
(di Michele Serra – repubblica.it) – Se c’è una parola che, più di altre, ha perduto molto del suo significato negli ultimi anni, questa parola è “terrorista”. Termine che definiva, storicamente, i bombaroli, gli attentatori, i gruppi armati clandestini, i dirottatori di aerei e insomma i sabotatori violenti, a qualunque titolo, dell’ordine costituito.
Da ultime le vicende mediorientali, ma ancora prima il progressivo disgregarsi degli assetti politico-militari novecenteschi, dimostrano che “terrorista” non è più un termine “tecnico”, immediatamente comprensibile da tutti. Non è più Gaetano Bresci che spara al Re, i brigatisti rossi che ne colpivano uno per educarne cento, i bombaroli fascisti che ne ammazzarono cento, scelti a casaccio, per educarne nessuno.
Terrorismo non è più Torri Gemelle, non è più Bataclan, non è più Charlie Hebdo. È l’epiteto generico, molto ricorrente, che si rivolge al nemico quando si vuole sottolineare la sua efferatezza. È l’aggravante che anche fior di eserciti regolari (i russi in Ucraina, gli israeliani a Gaza) si attirano quando calpestano le vite e i diritti. È un punto esclamativo da mettere o levare a seconda del momento e della convenienza, così come sta accadendo per i freschi conquistatori di Damasco, fino a ieri ufficialmente terroristi, oggi interlocutori da trattare con le molle.
Vista la crescente difficoltà di attribuire lo status di terrorista a ben precise minoranze, viene voglia di dire che terrorista è l’attributo che merita, sul campo, chiunque faccia la guerra. Così, almeno, si restituisce un senso alla parola.
Ora che pesa il termine “terrorista” (gli ucraini che uccidono con un autobomba o gli isdraeliani che sparano a morti di fame che si avvicinano ai camion per prendere il cibo, come li vogliamo chiamare?) pesa sulla testa dei nostri “amici”, lo dovremmo usare su tutti quelli che fanno la guerra (e che commettono inevitabilmente crimini)! Mal comune, mezzo gaudio!
Ovviamente, lo toglieremo appena gli USA faranno scoppiare un’altra guerra.
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E bravo Serra, adesso vale il principio “tutti terroristi ,nessuno è terrorista” , così ricicliamo quelli di Al Qaeda e Isis che ci fanno comodo (almeno così pare in questo momento) in Siria . Putin non usa sistemi terroristici ma fa una guerra di fronte in Ucraina e colpisce strutture militari ,industriali ed energetiche non i civili che tuttavia sono vittime collaterali in numero limitato, mentre gli ucraini fanno attentati in Russia e anche a casa loro vantandosene . Gaza è un mattatoio come i campi di sterminio nazisti ,ma Serra dispiace tanto dirlo per non dispiacere alla Segre .
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