
(Andrea Zhok) – Ieri, stando ai resoconti di stamane, sono stati uccisi 63 civili palestinesi dall’esercito israeliano.
Nelle ultime 72 ore risultano morti di stenti e freddo 7 bambini nelle “safety zones” palestinesi.
Ah, dimenticavo, buon anno a tutti.
Il primo impulso oggi sarebbe di dire che mi vergogno di essere italiano ed europeo.
Ma francamente, oltre ad appartenere al novero delle dichiarazioni sterilmente patetiche, si tratterebbe di una proposizione profondamente ingiusta.
Perché significherebbe lasciare alle nostre attuali classi dirigenti la titolarità di presentarsi come eredi di una storia e di una cultura grandi, di una storia e una cultura che essi ignorano e disprezzano.
No, l’unica cosa di cui credo sia giusto provare davvero vergogna è di vivere in un protettorato americano, guidato da una classe politica (con destra o sinistra perfettamente equivalenti) composta di servi di bottega, di lacché senza dignità, disponibili a svendere ogni briciola del proprio paese, del proprio popolo, della propria storia pur di mantenersi in sella per qualche mese in più, pur di godere delle genuflessioni untuose di greggi mediatici dipendenti dai medesimi padroni.
C’è chi dice che la classe politica agisce così perché cerca di preservare il benessere del proprio paese pur sotto condizioni di oggettivo ricatto.
Solo che queste sono semplicemente balle autogiustificatorie.
Ogni mese che passa, ogni decisione autolesionista che viene infilata come perline, una dietro l’altra, porta l’Europa, e l’Italia, come vaso di coccio tra vasi di latta, ad indebolirsi ulteriormente. E quanto più questa cessione di sovranità e indipendenza procede, tanto minore sarà il potere contrattuale per poter resistere alla pressione successiva.
L’Europa che si è consegnata mani e piedi alle forniture energetiche americane si è evirata con le proprie mani. Poteva resistere, poteva capire, poteva negoziare, ma non lo ha fatto. E non lo ha fatto perché le sue classi dirigenti sono composte in misure bilanciate di imbecilli e di venduti, cioè di gente che pensa sul serio di vivere nel migliore dei mondi possibili (il giardino liberaldemocratico) e di gente il cui sogno esistenziale sarebbe di vendersi la Sicilia per un appartamento a Manhattan.
Ma visto che è l’inizio di un nuovo anno, cerchiamo di scorgere qualcosa di buono in questo disastro umano e civile. Ecco, l’elemento amaramente positivo di questa situazione è che il processo di decomposizione occidentale ha preso un passo accelerato, gli scricchiolii aumentano di frequenza come accade tipicamente nelle fasi che preludono ai crolli.
Pensiamo solo a quel non banale dettaglio che è la sorte dell’ideologia del diritto.
L’Occidente ha prodotto come sua principale sovrastruttura autogiustificativa globale l’idea di essere l’alfiere del Diritto contro la Volontà soggettiva: i “diritti umani”, il “diritto internazionale”, il “diritto di proprietà”, il “sistema fondato sulle regole”, ecc.
Negli ultimi 4 anni ogni parvenza in questo senso si è dissolta come neve al sole.
Non che in precedenza davvero i “diritti umani” potessero essere compatibili, per dire, con 600.000 morti in Irak per “liberarli dalla dittatura”. Ma la frequenza delle violazioni più manifeste era tale da consentire di dissimularle, di annegarle in altro notiziame brado di varia umanità. Ma cose come la complicità con l’eccidio palestinese in corso da parte degli eredi di Erode superano ogni livello di dissimulabilità: sono uno schiaffo in faccia ad ogni parvenza di umanità, sono una vergogna che rimarrà nella storia.
