
(Michele Serra – repubblica.it) – C’è una simmetria impossibile da ignorare tra il rogo di Ultimo Tango a Parigi quando il film uscì, più di mezzo secolo fa, e il veto imposto oggi, giusto a Parigi, da un gruppo di femministe (non esiste il femminismo, esistono gruppi di persone femministe ciascuno dei quali rappresenta una parte e non l’insieme di un movimento che ha quasi duecento anni).
C’è intanto una identità “tecnica” tra i due atteggiamenti. Non siamo di fronte alla critica dell’opera, ma al suo divieto. Qualora altre o altri volessero vedere il film, non possono. Già se la simmetria fosse solamente nella drasticità della pena, nella sua implacabile intolleranza, sarebbe triste: vorrebbe dire che in mezzo secolo di storia culturale non si è trovata una maniera meno incivile di manifestare ostilità verso un’opera, se non pretendere che quell’opera scompaia. La pena di morte comminata alle arti, non altro.
Ma il timore, almeno il mio, è che le due censure non abbiano solamente una parentela metodologica. In entrambi i casi l’imputato è la rappresentazione dell’eros. Nel primo caso l’eros in quanto tale, come generico attentato alla morale. Nel secondo l’eros come sopraffazione del maschio. Una scena di sodomia nel quadro di un amore travolgente e consenziente — ammesso che interessi il quadro.
Maria Schneider se ne lamentò, alcuni anni dopo, imputando a Brando e Bertolucci brutalità psicologica. Nessuno può contraddirla, fu un’esperienza sua e solo sua. Ma si legge, ora, di quella sodomia recitata (ovviamente: recitata) come di uno stupro vero, e ci si domanda quali e quante altre rappresentazioni dell’eros possano ricadere in quel novero infame. Stia molto attento, di qui in poi, chi osa raccontare l’eros senza la vidimazione delle varie autorità morali.
Ma quale “eros”?
La degradazione assurta ad “arte”.
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veramente il film parlava di altro , ma non si capisce la depravazione mentale che creda che si parli di sesso, il film parla di altro .
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Eli, io non ho neanche visto il film.
Mi riferivo al trapper Tony Effe, ma rileggendo l’articolo non ne trovo traccia… Forse ho letto vagamente e ho pensato che il “divieto” a cui Serra accenna si riferisse a lui… oppure ho sbagliato articolo, perché, nel mentre, sono andata a leggere i testi di alcune canzoni, per me orribili.
Assolutamente non avrei espresso quel giudizio su qualcosa che non conoscevo, come il film, e soprattutto verso un grande regista, di cui ho apprezzato altre opere.
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Anail, hai fatto confusione…😉😉
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Infatti! 🤭
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Ricordo che finisce con lei che ammazza lui.
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non tratta nemmeno di omicidio, è un film non facile da capire ,forse un po impegnativo,ma non parla di sesso e tantomeno di delitti .
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x Anail , non ti preoccupare ,se non hai visto il film ti sfugge tutto il significato. Non voglio nemmeno parlare o considerare cantanti ? Gente che canta ?come tono vattelapesca e i compagni suoi .io ascolto altro ,buone feste
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L’ho visto al cinema nella versione integrale.
Non credo che sia impegnativo. E’ una storia particolare tra due sconosciuti che può durare finché rimangono due sconosciuti.
Sicuramente parla di sesso, te lo garantisco. E alla fine l’omicidio di lui ha un un senso.
Buonanotte
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Ma il problema di Ultimo tango era quello che vi si diceva (attacco alla società, alla famiglia, alla morale, elogio del suicidio) più che quello che si vedeva (molto poco).
Si vedeva molto più nel Decameron o nei Racconti di Canterbury che furono attaccati molto meno.
Tra l’altro è curioso che le femministe se la prendono con un film dove l’uomo da cacciatore e dominatore finisce per essere mollato e alla fine pure accoppato.
Che altro doveva succedere per farle contente?
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Hai detto bene , non c era niente di morboso da guardare , forse l argomento principale è la solitudine e tutte le sue tristi declinazioni , un film dolororoso per chi non si attacca all unica brevissima scena di cui tutti amano parlare ..
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Scena finale: Marlon Brando ha un chewing gum in bocca. Quando viene colpito a morte da lei, indietreggia e arriva in balcone. Si toglie il chewing gum dalla bocca e l’appiccica sotto la ringhiera. Un gesto infantile, che tutti noi probabilmente abbiamo fatto una volta.nella vita. Subito dopo crolla morto per terra. Capolavoro. Film bellissimo. Bertolucci maestro.
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Un peccato che non abbia chiamato te per la scenografia 🙄
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Si chiama sceneggiatura. Ma fa niente. A te perdono tutto.
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no caro, si chiama scenografia, dovresti saperlo 😋
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è in film bellissimo e che niente ha a fare con sta menata del burro ( che era solo sceneggiatura) nessuna è stata stuprata , lo stupro mai avvenuto lo ha raccontato la Sneider perché non lavorava più e così come molte si inventano il me toò. Semplicemente non era una grande attrice , e nulla più
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adesso anche basta. O qualcuno guarda i film per quello che sono .in altro modo rivolgevetevi alla grande Mancuso
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