
(Marco Travaglio – Il Fatto Quotidiano) – Quando gli storici del futuro si occuperanno del nostro presente, faranno caso a ciò che noi che vi siamo immersi non notiamo: l’abolizione della logica. A cominciare dal principio di non contraddizione. Rispondendo al nostro Giacomo Salvini, la Meloni dice che “separando le carriere si rafforzerà la terzietà del giudice” e giura che il pm […]
I senza-logica
Quando gli storici del futuro si occuperanno del nostro presente, faranno caso a ciò che noi che vi siamo immersi non notiamo: l’abolizione della logica. A cominciare dal principio di non contraddizione. Rispondendo al nostro Giacomo Salvini, la Meloni dice che “separando le carriere si rafforzerà la terzietà del giudice” e giura che il pm non sarà sottoposto al governo. Ora, l’unico Paese che aveva le carriere unite e le ha separate senza sottomettere il pm all’esecutivo è il Portogallo, dopo la Rivoluzione dei Garofani del 1974. Il risultato fu creare una casta di accusatori assatanati che chiedono arresti e condanne a tutto spiano, popolarissimi e molto più influenti sui giudici di prima. Da allora chi sogna un ordinamento più equilibrato vuol tornare alle carriere unite. Sulla guerra in Ucraina (e solo su quella, fra le 56 in corso), le violenze alla logica sono legione. L’ultima è che la Nato, Zelensky e persino l’Ue ripetono da un anno che “bisogna costringere Putin a trattare”, dopo aver detto per due anni che mai si doveva trattare con Putin. Ma appena qualcuno contatta Putin – Orbán, Scholz, Fico e Trump – lo scomunicano come un pericoloso agente del Cremlino. Forse pensano di trattare con Putin senza parlarci: per telepatia.
Il nostro Parlamento ha appena vietato ai senatori di prender soldi da Stati extraeuropei (regola già vigente per i deputati italiani e gli eurodeputati dei 27 Paesi). E il senatore Renzi non fa che ripetere che è una roba liberticida, “ad personam”, fatta apposta per colpire “l’unico vero oppositore al governo” (che infatti vota col governo ogni due per tre). Nessuno dei suoi intervistatori ad personam gli ribatte che a nessun altro senatore è mai venuto in mente di prendere soldi da Stati esteri, men che meno dal regime criminale di Bin Salman, mandante dell’omicidio del giornalista Khashoggi e recordman di condanne a morte. La moda di spacciare atti sacrosanti per persecuzioni ad personam ha contagiato anche De Luca, che pretende di candidarsi per la terza volta a presidente della Campania in barba alla legge che lo vieta. E tuona contro il governo che, sacrosantamente, impugna alla Consulta la norma regionale (quella sì ad personam) che lui s’è fatto approvare per aggirare la legge nazionale. E tutti glielo lasciano dire, quando non rilanciano la sua balla. Il Riformatorio spara in prima pagina il titolone “Ad De Lucam”, denunciando una congiura per “colpire il governatore premiato alle urne”. Ma, se complotto ci fosse, sarebbe per colpire tutti i presidenti di Regione intenzionati a violare la legge: cioè lui ed eventuali altri che volessero violare la legge. Non c’è alcuna norma ad personam: c’è un sacco di gente che ragiona ad minchiam.
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L’etica in politica è quasi del tutto sparita , prevale l’io, egoista, arrogante. Non si dialoga, perché l’altro ha idee diverse , quindi lo zittisco. Le manifestazioni di piazza, sono da soffocare sul nascere, la scuola meno domande fa meglio è, la tv è per chi è scarsamente scolarizzato, i giornali sono aggressivamente di parte….fermate il mondo voglio scendere
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Beh, almeno MT ha detto qualcosina anche sulla Meloni, per i più noiosi.
