
(di Antonio Pitoni – lanotiziagiornale.it) – Ora che persino Mario Draghi ha scoperto che “le politiche europee hanno tollerato una bassa crescita dei salari come strumento per aumentare la competitività esterna, aggravando la debolezza del ciclo reddito-consumo”, il tema degli stipendi da fame è tornato di stretta attualità. Pazienza se, come molti prima di lui, l’ex premier abbia scoperto la pietra filosofale solo dopo aver lasciato la guida del governo. Quando, neanche a dirlo, parlare di salario minimo si rivelò un tabù. Non serviva, peraltro, il ravvedimento tardivo dell’ex Mr. Bce per scoprire ciò che, destre e governo a parte, è da tempo sotto gli occhi di tutti. Anche perché, se l’occupazione cresce, ma le ore lavorate diminuiscono e da ventuno mesi consecutivi la produzione industriale continua ad arretrare, che ci sia un problema di qualità – e quindi di retribuzione – del lavoro non è difficile da capire.
E non finisce qui. Perché se con l’introduzione del sistema previdenziale contributivo, il livello degli stipendi di oggi determinerà quello delle pensioni di domani (meno guadagni, meno versi, meno percepirai), un altro allarme da non prendere assolutamente sotto gamba è arrivato ieri dal Consiglio di indirizzo e vigilanza dell’Inps (Civ). “Il sistema previdenziale italiano, anche in prospettiva, è economicamente sostenibile soprattutto perché contiene dei meccanismi automatici di riequilibrio che legano i trattamenti pensionistici al reddito nazionale e alla speranza di vita – ha detto il presidente del Civ, Roberto Ghiselli -. Semmai il problema, soprattutto per le generazioni più giovani, sarà quello della sostenibilità sociale perché se non si inverte la tendenza di un lavoro sempre più discontinuo e a basso reddito le future pensioni saranno sempre più povere”. Insomma, a salari da fame corrisponderanno inevitabilmente pensioni da fame. Ma sul salario minimo il governo Meloni continua a fare orecchie da mercante. Anche se, nei giorni scorsi, il centrodestra ha battuto un colpo. Con un emendamento alla Manovra per prendere, finalmente, di petto la povertà. Ma solo quella dei ministri e dei sottosegretari non parlamentari. Quando si dice le priorità.
lacrime da coccodrillo!
"Mi piace"Piace a 2 people
"Mi piace"Piace a 2 people
la faccia come il cubo !
"Mi piace"Piace a 2 people
Scommetto nel tuo sorriso… che fa buon sangue
"Mi piace"Piace a 3 people
Aspetta un po’ ché poi si mette in moto
"Mi piace""Mi piace"
Mi hai preceduto, Gae!
Fantastica, la conclusione del discorso!!! 🌟
Ps c’è il commento di Mokj😍😘❤️🌟🌟🌟🌟🌟
"Mi piace""Mi piace"
Dicevano gli antichi romani: Se non li puoi combattere, fatteli amici.
Le parole di Draghi non le ritengo quindi delle lacrime di coccodrillo; sono semplicemente parole che riflettono la nuova situazione che si sta venendo a delineare.
Nei primi anni del secolo abbiamo assistito ad un processo di globalizzazione che per le classi più basse ha significato un trasferimento di ricchezza, intesa non solo come ricchezza finanziaria ma anche come ricchezza di conoscenza che è la base primaria del vivere in modo civile e del benessere inteso nella sua forma più ampia, dall’Europa verso altri stati ed anche all’interno della stessa Europa.
Dalla fine della pandemia è iniziato un processo di deglobalizzazione, per tutta una serie di ragioni ben note; almeno mediaticamente.
Quando un equilibrio economico, qualunque esso sia, viene perturbato è fisiologico assistere a fenomeni recessivi quale è quello attuale.
Forse perché è mia opinione personale, ma colgo nelle parole di Draghi ciò che accadrà quando questo processo di deglobalizzazione si manifesterà.
Abbiamo un’Europa in cui la moderazione salariale (riduzione degli stipendi, precarizzazione) è stato lo spirito guida delle relazioni industriali da circa 30 anni a questa parte che non potrà più essere applicata per i seguenti motivi.
Il primo è la demografia; tutti i paesi europei vivono un calo demografico, chi più (uno a caso) chi meno.
Nei paesi dove il calo demografico è meno pronunciato, lo si deve ai flussi migratori, ma si tratta di persone a bassa qualifica nella stragrande maggioranza dei casi.
Se l’Europa vuole essere competitiva deve investire in ricerca, sviluppo, innovazione e non si possono pagare due spicci gli addetti ai lavori.
Detta in altri termini le parole di Draghi sono dette gioco forza; non perché sia stato folgorato sulla via di damasco e sia diventato un benefattore della povera gente; cioè si tratta di un adattamento obbligato al nuovo paradigma che sta per nascere.
