
(Giuseppe Gagliano – lafionda.org) – Mentre il mondo affronta crisi ecologiche, instabilità geopolitiche e economiche, una costante attraversa i decenni: la crescita inarrestabile delle disuguaglianze. Se da un lato l’élite globale rafforza le proprie posizioni con patrimoni esponenziali, dall’altro quasi metà della popolazione mondiale continua a lottare per sopravvivere con meno di 6,85 dollari al giorno. Il rapporto di Oxfam, “L’ora più buia per l’uguaglianza”, smaschera con brutale precisione le dinamiche alla base di un sistema che favorisce pochi privilegiati, perpetuando un ciclo di povertà per miliardi di persone.
Numeri allarmanti
Nel 2024, la ricchezza dei miliardari è cresciuta di 2.000 miliardi di dollari, ovvero 5,7 miliardi al giorno, un ritmo tre volte superiore rispetto all’anno precedente. L’élite composta da 3.000 miliardari ha visto le proprie fortune decollare, consolidando un sistema economico profondamente squilibrato. Elon Musk, il più ricco al mondo, ha incrementato il suo patrimonio del 31% raggiungendo 330 miliardi di dollari, mentre Mark Zuckerberg ha registrato una crescita del 69%, portandosi a 198 miliardi.
Questa concentrazione di ricchezza coesiste con una povertà globale stagnante: circa 3,5 miliardi di persone vivono con meno di 6,85 dollari al giorno, un livello che rende quasi impossibile condurre una vita dignitosa. Secondo la Banca Mondiale, ci vorrà più di un secolo per sollevare l’intera popolazione del pianeta al di sopra di questa soglia, a meno di drastici cambiamenti.
La favola del merito
L’idea che i miliardari siano tali grazie al merito è un mito sempre più insostenibile. Oltre il 36% della ricchezza miliardaria è ereditata, e questo fenomeno è destinato a crescere nei prossimi decenni. Si prevede un trasferimento generazionale di 5.200 miliardi di dollari in ricchezza ereditata, creando un’aristocrazia globale che perpetua i vantaggi senza meritocrazia.
Il rapporto evidenzia che molte delle fortune miliardarie derivano da poteri monopolistici. Amazon, ad esempio, controlla oltre il 70% del mercato degli acquisti online in Germania, Francia, Regno Unito e Spagna, una posizione dominante che soffoca la concorrenza e riduce le opportunità per le piccole imprese. Aliko Dangote in Nigeria, detentore di un quasi monopolio sul cemento, è un altro esempio di come le rendite monopolistiche siano spesso la base della ricchezza.
Un sistema fiscale e commerciale sbilanciato
L’attuale sistema economico globale non solo favorisce i miliardari, ma perpetua disuguaglianze storiche radicate nel colonialismo. I Paesi a basso reddito sono costretti a fare affidamento su sistemi fiscali regressivi e commercio iniquo. Secondo Oxfam, i Paesi ricchi drenano annualmente circa 1.000 miliardi di dollari dai Paesi poveri attraverso scambi commerciali impari e pratiche fiscali abusive.
Inoltre, il debito è un altro strumento di oppressione economica. Paesi come Haiti e Indonesia continuano a pagare debiti coloniali ereditati, che hanno drenato risorse vitali per lo sviluppo. Tra il 1970 e il 2023, i Paesi in via di sviluppo hanno pagato 3.300 miliardi di dollari in interessi ai creditori occidentali.
Italia: il riflesso delle disuguaglianze globali
Anche in Italia, le disuguaglianze economiche sono evidenti. Il 5% più ricco delle famiglie italiane detiene quasi il 48% della ricchezza nazionale, mentre la metà più povera possiede appena il 7%. Questa concentrazione di ricchezza ha visto un incremento costante negli ultimi decenni, con un aumento del coefficiente di Gini, che misura la disuguaglianza, passato da 0,67 a 0,71 dal 2010 al 2024.