Quella di Bin Salman poi è una situazione tragicomica. Anni fa un suo oppositore, che stava in galera in quanto arrestato perché denunciava la persecuzione che lo affliggeva, fu poi ‘giustiziato’ (ammazzato dallo stato) proprio per dimostrare che aveva torto.
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diciamo che quando l’attacca poi il giudizio è sempre: “vostro onore mi rimetto alla clemenza della corte perché la poverina si fa sempre trascinare dalle cattive compagnie”.
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@smsparviero…ma davvero questo vi sembra un attacco alla Meloni? Una che fa due cagate al
giorno le dedichi meno spazio che Renzi che conta un caxxxo,0002… ma ci fate o ci siete?
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Diavolo di un alcolizzato74 mi hai sgamato!
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Ah, la Polonia celebrerà l’80o di Auswitch con invitato Netanyau. Che sta facendo pulizia etnica in Gaza ed ha un mandato di cattura internazionale sulla testa!
Ovviamente i russi non invitati, giusto?
Proprio come dice Lilin, il diritto internazionale è per l’occidente come un profilattico. Si mette o si toglie a piacere.
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Quel criminale vuole andare a Auschwitz per captare buone vibrazioni che lo ispirino su come continuare al meglio il genocidio a Gaza
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Per i Palestinesi sopravvissuti proporrà la doccia?
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Il primo agosto ’44 ci rivoltammo contro i nazisti perché non volevamo essere liberati dai russi. Conoscevamo gli orrori dello stalinismo, l’Armata Rossa arrivava, bisognava fare in fretta, e Varsavia insorse. Avevamo vent’anni, non conoscevamo la paura. Non ci importava di morire, la nostra causa era troppo grande”. Alina Karpowicz, 82 anni splendidi e due occhi pieni di luce, racconta. “A pensarci, fu inutile: un disastro per noi, per Varsavia, per i civili. E un vantaggio per Stalin. Ma fu, lo giuro, la cosa più bella della mia vita. Fu tutto stupendamente romantico, tragico e insensato”. 250 mila morti in due mesi. Un massacro. Combattimenti casa per casa, feriti nelle fogne e nelle cantine, una città intera che trasloca sottoterra, un paesaggio di macerie come Dresda, Hiroshima, che si è tentato di riprodurre nel film Il pianista. Nessuna capitale ha avuto più coraggio di Varsavia e nessuna ha subito più bombardamenti. Ma se ne parla poco. A Est, Mosca ha taciuto per mezzo secolo. A Ovest, la letteratura sulla rivolta del ghetto del ’43 ha oscurato il resto. Ma le ragioni di quest’amnesia stanno soprattutto anche nella cattiva coscienza delle potenze alleate che, per la seconda volta dopo il ’39, avevano abbandonato Varsavia a se stessa e alla dominazione di Stalin. Varsavia, si leggeva fino a ieri, fu liberata dai sovietici il 17 gennaio del ’45. Falso, tre volte falso. Primo: i nazisti se n’erano già andati e i russi non spararono un colpo per entrare. Secondo: Varsavia era già stata rasa al suolo dunque non c’era niente da liberare. Terzo: l’Armata Rossa avrebbe potuto liberarla cinque mesi prima, ma non lo fece. I sovietici, anziché aiutare i rivoltosi, aspettarono che i nazisti li massacrassero. Stalin non voleva patrioti tra i piedi, ma una nazione-zombie da dominare. Così bloccò l’avanzata a cinque chilometri dal centro, e impedì che gli angloamericani paracadutassero munizioni. Né Londra e Parigi insistettero perché quegli aiuti arrivassero. L’Occidente aveva altro da pensare. “Il 4 giugno era caduta Roma, il 6 giugno gli Alleati erano sbarcati