
(di Antonio Pitoni – lanotiziagiornale.it) – Alla fine, la macchina della propaganda torna sempre utile. E non si può certo negare che, all’occorrenza, il governo Meloni sia abilissimo a manovrarla. Così, mentre si scopre che a gennaio di quest’anno gli sbarchi sono più che raddoppiati, con un balzo del 135% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, ecco che scatta l’operazione di distrazione di massa degna dell’Istituto Luce.
E invece di parlare dei 3.074 migranti approdati sulle nostre coste in meno di un mese, a tenere banco sono i 49 disperati imbarcati su una nave della Marina Militare per essere spediti in Albania. Pazienza se, come peraltro già avvenuto, un giudice dovesse stabilire che anche stavolta quei trasferimenti non si potevano fare. Il rischio è calcolato: sarebbe un altro assist alla propaganda del governo, con la grancassa dei media amici al seguito, per accusare la magistratura di remare contro la volontà popolare per il solo fatto di disapplicare norme in contrasto con la legislazione e la giurisprudenza europee.
Del resto i sondaggi continuano a sorridere alla premier Giorgia Meloni e a Fratelli d’Italia. Ma il consenso e l’uso che se ne fa non sempre viaggiano sullo stesso binario. La vicenda Almasri, il capo della polizia giudiziaria libica, arrestato in Italia su ordine della Corte penale internazionale dell’Aja per una serie agghiacciante di crimini contro l’umanità ma poi rilasciato e rispedito in Libia su un Falcon dei nostri Servizi, è emblematica.
La premier Meloni ha archiviato il caso addossandone la responsabilità alla Corte d’Appello di Roma che ne ha deciso la scarcerazione. Omettendo, però, un passaggio chiave della decisione dei magistrati. Quello sul “ministro interessato da questo Ufficio in data 20 gennaio u.s. immediatamente dopo aver ricevuto gli atti dalla Questura di Torino, e che, ad oggi, non ha fatto pervenire nessuna richiesta in merito”. Un’inerzia che non ha lasciato ai giudici altra scelta se non quella di ordinare “l’immediata scarcerazione” di Almasri.
Segue dalla prima
E ora che per quella vicenda la premier Meloni è stata indagata, insieme ai ministri Nordio, Piantedosi e al sottosegretario Mantovano, per favoreggiamento e peculato, riecco la propaganda: “Non sono ricattabile e non mi faccio intimidire”, ha tuonato la premier. Come se l’indagine, a seguito di una denuncia, non fosse un atto dovuto.
È il senso dello Stato nell’era sovranista: l’investitura popolare, peraltro opinabile in una Repubblica parlamentare, e il consenso prevalgono su tutto. Peccato non bastino per considerarsi al di sopra della legge. Almeno finché l’azione penale sarà obbligatoria, per il comune cittadino come per il capo del governo. Riforma sulla separazione delle carriere permettendo.
Propaganda buona per allocchi inebetiti !
E nient’altro.
Ma gli altri (noi)… nulla cosmico.
Quindi che pretendiamo?!?!
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“E’ lunedì 20 e ancora Nordio non ha fatto pervenire alcuna disposizione sul fermo alla procura generale, come ha certificato poi la corte d’Appello nell’ordinanza di scarcerazione. L’indomani mattina, intanto, un “Falcon 900”, aereo della presidenza del Consiglio in uso ai servizi segreti, è atterrato a Torino da Roma, su autorizzazione di Palazzo Chigi (che ha la delega ai servizi). Il jet doveva attendere l’eventuale scarcerazione e quindi rimpatriare subito il torturatore ricercato dall’Aja. Nel silenzio del ministero, la Procura generale ha scritto alla Corte d’appello chiedendo “che codesta Corte dichiari la irritualità dell’arresto in quanto non preceduto dalle interlocuzioni con il Ministro della Giustizia, titolare dei rapporti con la Corte Penale”. A quel punto sarebbe bastato che Nordio si manifestasse, anche con una nota, uno scarabocchio, per bloccare l’iter. Ma niente. Così le porte della cella di Almasri si sono aperte per “irritualità dell’arresto”, scrivono i giudici di Roma. Nel pomeriggio del 21 gennaio, il ministero della Giustizia ha emanato finalmente una nota però è troppo tardi: “È pervenuta la richiesta della Corte Penale Internazionale di arresto del cittadino libico Najeem Osema Almasri Habish. Considerato il complesso carteggio, il Ministro sta valutando la trasmissione formale della richiesta della CPI al Procuratore generale di Roma”.
Matteo Piantedosi
Praticamente Nordio ha preso inutilmente tempo (non sono bastati i quattro giorni di silenzio radio). E appena due ore dopo, alle 18.45, l’aereo di Stato con a bordo Almasri ha preso il volo per la Libia. Ad accoglierlo, una folla in festa che lo ha portato in trionfo con tanto di cori di scherno all’Italia. Oltre il danno, la beffa. Il biglietto è un decreto di espulsione della Questura di Torino firmato dal ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, che gli vieta di rientrare in Italia per i prossimi 15 anni. Insomma, la volontà politica di farlo uscire dall’Italia il prima possibile – e quindi di sottrarlo all’Aja – è più che evidente.”
https://www.antimafiaduemila.com/home/mafie-news/309-topnews/103679-nessun-cavillo-i-servizi-hanno-riportato-almasri-a-tripoli-per-scelta-del-governo.html
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@EI H Articolo ottimo e attenta ricostruzione da parte tua dell’accaduto. Noi come Italia siamo dalla parte dei trafficanti è un dato di fatto. Il cd problema immigrazione, che poi se guardi il numero di immigrati per stato (Francia e sopratutto Germania) problema non è, perché si tratta di mera gestione di flussi, si basa su una narrazione che identifica il colpevole e il responsabile di tutto nell’immigrato. E questa cosa funziona bene perché una parte politica ci marcia. Clamoroso il ministro che dice a Cecchettin padre che la morte della figlia è colpa di una immigrazione incontrollata. Per capire come sia utile alla destra questa narrazione guardiamo la situazione attuale: hanno aumentato le accise, la Santanche è in tribunale per falso in bilancio, le pensioni crescono di 1,8 euro e guarda caso riparte una nave con 49 disgraziati. Tanto meglio con avviso di garanzia e vittimismo allegato del PdC. Una manna dal cielo.
Però non ci sto nemmeno al tanto sono tutti uguali di Travagliata ideazione: NO. Questo è solo un espediente per continuare a far governare questi. Il ragionamento come democraticamente funziona dappertutto deve essere: questi per me son degni di governarci? se la risposta, come qualsiasi sano di mente dovrebbe pensare, è NO, allora devo votare e far votare chiunque di quella parte non è. Se poi non si reputeranno capaci o degni cambio ancora. Perché non sta scritto da nessuna parte che il mio voto è come la squadra che tifo (per sempre).
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