Similmente, ma su un piano differente, il rispetto sacrale della proprietà legittima è stata parte della struttura di diritto portante dell’Occidente. Può piacere o non piacere, ma l’idea di un diritto inscalfibile conferiva comunque una dimensione di affidabilità e non arbitrarietà al sistema occidentale. Anche questo si è dissolto nello spazio di un mattino, dapprima congelando conti correnti a contestatori politici, poi sequestrando beni di cittadini privati (russi), bloccando fondi finanziari in transito, cedendo gli interessi su quei fondi a entità statali terze, ed infine appropriandosi definitivamente di questi fondi stessi (unico passo su cui c’è ancora qualche resistenza in Europa). In un paio d’anni tutto il patrimonio secolare di affidabilità delle istituzioni finanziarie occidentali è finito giù per lo scarico.
O ancora, l’Occidente si è fatto vanto per lungo tempo di essere il luogo della libertà d’opinione e di parola. Ma anche qui, in tempi rapidissimi si è passati dalla persecuzione di Assange, alla chiusura di siti e pagine sgraditi, alla rimozione delle emittenti internazionali non allineate dalle piattaforme comunicative, all’arresto pretestuoso di Pavel Durov, patron dell’unico social riottoso ai desiderata della NSA, ai decreti censori del Digital Services Act, alla serena accettazione che l’ultimo anno abbia segnato il record di uccisioni di giornalisti sul campo, ecc. ecc.
La lista dei segni di collasso potrebbe continuar a lungo.
Molto semplicemente, l’ideologia autogiustificativa dell’Occidente ha perduto in brevissimo tempo, all’interno ma soprattutto all’esterno, ogni credibilità, e ciò lascia campo libero al puro e semplice esercizio della forza.
Ma quando si arriva al piano della forza, l’Occidente non ha più poi tante carte da giocare: le risorse naturali e demografiche lo vedono perdente, mentre il primato tecnologico non è più così netto (e verso alcuni paesi extraoccidentali non c’è proprio più).
Dunque qual è la buona novella di questo inizio d’anno?
Ecco credo che la buona notizia sia soltanto una: la parabola del lungo tramonto dell’Occidente ha subito una brusca accelerazione, la stagnazione senza sbocco sta giungendo a conclusione, tempi nuovi sono alle porte.
Come la storia del termine “apocalisse” ricorda, lo svelamento del nuovo tende ad avere caratteri cruenti, dunque l’avvento dei tempi nuovi non è una buona notizia per chi vive con agio il presente e brama solo una sua serena prosecuzione. Ma per tutti gli altri, si apre la stagione in cui ogni azione conterà doppio, la stagione in cui si gettano i semi dell’epoca a venire.
Anche ad inizio del nuovo anno, bombardamenti russi su obiettivi civili ucraini. Essendo sotto un “protettorato americano” , evidentemente loro non contano. Sono dei non-esseri. E’ il ben noto l’umanesimo a’ la carte. Ma noi aspettiamo sereni la fine dello schifoso Occidente , prima sara’ meglio sara’, e finalmente proveremo come si vive bene nelle “vere” democrazie, quelle che neanche hanno bisogno di una narrazione per giustificare i propri atti in quanto sempre invariabilmente giusti, virtuosi, altruistici, umanitari come la Storia infatti ci insegna. AD MAIORA !
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Ah ok c’è un aggredito e un aggressore.
Quindi tu fai i salti di gioia nel mangiare pasta scotta col ketchup,e sei felice di tutto ciò solo perché il tuo vicino mangia l’erba matta che si raccoglie ai margini delle strade?
Beh direi un ottimo punto di vista rinascimental-umanista, con una visione decrepito medioevale.
Se a me non piace la montagna non per forza vado al mare(inquinato), scelgo una gita al lago.
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Intanto gli ucronazi hanno tagliato il gas russo all’Europa, con la scusa che fanno male alla Russia (con cui ovviamente non trattano nulla). I koglioni come te si sono persi questo problemino, a quanto pare.
E se vogliamo parlare di obiettivi civili, gli ucronazi continuano a mandare droni addosso a civili CON IL PRECISO OBIETTIVO DI AMMAZZARLI.
Ma nemmeno questo lo capisci, vero cialtron3 gemellino di Loguasto?