in Normandia, della Polonia non importava a nessuno”, racconta lo storico Federigo Argentieri. Ma soprattutto il governo provvisorio di Varsavia a Londra ignorava che Churchill e Roosevelt, alla conferenza di Teheran del dicembre ’43, avevano regalato alla Russia la parte di Polonia occupata da Stalin dopo il suo scellerato accordo con Hitler. Erano stati proprio gli inglesi (dopo la prima guerra mondiale) a sancire segretamente quella divisione, che prese il nome dal loro ministro degli Esteri Curzon. Linea Curzon appunto. Stalin, poi, avrebbe sfruttato alla grande l’imbarazzo di Churchill sull’argomento, per accaparrarsi la Polonia intera. Comincia con i polacchi in esilio che avvertono gli Alleati delle purghe staliniane, degli stermini per fame, dei Gulag. Nel ’43 in Bielorussia, a Katyn, i tedeschi hanno trovato un’immensa fossa comune piena di soldati polacchi massacrati dai russi, ma la storia viene liquidata come propaganda nazista. Il mostro, allora è solo Hitler, e come se non bastasse, Roosevelt è affascinato da Stalin. Pochi credono alle paure degli esuli fuggiti a Londra. Ma il governo provvisorio non può aspettare, spera per la Polonia un destino occidentale, dà l’ordine di attacco. “All’inizio fu tutto facile – racconta Alina – i tedeschi erano asserragliati in pochi capisaldi. Ma poi arrivarono i bombardieri. Un immenso cannone su rotaie fu piazzato alle porte della città. E fu l’inferno”. Alina annota tutto, tiene un diario minuzioso, ci tiene più che ai suoi anelli. Si combatte nelle fogne, come racconterà Andrzej Wajda nel suo film Kanal (I dannati di Varsavia). Si beve wodka per farsi coraggio e andare all’assalto. Ci si nutre di cani, gatti, radici. I tedeschi arretrano. Ma, esattamente come spera Stalin, è lo sterminio di un’intellighenzia. Di grandi poeti come Krzysztof Kamil Baczynski e Tadeusz Gajcy, che i compagni cercano di non far combattere perché “troppo preziosi per la Polonia”. Antoni Bieniaszewski ha 25 anni, gli affidano il compito di bloccare i mezzi pesanti sull’arteria-chiave, Jerozolimska. “Costruimmo una trincea sotto il fuoco dell’artiglieria pesante. Morimmo come mosche. Un’impresa pazzesca, ma a noi pareva normale. Per tutta la rivolta non passò di lì un solo carro armato”. Oggi Antoni ha 85 anni, è un bell’uomo dalla schiena dritta e i grandi baffi bianchi. Sorride: “Ho scoperto solo ora, leggendo i libri di storia, quanto era importante la posizione che tenevo”. All’inizio la gente sostiene i combattenti, poi si dispera, li maledice. I bambini non hanno latte, i vecchi assistenza. Miron Bialoszewski racconterà il calvario dei civili in un libro uscito nel 1971 dopo vent’anni di censura. “Un racconto minuzioso e mistico, concentrato sulla fisiologia della sopravvivenza, un testo che ha spalancato nuovi orizzonti al linguaggio”, spiega il critico Jacek Kopcinski. Le catacombe, la paura dei crolli, la claustrofobia, il buio, la lettura del salmo 91, una voce che sussurra “Mi porterai sulle tue spalle affinché io non mi ferisca i piedi con le pietre”. E quando, il 3 ottobre, arriva la capitolazione, su Varsavia scende un silenzio quasi metafisico. In quel silenzio, il canto di un vecchio rimasto solo, inebetito su una sedia della cucina. La liturgia delle ore, un antico canto contadino che diventa urlo, uno squarcio nell’anima. I tedeschi riconoscono il valore degli insorti, concedono l’onore delle armi. Poi cominciano a distruggere la città. Dinamite e lanciafiamme. L’ordine del Fuhrer è “Vernichten und ausrotten”, annientare e sradicare. La colonna dei superstiti attraversa la Polonia verso i campi di prigionia, ma