
(Luca Ciarrocca – ilfattoquotidiano.it) – Grillo è un genio della comunicazione. Lo è sempre stato. Peccato che la politica del ‘vero potere’ abbia bisogno d’altro che di parole per governare città, province e regioni di un paese complicato come l’Italia. “I valori del Movimento 5 Stelle sono scomparsi. Siete un partito che non riconosco più. Fatevi il vostro simbolo” è l’epitaffio del M5S, tramite video, dell’ex comico, tanto ex che Grillo s’è fatto riprendere alla guida di un carro funebre.
Ultimo atto comunicativo e aria di tragedia. Tempeste in arrivo, per tutti gli ex grillini. Giuseppe Conte in testa, costretto dall’Elevato a ripetere le votazioni online (dal 5 all’8 dicembre), chiedendo agli iscritti un secondo parere su garante e presidente. Dovrà davvero “farsi il suo simbolo” Conte, come minaccia il fondatore col supporto di agguerriti legali? Se sì, come chiamerà il nuovo partito? Forse Nova, come la kermesse romana che sancì il siluramento di Grillo. Casaleggio (Davide) figlio di Gianroberto il fondatore del Movimento 5 Stelle, dà il suo assist: “È l’eclissi finale del M5S. Spero perlomeno che cambino nome. La volontà è quella di fondersi con il Pd, e forse l’obiettivo di Conte è candidarsi alla segreteria del Partito Democratico”. Ipotesi fantapolitica azzardata. Non succederà mai, Schlein può dormire sonni tranquilli.
Nova, diciamolo, sembra un nome portasfiga, Wikipedia spiega che “in astronomia, una nova è un’enorme esplosione nucleare causata dall’accumulo di idrogeno sulla superficie di una stella nana bianca”. Tralasciamo. Eppure, diverse chance per il suo nuovo partito Conte può averle. Guardando al paese più disastrato dell’Ue. Alla Germania. E imitando Sahra. Ne avrete già sentito parlare, leggendo qui su Il Fatto l’articolo di Stefano Fassina. Nel mezzo di votazioni assembleari, carte bollate e auto che trasportano feretri, sembrerebbe un’analisi precotta e propalata, ma fidatevi, c’è della polpa. Seguire la stessa linea, e perfino fare squadra in Europa, con Sahra Wagenknecht sarebbe un’ottima idea. Lei è la vera fuoriclasse della politica tedesca, con il suo partito nuovo di zecca, il BSW (Bündnis Sahra Wagenknecht: però, usare il proprio nome…) fresca dei primi successi elettorali a livello locale. Arringa-folle non da poco: un mix esplosivo di difesa dello stato sociale unito al disgusto (scetticismo per i meno drastici) tipico delle destre sui temi più caldi come immigrazione e cambiamenti climatici. Progressisti che non hanno paura di schierarsi, anche quando sono controcorrente rispetto al politicamente corretto e ai cliché della sinistra.
Sahra non è nuova a questo gioco: volto noto dell’ex Linke tedesco (sinistra-sinistra) ha una formazione marxista e ora sta riscrivendo le regole con il BSW. La strategia? Prendere le distanze dalle politiche mainstream e ritrovare un legame con la gente comune, gli ignorati dai grandi partiti e che ormai votano a destra, in decine di milioni, scegliendo Meloni, Orbàn, Le Pen, AfD. E qui entra in gioco il M5S-Nova di Conte. Potrebbe vedere nell’apparentamento sul fronte tedesco con BSW una chance d’oro per rilanciare il suo progetto italiano. Conte, finora, ha giocato di sponda con il centro-sinistra, in assemblea gli iscritti hanno scelto la definizione di “progressisti indipendenti”, ma la verità è che le prossime elezioni regionali italiane potrebbero cambiare tutto. L’idea di avvicinarsi a una sinistra più radicale come quella di Wagenknecht cambierà l’esito delle urne nel 2025 nelle regionali in Campania, Veneto, Marche, Puglia e Valle d’Aosta? Oppure il M5S-Nova resterà sotto il miserrimo 5% beccato in Liguria ed Emilia Romagna?
A Roma comunque suona la stessa musica di Berlino: di questi tempi la gente si sente più in sintonia con i partiti di destra. Il verde della transizione ecologica? Molti lo vedono ancora grigio. E c’è una rivolta contro l’auto elettrica. Le questioni di sicurezza e immigrazione? Il buonismo è inviso all’italiano medio. E poi, il politicamente corretto – o woke – in effetti siamo tutti stanchi di parole d’ordine, no? Per non parlare del sostegno a oltranza all’Ucraina, a suon di armi e miliardi, imposto dai guerrafondai del blocco Ue-Nato: qui, come in Germania, la larghissima maggioranza dei cittadini è in totale disaccordo. Infine, l’erosione del potere d’acquisto e un welfare che zoppica. Stando così le cose, la sinistra potrà mai più pensare di governare (come del resto i dem americani distrutti dal trumpismo) puntando solo su salari, assistenza sanitaria e diritti delle minoranze, ignorando tutto il resto, a cominciare dall’immigrazione?
