
(di Massimo Gramellini – corriere.it) – La ricerca Ocse secondo cui un laureato italiano sarebbe più ignorante di un diplomato finlandese mi ha lasciato di stucco. I ragazzi delle nostre scuole superiori hanno verifiche praticamente quotidiane e il record mondiale di compiti a casa.
E non mi pare che da noi le lauree si regalino, infatti sono sempre di meno. Allora perché a Helsinki uno sbarbatello del liceo ne sa più di un nostro «dottore»? Sarà l’aria frizzante o la zuppa di salmone che stimola le sinapsi? Sono andato a curiosare e ho scoperto che in Finlandia esiste solo la scuola pubblica: il figlio dell’imprenditore va in classe con quello dell’operaio, anzi non ci va proprio perché le classi non esistono e ci si sposta da un gruppo all’altro in base alle necessità di apprendimento.
Poi ci sono gli insegnanti, che per diventare tali devono superare selezioni durissime, ma vengono pagati come dirigenti d’azienda, e anche per questo trattati con rispetto da genitori e ragazzi. Nelle interrogazioni, spesso sono gli allievi che fanno le domande e dalla qualità dei loro quesiti i professori capiscono se hanno davvero studiato.
Quanto ai voti, si assegnano in base alle potenzialità di ciascuno (valutate insindacabilmente dall’insegnante): il 2 preso da chi partiva da 0 vale come il 10 di uno che partiva da 8.
Certo, la Finlandia è un posto piccolo, però con idee grandi. Noi siamo un posto grande con idee piccole. E ci siamo anche dimenticati che proprio a scuola avevamo imparato a copiare da quelli più bravi.
Questa volta non fa una grinza.
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Entrate nella Nato e una grande idea 👍
E direi anche che di tutte queste ricerche OCSE ce ne abbiamo un po’ pieni i cog1io i 🤤😖🤨
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Posso anche essere d’accordo, ma la Finlandia avrà qualcosa come 5.000.000 di abitanti…
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Ho lavorato nella scuola e posso affermare per eperienza diretta che le lezioni nelle nostre scuole ( e parlo di una delle province italiane più”evolute”) sono un chiacchiericcio continuo dei ragazzi “disturbato” dalla pretesa dell’insegnante di spiegare.
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Articolo alquanto superficiale; si limita a mettere in evidenza alcune differenze tra sistemi scolastici di due differenti nazioni senza porsi minimamente la domanda del perché, a cosa siano dovute tali differenze.
Se non avessimo un governo di ometti con la bombetta in testa e la pallina rossa sul naso si prenderebbe atto di quanto messo in luce dal rapporto OCSE cercando di rimediare.
Non andrà così, ne sono assolutamente certo.
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Secondo me l’OSCE si è fatta troppo influenzare da certi documentari didattici italiani:
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