pochi solidarizzano. La Polonia profonda, contadina, gode della sconfitta dei “signori della grande città”. Inizia la tragedia di un eroismo negato. Quando arrivano i sovietici, i rivoltosi sono additati alla pubblica vergogna, messi in galera. Ai loro figli viene chiusa l’università. Morto Stalin, la storiografia comunista edulcora la rivolta come l’errore di una generazione nobile subornata da portatori di interessi ignobili. Ma solo anni dopo la storia riaffiora, escono i primi libri sull’evento. Racconta Kopcinski: “Quei libri ci hanno dato la forza di resistere. Nessuno può immaginare l’immensa forza morale che c’era nella parola scritta di quella generazione sconfitta. Un amore romantico della libertà, oggi inconcepibile. Oggi si parla del romanticismo polacco come sinonimo di nazionalismo e antisemitismo. Fu il contrario: il messianismo del nostro vate Mickiewicz ebbe radici ebraiche. Marek Edelmann, l’ultimo capo della rivolta del ghetto si rifece proprio a Mickiewicz, all’idea della morte cercata eroicamente e non subita. L’idea che la Polonia dovesse sacrificarsi per l’Europa nacque in ambienti ebrei”. Per anni, portare fiori in cimitero il primo agosto, è stato per i polacchi l’unico modo di dirsi anticomunisti. “Ora finalmente se ne parla nei discorsi ufficiali, si apre un museo sulla rivolta, i fiori del primo agosto sono diventati cerimonia, e questo sessantesimo anniversario è l’ultima occasione per sentire dal vivo le voce di quella grande generazione” spiega Jarek Mikolajewski del quotidiano Gazeta Wyborcza. Ma aggiunge: “Intanto il ricordo si è banalizzato, ha perso intimità. È diventato una cosa di piazza, calata dall’alto. Si erigono monumenti faraonici, ma quel cemento certifica anche la fine di un simbolo. La generazione dei ventenni non sa più nulla di quel grande evento”. E LA NOTIZIA E’ CHE NON HANNO INVITATO I RUSSI ????
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Quindi Ed, quale notizia vuoi? Quale ti aggrada? Dopo aver fatto il copia incolla dell’articolo di oltre 20 anni fa di Paolo Rumiz, cosa ti sembra opportuno? Che nel 2005 Putin in persona viene invitato al 60° anniversario, che nel 2015 ( quindi già in regime sanzioni per la presa della Crimea)per il 70°anniversario, Putin non riceve l’invito diretto formale, ma a rappresentare la Russia va il suo Vice Ivanov, e invece nell’80° anniversario non va fatto più nessun invito.
Pertanto la logica quale sarebbe? La storia che ha raccontato Rumiz e che tu hai riportato come fosse una spiegazione dell’avversione per i Russi tale da giustificare il non-invito? Non sei così stupido da capire che se la logica fosse questa non sarebbe stato jnvitato né nel 2005, Putin medesimo, né il vice nel 2015.
Quindi la russofobia degli ultimi 10 anni, non solo di buona parte dei polacchi o di cittadini baltici, ma anche la tua, giustificherebbe uno sgarbo che è alla Storia, più che alla Russia?
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Grazie per la tragica e accurata testimonianza storica. Un vero peccato che decine di migliaia di bambini di Gaza non potranno mai studiarla a scuola.
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E vai con la retorica sui bambini di Gaza! Tragedia immane, sia chiaro. Ma vai a dare un’occhiata anche ai bambini di certe periferie del sud Italia. O a certi bambini africani. O agli stessi bambini ucraini, quelli non rapiti, finiti sotto le bombe di Putin. Nel mondo ci sono un’infinità di bambini che per un motivo e per un altro non possono studiare a scuola testimonianze come quelle che ci ha proposto oggi ED. Perché non parli un po’ anche di loro?