Le politiche fiscali italiane contribuiscono a questa disuguaglianza. La proliferazione di esenzioni e aliquote ridotte favorisce le fasce più ricche, mentre i lavoratori dipendenti subiscono un carico fiscale sproporzionato. Il sistema fiscale, anziché essere un meccanismo redistributivo, amplifica le disparità.
Le distorsioni del mercato del lavoro
Il mercato del lavoro italiano è caratterizzato da una crescita dell’occupazione precaria e salari stagnanti. Circa il 59% dei lavoratori italiani ha sperimentato almeno un anno con basse retribuzioni dal 2015 al 2022. Anche i contratti a tempo determinato sono in costante aumento, con un’incidenza particolarmente alta tra i giovani.
La decisione del governo di sostituire il Reddito di Cittadinanza con l’Assegno di Inclusione ha escluso migliaia di famiglie in difficoltà dal sostegno pubblico. Nonostante una retorica centrata sul contrasto alla povertà, le nuove misure si sono rivelate insufficienti e spesso inadeguate.
Conclusioni: il bivio davanti a noi
Il rapporto di Oxfam offre un quadro impietoso di un sistema economico che premia i privilegiati e punisce i vulnerabili. Per cambiare rotta, è necessaria un’azione globale e locale che metta al centro la redistribuzione della ricchezza, il controllo sui monopoli e l’introduzione di politiche fiscali progressive.
Il futuro dipende dalla volontà politica di affrontare le disuguaglianze. Continuare sulla strada attuale significa non solo perpetuare l’ingiustizia sociale, ma anche compromettere la sostenibilità economica e ambientale del pianeta. Il vero progresso non si misura in miliardi accumulati, ma nella capacità di garantire dignità e opportunità per tutti.
Ciclicamente la forbice fra ricchi e poveri si allarga sempre di più, finchè arriva a una distanza tale che si chiude, e cadono le teste.
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condivido; questo è ciò che insegna la storia
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Sono accadimenti, non insegnamenti altrimenti non accadrebbero più. La frase giusta sarebbe: questo è quello che è scritto nella storia.
Comunque, per quanto essa sia ciclica, non è detto che stavolta le teste cadano da quella parte.
Siamo in 8 miliardi e la storia alla quale in questo caso ci si riferisce è quella dove si era meno di un miliardo. Oggi il problema base sta in questo. Ricordiamoci che i “potenti” non sono mai caduti e non cadranno mai. Come possa sopravvivere la razza umana è legata molto a questo fattore.
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Dipende da cosa si intende per “potenti”.
Se intendiamo una categoria allora lo posso condividere; se facciamo riferimento alle persone la cosa è diversa.
Giulio Cesare, Luigi 16o, Nicola 2o sono degli esempi di uomini che hanno detenuto il potere, ci hanno lasciato le penne sostituiti da altri; il potere I in quanto tale si è perpetuato, le persone no.
Quanto al fatto che si tratti di accadimenti e non di insegnamenti e opinabile; l’insegnamento è infatti condizione necessaria ma non sufficiente per l’apprendimento.
Se si insegna e mon si apprende è possibile che un fatto non auspicabile si ripeta; se invece si apprende, si impara allora è probabile che un fatto non accada nuovamente.
Il punto dirimrnte non è quindi l’accanimento o l’insegnamento; il punto dirimente è l’apprendimento.
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Mi perdoni, capisco che stiamo qui a spaccare un capello, però la storia non è un insegnamento di per sè ma appunto storia. L’insegnamento lo trae chi leggendola capisce gli errori e ne trae vantaggio. Tuttavia l’apprendimento non è sufficiente per non ripetere certi errori, lì ci vogliono qualità che vanno oltre il solo apprendimento.
Experience is the name everyone gives to their mistakes.
La storia è piena di errori ma l’esperienza come sopra non è sufficiente a non ripeterli altrimenti non saremmo qui a parlarne.
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Torneranno i tempi dei luigi delle marie antoniette e dei robespierre.La storia è ciclica si ripete ma’ l’ individuo non impara mai🤔
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La storia è ciclica e nessuno impara perché è l’animo umano che non cambia mai. Fino alla sua estinzione.
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