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Asciugati pure il rivolo di bava all’angolo della bocca, e ‘sgradevole a vedersi. La forbita critica a coloro che hanno opinioni differenti, ti iscrive di diritto al Brics Fan Club, che di tale metodo ne hanno fatto un’arte.
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Un buon esordio di 2025 per Zhok. Bravo.
Ovviamente non mancano mai (peccato) le sue frasette da clickbait per i suoi follower su facebook.
“C’è chi dice che la classe politica agisce così perché cerca di preservare il benessere del proprio paese pur sotto condizioni di oggettivo ricatto.
Solo che queste sono semplicemente balle autogiustificatorie”.
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La lieta novella lo è per chi avrà la pazienza di aspettare ancora decenni e che comunque appartiene mediamente a quella parte del mondo, largamente maggioritario ma, a noi che viviamo nel ventre della vacca (morente) le cose non andranno mediamente bene. Certo, questo è un modo egoistico di guardare i nuovi eventi e non desiderando di essere frainteso ,tengo a precisare di condividere il pensiero del prof ma , altresì di essere altrettanto onesto nelle previsioni che riguardano i singoli individui. In poche parole ,quello che è giusto e auspicabile non creerà miglioramenti materiali per tutti ma una ricompensazione a livello planetarie, come per il principio dei vasi comunicanti.
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L’analisi del Prof. Zhok è come sempre ineccepibile. Anche la diagnosi non si discute.
Il problema è che nè lui nè nessuno vede una terapia appropriata a invertire il passo accelerato di questa malattia dell’Occidente.
O meglio Zhok ritiene che alla dissoluzione ormai prossima sia automatico un seminare e far germogliare un mondo nuovo. Possibile.
Ma potrebbe anche accadere che “mondi vecchi” e non meritevoli di grandi speranze si sostituiscano al degradato, corrotto e ipocrita Occidente. Il Nuovo va pensato e indotto con pazienza e ancora non vedo chi si stia impegnando in processi sociopolitici, con annessi sistemi valoriali, tali da suscitare ottimismo.
Perché all’Apocalisse che giustamente evoca il Professore non necessariamente segue un Angelo Redentore.
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Non ci sono buone notizie ,sia da noi che negli altri paesi,ma non è una consolazione,anzi è una palese dimostrazione che il genere umano sta regredendo per i più deboli …. per i forti invece è sempre una festa.Li mortacci loro!
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ANNO NUOVO E APOCALISSE – Viviana Vivarelli
Cerchiamo qualcosa di buono in questo inizio d’anno nuovo. Guardiamo con orrore muto le nuove vittime in Palestina in un genocidio interminabile e infernale mai deprecato abbastanza, i bambini morti di freddo, i cadaveri dei migranti nel Mediterraneo, la guerra ucraina senza soluzioni di sorta, un’Europa allo sbando in piena crisi economica e sempre più a destra, sempre meno Europa e sempre più suddita americana, senza più dignità, autonomia, indipendenza. Tra dieci giorni Trump giura fedeltà alla Nazione, mentre si apre un nuovo processo a suo carico. Nelle nostre istituzioni imperversano pregiudicati o delinquenti sotto processo nella completa indifferenza di chi governa che moltiplica le cariche a cialtroni o promuove condannati reiterati o mafiosi. Ma intanto sospende la Todde, governatrice della Sardegna con l’accusa di aver sforato sulle spese elettorali, comminando la pena prima della sentenza, mentre nelle Istituzioni bivaccano condannati di terzo grado e simil mafiosi.
Dovremmo dire che ci vergogniamo di essere italiani.
Che ci vergogniamo di essere europei.
Che ci vergogniamo che il nostro Paese che un tempo era la settima potenza industriale del mondo ora sia depredato svenduto come la Grecia da una banda di ignoranti.
Che ci vergogniamo che quella Roma in cui nacque l’Unione Europea e che ha dato uomini come Altiero Spinelli, sia ora ridotta a un letamaio ingovernato e ingovernabile che in Europa conta meno di niente.