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Certo che leggere in 2 righe…bambini di Gaza/bambini del sud Italia è veramente straordinario la Domenica mattina. E soprattutto bisogna scrivere quello che dice lui.
ABOMINEVOLE.
Soprattutto da chi invoca gli psicologi per gli altri.
SENZA PAROLE.
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Si caro Carlgen che rimane senza parole. Io sono dalla parte di tutti i bambini vittime di povertà, guerre, violenza. In Ucraina, in Africa, a Gaza, e pure in Italia. Si, in Italia. Ma non li USO come arma dialettica in questo caxxo di blog la “Domenica mattina” dal calduccio di casa mia. Ti entra questo semplice concetto nel cervellino?
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Mi sono sempre chiesto perché il 90% degli utenti si interfacciasse in maniera così rude (eufemismo) con te? Ora l’ho capito.
Condizione imprescindibile per fare il provocatore è avere un briciolo di intelligenza. Spero per te che sia questo il problema.Altrimenti la situazione sarebbe preoccupante.
Buona Domenica
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E condizione imprescindibile per avere un briciolo di intelligenza, caro Carlgen, è non mettere in mezzo “i bambini di Gaza” per rispondere a un post di ED sulla Polonia. Buona Domenica anche a te.
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Eh sì, caro Carlgen, benvenuto nel club 😀
Come diceva il mai troppo ricordato Gatto, certe persone non meritano di ragionarci insieme, ma solo di essere pesantemente insultate.
Se tr0llano o sono davvero così, ogni altro impegno intellettuale è puro spreco.
X Santo/ED:
La faccia come il qulo ti si addice da bravo renziano, ma diciamocelo chiaramente, non conosci vergogna per le minkiate che spari a grappolo.
Sennò sapresti che per i gawazi il modello più importante di riferimento è il GHETTO DI VARSAVIA.
Ma pensa un pò.
Dopo di che, l’articolo di M.T. parlava proprio di ‘senza logica’ e tu e il tuo gemello siamese ne siete la conseguenza pratica. Almeno postaste sotto effetto di narcotici pesante avreste una giustificazione, invece così siete proprio quelle caricature che non potete NON essere 😀
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“Come diceva il mai troppo ricordato Gatto…”. Ah ah ah!!! Ma dove siamo?? In un film di Lino Banfi?? Dove?
“… per i gawazi il modello più importante di riferimento è il GHETTO DI VARSAVIA”. Ah, e questo per il club dei mononeuroni (CdM) sarebbe il collegamento tra il post di ED e “i bambini di Gaza”! Quindi, oggi che è morto Oliviero Toscani, gli iscritti al CdM devono ricordare i morti del Ponte Morandi, giusto? Chiedo solo per capire come fare a iscrivermi.
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come i fascisti italiani prima e dopo Salò combatterono contro le truppe Alleate di occupazione, si potrebbe dire:
erano giovani e forti e hanno perso.
Dipende sempre da quale angolo si osservano gli avvenimenti.
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e certamente della serie …siccome scipione l’africano fu sconfitto a cartagine dall’impero romano è giusto che Mussolini abbia invaso la Cirenaica e la Tripolitania come terra già conquistata e di diritto ai fascisti di allora.
E come Lettamaio abbia diritto di acquisire una “terra promessa” da chi?
Venga fuori chi promise la terra agli ebrei!
Anche perchè chi la promise ..la terra non era sua ma dei palestinesi che l’abitavano da tempo!
Sono i fatti che contano non le storie che ci raccontano!
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…ehhh ma infatti si son fabbricati Dio per le promesse di sterminio degli altri popoli nella terra promessa loro. Resterebbe da capire a quanti, prima di loro e dopo loro, questo Dio abbia promesso e prometterà la stessa terra da accaparrarsi facendosi largo con la strage.
