere, ma non è così. Se leggo una poesia di Leopardi capisco che è lì il grande potere. E se vado a trovare una donna quasi centenaria e passo un poco di tempo con lei mi accorgo che il potere è nella sua casa, lì si prendono decisioni sulle sorti del mondo più che alla Casa Bianca.
Non sto provando a scrivere cose paradossali. Sto scrivendo qualcosa a cui credo fermamente. La vita è fatta di vicende ordinarie e quanto più sono ordinarie, tanto più sono straordinarie. La vita di Trump è una vita che alla fine non stringe niente, proprio per il suo essere lontana dall’ordinario, per il suo essere disposta su una scala enorme. Un essere umano che fa troppe cose alla fine non ne fa nessuna.
È singolare che dopo secoli di poesia e di filosofia non riusciamo a capire questa cosa semplicissima: il potere nel mondo non è di chi pensa di decidere, ma di chi sa donare, di chi sa trascurarsi, lasciare ogni tanto la sua vita, appartenere al vento come un filo d’erba, non pretendere di solennizzare ogni attimo del suo tempo.
I potenti di cui in questi giorni si parla tanto sono persone malate ed è un grave errore pensare che il mondo sia in mano a loro. Il mondo non è in mano a nessuno. Certo, possono prendere decisioni che sembrano gravi e sembrano avere un impatto su tutti noi. Ma se io stamattina vado al cimitero pure prendo una decisione importante. Niente è trascurabile di quello che fanno gli umani e anche di quello che fanno gli alberi e le formiche e le stelle e il vuoto che forse ci attende e il vuoto che confina col vuoto. Bisogna fare attenzione a inquadrare la politica con uno sguardo largo, con uno sguardo nuovo.
Non c’è più il Novecento, non possiamo guardare agli eventi di oggi con gli occhi che avevamo cento anni fa. Trump e i suoi compagni di merenda non riusciranno a guastare il mondo, il mondo ha una forza enorme, non si fa turbare da nessuno, non è così facile devastarlo.
Restiamo concentrati sulle nostre virtù, sulle nostre verità. Prendiamoci cura dei nostri amori, delle nostre amicizie. Restiamo sensibili al dolore degli sconosciuti, proviamo ogni giorno a fare qualcosa assieme agli altri. Basta poco e le palafitte di carta dei potenti di questo tempo cadranno miseramente. La democrazia non sta finendo, non esageriamo con gli allarmi, siamo messi assai meglio di come pensiamo. Oggi il vero potere è essere gioiosi, essere entusiasti di qualcosa, di qualcuno. Si tratta solo di capire dove guardiamo. Io sto guardando a delle persone bellissime in questo momento. Ai miei occhi hanno un poter assai più grande dell’uomo che vuole andare su Marte.
Che poi Musk è troppo modesto.
Negli anni ’60 si credeva fosse possibile costruire delle ASTRONAVI DA BATTAGLIA propulse da esplosioni nucleari fino a circa il 5-10% della velocità della luce.
Come l’Orion.
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