
(Tommaso Merlo) – Il braccio teso di Musk conferma l’esistenza di una internazionale nera. I suoi principali esponenti erano ospiti all’insediamento di Trump insieme ai nuovi oligarchi tecnologici che ne dovranno garantire la propaganda. Una internazionale nazionalista, razzista e bigotta che circola da anni ma che il ritorno di Trump ha rilanciato. Una destra globale che sta vivendo una nuova primavera, guidando molti paesi occidentali e facendosi prepotentemente largo anche in paesi simbolo come Inghilterra e Germania. Tutta colpa di un cocktail micidiale composto da frustrazione e paura. Frustrazione per un sistema capitalista che delude i più sia dentro che fuori e poi li illude che la soluzione sia affidarsi a qualche oligarca fascistoide. E paura di un mondo che cambia molto in fretta con l’immigrazione che altera le società e minaccia le proprie identità nazionali e quindi i propri fragili equilibri esistenziali. Fanno gli spacconi, ma quelli di destra sono i deboli. Sono quelli che cercano disperatamente di evitare il cambiamento invece di affrontarlo e gestirlo. Strillano isterici e vorrebbero nascondersi dietro a muri anche mentali riesumando fallimentari resti ideologici. Una combriccola inquietante ma destinata a sbattere contro la realtà. Trump non guida un regime, ma una democrazia che gli si ritorcerà presto contro così come la società civile americana che in gran parte lo detesta. Quanto a Musk e compagnia bella, sul Pianeta Terra regna la legge del mercato ed è a quella che dovranno rispondere finché non si trasferiranno su Marte. Politicizzare i propri prodotti non è mai una bella idea, fai affari solo con gli amici e scateni la concorrenza. Stanno già nascendo alternative ai loro social e ai loro marchingegni e certe personalistiche bolle mediatiche, han vita breve. Ma al momento l’internazionale nera spadroneggia e senza che abbia vera opposizione né negli Stati Uniti né in Europa. Da Biden e soci alla Von der Leyen passando per Macron e Starmer, l’alternativa è un establishment perbenista ed altolocato sempre più detestato dai cittadini. Per i suoi modi tecnocratici irritanti ma anche per la sua ipocrisia. Sono più guerrafondai dei neri e anche loro venduti alle lobby. Si danno arie di superiorità morale, ma alla fine sono l’altra faccia dello stesso pensiero unico neoliberista con l’aggravante della spocchia. Classi dirigenti che a furia di certi andazzi partitocratici hanno perso ogni credibilità e quindi rilevanza politica. Da anni i cittadini in tutto l’Occidente o si arrendono standosene a casa oppure protestano votando realtà alternative, una disperata voglia di cambiamento radicale impedita dalla cappa tecnocratica dell’establishment sia politico che giornalistico. E la fortuna dell’internazionale nera si deve anche a questo, pur essendo l’altra faccia del pensiero unico e dell’oligarchia, è erroneamente percepita come anti sistema e questo solo per i modi rozzi a cui ricorre. Realtà virtuali che prendono il sopravvento e dilagano. Ma in attesa che Trump, Musk ed i soci dell’internazionale nera vadano a sbattere contro la realtà e che l’establishment altolocato della finta sinistra imploda sotto il peso delle sue ipocrisie, è urgente costruire una vera opposizione all’oligarchia lobbistica. Una alternativa di natura davvero popolare in cui i cittadini non si affidano cioè a tecnocrati arrivisti o ad egoistici salvatori, ma a se stessi. Riprendendosi le redini della politica e quindi del proprio destino. E senza bisogno di riesumare resti ideologici ma col coraggio e la forza di guardare avanti e di gestire con buonsenso il perenne cambiamento. Una politica non frutto di paura e frustrazione, ma di entusiasmo costruttivo, sensibilità e nuove consapevolezze. Nessuna rivoluzione copernicana, solo vera e sana democrazia di cittadini al servizio di altri cittadini e del bene comune.
IL COMUNITARISMO- Viviana Vivarelli
Uno dei più grandi industriuali italiani è stato Adriano Olivetti. Prima di lui l’industria americana ha conosciuto il genio di Henry Ford. Ma restano figure isolate in un mondo di affaristi disumani privi di qualsiasi etica.
Il pensiero di Olivetti fu chiamato Comunitarismo, in opposizione al liberalismo e al capitalismo, che sono ideologie individualiste. Esso spostava l’attenzione dal singolo individuo alla comunità e considerava diversamente dal sistema capitalista temi come la povertà, l’aborto, il multiculturalismo, la libertà di parola… Era un pensiero politico e sociale di alta spiritualità che coniuga una particolare socialdemocrazia al Vangelo, pur essendo Olivetti figlio di padre ebreo e madre valdese.
Il filone di Olivetti è quello di Martin Buber, Jacques Maritain ed Emmanuel Mounier .
All’individuo neoliberale contrappone il concetto di persona. Al predominio di lucro e potere: la priorità della giustizia sociale.
Per i comunitaristi è improprio separare la sfera individuale dalla sfera collettiva in quanto le convinzioni di ognuno derivano naturalmente dal suo contesto sociale.
Lo Stato rappresenterà l’ethos di un popolo e promuoverà l’autorealizzazione dei soggetti all’interno della società tutelando la libertà positiva.
Una società buona è quella in cui ciascuno si riconosce in ciascun altro nella condivisione di una comune appartenenza a una forma di vita, a una tradizione, a una concezione del bene; l’identità collettiva è espressa dalla condivisione stabile nel tempo del bene comune.
Per liberali e liberisti la società è una aggregazione di individui indipendenti, stranieri l’uno all’altro. Per i comunitaristi è una comunità di autorealizzazione composta da persone, un organismo. Società buona è quella in cui ciascuno si riconosce in ciascun altro nella condivisione di una comune appartenenza. Le istituzioni devono rappresentare l’ethos, lo spirito del popolo e realizzare il bene comune. La società è dunque una comunità di sentire; il bene delle persone è il bene della comunità. Le istituzioni devono forgiare i cittadini al bene comune e formare il senso etico delle persone.
Comunità è stata Mirafiori, nei tardi anni ’60 e nei primi anni ’70 e il maggio francese e furono anche, in qualche fase felice (quando la burocrazia del partito non ha prevalso del tutto), le sezioni del Pci, le leghe sindacali, quel ‘mondo entro il mondo’ dove si formò la forza reale della sinistra, di una sinistra di cui oggi non vediamo nemmeno le tracce.
Comunità era il concetto di democrazia pensata da Casaleggio ed ereditata dal pensiero no global, un concetto poi affossato da Grillo e tradito da Di Maio.
Ma io spero che le buone idee non muoiano mai ed è l’unica speranza che ormai mi sostiene nella spaventosa crisi di valori che ci attornia, dove il concetto di organismo è perduto e assistiamo solo al Leviatano di Hobbes, un mostro composto da molte parti, ognuna delle quali è diretta solo da uno smisurato egoismo e che si autodistruggerà sono la spinta disgregatrice dei più potenti.
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