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Una logica ce l’hanno anche se perversa : è quella di rincorrere i propri interessi personali e tutt’ al più quelli di partito . In questa ottica non è giusto quello che è giusto ma quello che conviene al momento alla propria parte . Abbiamo visto rinnegare dai nostri governi e dalle autorità Europee tutti quei principi che ci hanno ripetuto per una vita fin dalle elementari senza provare nessuna vergogna . Il presidente ci ha fatto il solito sermone di fine anno infilando di seguito tutte le banalità e luoghi comuni pur di non dire nulla sulle atrocità inferte ai civili di Gaza e ai giovani ucraini e russi caduti per colpa delle nostre ingerenze bellicose negli affari interni di altri paesi . Quindi cosa aspettarsi di peggio ?
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Un GRAZIE alla Redazione di Infosannio…
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la logica è materia rara, abbiamo un’ industria automobilistica europea al collasso con il resto che la segue ed è al collasso per 20-40 anni di mancati investimenti (in base al Paese) eppure vediamo proposte di spendere miliardi per aiutare il motore a combustione invece che adeguarci e fare ricerca e sviluppo per essere al Passo con chi sta ora avanti e domina il mercato. Sarebbe come un secolo fa invece che investire sull’ automobile Ford avesse aperto fabbriche di carrozze e calessi.
i cervelli ci sono in Europa quel che manca e voler impiegarli in qualcosa che non sia, più o meno direttamente, banche e armi. Vogliono Maggior sicurezza? Che facciano un esercito comune ed integrato che evita ridondanze e quindi costa meno,altro che mettere quasi il 10% del pil in armi. Avessimo politici veramente con gli attributi, e non solo per darsi schiaffi in parlamento o per mandare la polizia contro gli studenti, sarebbero li a rompere ogni secondo in Europa di agire, di togliere i paradisi fiscali interni ed investire per il futuro tanto, tantissimo come post guerra .
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OT ma non troppo rientra nei senza logica:
Mohammad Abedini, Nordio chiede la revoca della custodia in carcere dell’ingegnere iraniano dopo la liberazione di Cecilia Sala
Accordi internazionali….. la toppa peggio del buco!
Siamo italiani riformisti!
E ridicoli a livello internazionale.
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La domanda che resta è se Abedini tornerà a casa integro, riprogrammato o morto.
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L’hanno liberato.
Ovviamente e grazie a Dio.
Ma è ovvio che rientrava nei patti. E meno male.
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Il problema è che transitare in Italia non è “salutare” per quelli che vengono indicati come nemici degli USA, ma come possiamo dimenticare i casi di Abu Omar e della Shalabayeva, per fare un favore al governo kazako. Anche transitare per la Francia non è per nulla sicuro, visto il caso Durov…
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Per l’abusivo condomino della sacca scrotale. L’autore di un genocidio che viene invitato a commemorare un genocidio. Solo uno come te non ci vede della ignobile ipocrisia.
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Scusa se scrivo a te, Spartacus, ma l’elemento a cui mi riferisco non ha, giustamente, l’opzione di risposta(e comunque non gli avrei scritto).
“… in questo caxxo di blog…” (SLQ, 12 gennaio h13:20) 😳😳😳🙄
Gratificante al massimo per il luogo virtuale, ma caldamente reale, che accoglie e conforta la nostra “comunità” e, pur immergendoci nella amara realtà quotidiana, ci dona la possibilità di capirne i risvolti, affinare ed esprimere il nostro pensiero…
Un simile sgarbo “istituzionale”, una tale scorrettezza e mancanza di tatto e… sentimento, poteva venire solo da cotanto elemento.
Una definitiva prece.
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Povero Spartacus… Ha scritto una sciocchezza (magari sentita) e paf! si ritrova iscritto d’emblée al CdM. Un abbraccio.
p.s. caxxo di blog… Siamo alla delazione 😎 😅 Nessuna offesa a Infosannio, figuriamoci, che anzi ringrazio per lo spazio di libertà che concede a tutti coloro che scrivono. Buon lavoro!
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