Avrebbe dovuto dirle prima, pensarci prima, ma molte volte il portafogli è un cattivo consigliere e quindi da statista che voleva essere, statista non è; preferendo la stabilità finanziaria di breve e medio termine ai ben più lungimiranti interventi strutturali volti ad una più equa politica salariale e ad investimenti mirati.
Non sta piangendo, sta solo cambiando casacca per evitare di piangere in futuro.
"Mi piace""Mi piace"
QUANDO SI SUPERA OGNI LIMITE- Viviana Vivarelli
La faccia tosta e l’ipocrisia di questa gente non ha freni.
Non solo in Italia l’inflazione è aumentata, il Governo ha tagliato sempre più lo stato sociale, lasciando intatti gli extraredditi di società energetiche e banche e gratificando parentes et clientes, mentre aumentava a sé stesso benefici penali e introiti; non solo è stata spesa in armi una cifra spaventosa con un Governo che si asteneva dal votare negoziati di pace; non solo le paghe dei lavoratori italiani sono le più basse d’Europa e sono diminuite in valore reale corrose dall’inflazione e dall’aumento dei costi mentre quelle di tutti i lavoratori europei salivano anche dal 36%, ma si pretende di vendere per vin santo acqua bollita, prendendo sempre più per il cu gli Italiani.
Il fatto poi che a Atreju ogni stronzata urlata dalla feldmarescialla sia stato accolto da fragorosi boati prova solo nei fatti l’abbassamento del QI denunciato in Occidente e la prossimità sempre più evidente dei terzisti ai sub umani, come regressione della specie.
Persino un ultraliberista come Draghi si è arrischiato a riconoscere che, austerità dopo austerità, rendere più concorrenziale l’Europa abbassando i salari e tagliando lo stato sociale, impoverendo dunque i cittadini, non è stato poi una gran mossa perché si sono abbassati anche i consumi. Ma va?! Ci voleva proprio un super esperto in economia come lui per capirlo. Ma dubito che teste quadre bocconiane come Giorgetti o la rana dalla bocca larga o i viscidi draghi riusciranno mai a capirlo. In fondo a loro come a tutti gli altri compari di merenda interessa solo intascare, intascare, intascare, e i soldi pubblici servono loro solo per comprarsi clienti ed elettori che contano. La marmaglia si arrangi!
Magari qualcuno che vota destra un giorno magico si accorgerà che a forza di abbassare i salari, si abbassano anche le pensioni o spariscono addirittura e che si può anche frodare la gente raccontando la balla che il numero dei lavoratori è aumentato perché si conta come lavoratore anche chi ha lavorato solo un’ora l’anno, ma a forza di precariato e menzogne propagandistiche un bel numero di persone si troverà con pensione zero. Ma allegri! Il fido Giorgetti medita di portare l’età pensionabile a 70 anni! Invece probabilmente sempre più laute pensioni passeranno dagli onorevoli fino ai loro discendenti di quinta generazione. Anzi, io suggerirei all’équipe Meloni/Nordio di fare come Biden che ha “graziato” suo figlio dei reati non solo passati ma anche futuri e consiglierei anche a loro di pararsi il cu, lei e i suoi sodali, sempre fino alla quinta generazione.
Ormai abbiamo superato la scienza e siamo alla fantascienza.
E che il convegno fascista sia intitolato a un personaggio fantasy mostra tutta la pericolosità della situazione.
Una volta si diceva: “Ma chi ti credi di essere? Napoleone?”, ora potremo finalmente dire: “Ma cho ti credi di essere? Atreju??”
“Se l’occupazione cresce, ma le ore lavorate diminuiscono e da ventuno mesi consecutivi la produzione industriale continua ad arretrare, che ci sia un problema di qualità – e quindi di retribuzione – del lavoro non è difficile da capire.”
Mentre i lavoratori comuni ordinari godono (godono si fa per dire) di un sistema previdenziale contributivo e basta, i cosiddetti onorevoli hanno notevoli vantaggi grazie alle elevate indennità su cui si calcolano i contributi e grazie ai tempi brevi di maturazione dei requisiti pensionistici rispetto ai cittadini comuni, mentre giustizia e democrazia vorrebbero una parità fiscale come costituzionalmente noi vorremmo una equiparazione penale.
Invece oggi assistiamo a un progressivo impoverimento dei subalterni contro un progressivo miglioramenti di chi comanda.
Tutti dovrebbero progredire e non regredire ma in Italia progrediscono pochi e regrediscono tutti gli altri. Ma, si sa, aumenta qui, taglia là, una villa in Albania te la puoi sempre fare, con i Bocchino, i Sechi, i Donzelli, che ci sperano pure loro.
"Mi piace""Mi piace"