Andrea Zhok, docente, scrittore e filosofo, si disgusta: “Un Paese con una classe politica (con destra o sinistra perfettamente equivalenti) composta di servi di bottega, di lacché senza dignità, disponibili a svendere ogni briciola del proprio paese, del proprio popolo, della propria storia pur di mantenersi in sella per qualche mese in più, pur di godere delle genuflessioni untuose di greggi mediatici dipendenti dai medesimi padroni.”
Ogni mese siamo più deboli, siamo più succubi, siamo più degni di spregio e vergogna. Siamo meno civili, più lontani dalla giustizia e dalla democrazia, dall’idea di un Paese sano e ben governato, con una Costituzione che va a pezzi, mentre avanzano leggi sempre meno civili, eque e paritarie, e sono in arrivo danni anche peggiori come lo sbriciolamento squilibrante dell’autonomia regionale o l’accentramento di tutti i poteri nel premierato, nell’azzeramento di ogni altra istituzione o contrappeso, come non esiste in nessuna parte del mondo, nemmeno in America, in cui almeno il potere del Presidente viene bilanciato da quello del Congresso, di una parte della stampa e una parte della Magistratura, mentre noi marciamo verso l’appiattimento di tutti i poteri per l’innalzamento di uno solo.
Dice ancora Zhok: “L’Europa che si è consegnata mani e piedi alle forniture energetiche americane si è evirata con le proprie mani. Poteva resistere, poteva capire, poteva negoziare, ma non lo ha fatto. E non lo ha fatto perché le sue classi dirigenti sono composte in misure bilanciate di imbecilli e di venduti, cioè di gente che pensa sul serio di vivere nel migliore dei mondi possibili (il giardino liberaldemocratico) e di gente il cui sogno esistenziale sarebbe di vendersi la Sicilia per un appartamento a Manhattan.”
Dice Zhok che questa curva discendente della sinusoide storica è arrivata talmente in basso che possiamo solo sperare che abbia raggiunto il fondo e non possa che risalire.
Il credo fondamentale del capitalismo è “il diritto di proprietà”. Quando sento l’amica migliore di mia figlia che dice che vota Meloni perché darà il permesso di sparare a chi osi entrae nel “suo”, giardino o rubare “le sue cose”, e vota Meloni perché metterà il blocco navale per impedire che dei mori di fame vengano a rubare nella “sua” casa. O che vota Meloni perché ha fatto una legge per impedire che qualcuno occupi la “sua” casa, quando va in ferie, mi rendo conto quanto “il diritto di proprietà” sia un credo che ha soppiantato ogni divinità, la legge dell’Io che ha sopravanzato ogni Costituzione.
Chi se ne frega del diritto alla vita, alla libertà, alla democrazia, all’habeas corpus, alla pace, alla giustizia, alla libera espressione?
Voto destra perché mi garantisce il diritto alla “roba”, perché io non sono una persona che nasce con dei diritti da rispettare in quanto persona, che non vanno riconosciuti perché sono consustanziali con l’essere una persona. Nasco col diritto di arricchirmi in tutti i modi possibili, di difendere la ricchezza acquisita comunque l’abbia acquisita e devo essere protetto come persona solo in quanto proprietario di beni, di ricchezza, di potere, con leggi che mi premiano e mi tutelano in base al mio essere possessore, non in quanto essere umano e cittadino.
Questa è la vergogna del nostro tempo: aver distrutto progressivamente tutti i diritti umani in nome del diritto alla proprietà.
Quei valori per cui milioni di uomini hanno combattuto e sono morti e che hanno costruito il meglio della storia occidentale sono stati via via annichiliti dal solo valore del capitalismo: il capitale.
Tutto il resto è fuffa.
Possiedo, dunque sono.
A questo punto, ancora Zhok si chiede: “Quale è dunque la buona notizia dell’anno? Che stiamo toccando il fondo, che questa sia una Apocalisse ma che Apocalisse vuol dire “rivelazione”, “rinascita””.
L’Apocalisse non significa la fine del mondo, ma la fine di questo mondo e l’inizio di un mondo nuovo.
E se così non fosse?
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