In teoria, potrebbe essere il M5S-Nova dell’ex avvocato ed ex due volte premier, con un po’ di spirito tedesco, a ridare voce a chi si sente ignorato, a chi non vota, a chi si astiene e a chi ha un’allergia per il Pd. Sembrerebbe l’unico modo, per Conte, di distinguersi da Schlein (senza dar credito all’ipotesi Casaleggio). Per assurdo, se fossi presidente di questo M5S post-Grillo, abdicherei e chiamerei all’ingrato compito Chiara Appendino, la più convincente e preparata dei vecchi volti del Movimento. Perché la dottrina Wagenknecht guarda al futuro: rappresenta un’opportunità imperdibile per reinventarsi, senza rinnegare le radici.
NOVA, bel nome e anche appropriato.
Conte accetti il suggerimento e cambi nome anche per rimarcare il nuovo corso.
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Guarda che se il prof. dott. presid. fa un partito stile BSW, lo voto anche domani. Forse non è chiara la storia.
Vi siete fumati il cervello tutti quanti?
Un partito con la consapevolezza di possedere ENORMI chance contrattuali
Non un partito solido tipo la ricotta, come è adesso.
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Bravo giansenio. I tifosetti di Conte non hanno capito un caxxo.
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Seeh, mravo giarsenico. Mentre invece le zucche vuote fintogrille senza semi invece hanno capito tutto.
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Infatti. Però sarebbe indispensabile avere un po’ di palle, ma il Nostro non le tiene. Né a destra né a sinistra 🙂
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sciolto il movimento non rimarrebbe altro da votare
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maaah. Quindi c’è da passare da un partito di sinistra e progressista ad uno scettico sull’ ambiente che distrae le masse con bufale sulla crisi industria per colpa di auto elettriche, rinnovabili e sui migranti?
le sfumature sono tante e tra l’essere uno snob radical chich del PD o il clone italiano di Sarah ne passa di strada. E mi sa che non solo perderebbe una parte dei voti ma lo stesso conte dubito accetterebbe. Vorrei ricordare che un secolo fa esisteva pure il fascismo di fronda o di sinistra ossia fascismo con forte influenze del marxismo ma sempre fascisti erano . Lungi da me dare etichette a Sarah ma il discorso del giornalista è al quanto superficiale o proprio fuori dal mondo. Sembra quasi più parlare di una lega un po’ più comunista che di un movimento che fin dal principio parlava di ambiente e diritti.
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Se salta il comparto tedesco dell’auto e se continua la politica estera guerrafondai degli Usa la vedrai la vera transizione dove porta.
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E salta il problema non è imputabile alla transizione ecologica ma strutturale, ossia mancanza di investimenti e visione del futuro. Ah se poi non lo sai la stessa crisi climatica causa disoccupazione, o credi che un aumento di 2 gradi della temperatura media mondiale non porterà effetti? Già oggi vediamo quanti soldi vengono persi per fenomeni meteorologici e quanto incidano anche sul flusso di migranti.
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Io invece sono pessimista e penso che la quantità di voti che può prendere Conte, senza il “brand” 5stelle, sarebbe sicuramente inferiore rispetto alla situazione attuale.
Se non sei più una novità, non hai i “cacicchi” portatori di voti,, hai la maggioranza di giornali e soprattutto tv che sono contro di te, è praticamente impossibile eguagliare i risultati del 2013 e 2018.
Che poi, stringi stringi, la motivazione, o meglio la scusa, che portano i detrattori di Conte per giustificarsi è che Conte non si fa promettere dal PD che voteranno sempre contro l’invio i armi in Ucraina. Come se il PD avesse il terrore di stare all’opposizione. Come se il PD non avesse già regalato il governo alla Meloni rifiutando l’unica possibilità di vittoria, cioè mettere il M5S in coalizione alle scorse politiche. Come se le armi inviate dall’Italia facessero la differenza. Forse a Zelensky gli bastano per una settimana di guerra.
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“Come se il PD avesse il terrore di stare all’opposizione”
Dai, sii sincero, stai scherzando, vero?
Sei in vena di battute, vero?
Un partito a smisurata trazione clientelare come il pd ha il terror panico di stare alla opposizione!! Le clientele non sono gratis, pretendono un ritorno!!
È questa la leva potente che ha in mano il prof. dott. presid. e che si rifiuta di usare come si deve. Perché, di converso, il vero movimento essendo privo di tale esigenza, può giocare come il gatto col topo coi partiti, in senso buono naturalmente: queste sono le condizioni, prendere o lasciare. E mi riferisco proprio a temi importanti come guerra e armi.
Invece il partito di Conte dona sangue e il pd vota quel cavolo che gli pare. Una meraviglia!
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Il pd è al governo nel 70% dei comuni italiani, e anche in qualche regione, i comuni italiani sono circa 8000 e il vero potere delle clientele sta nella periferia, non al centro. Radicato così bene nei territori e nella burocrazia non teme di restare fuori qualche giro, da questo punto di vista Conte non ha nessuna carta in mano.
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Che vantaggi ha tratto il partito del presid. dall’ appoggiare il pd alle regionali (dove c’è stata alleanza)?
Zero. Voti in caduta libera e astensione da paura. Ovunque. Si potrà obiettare che tutta questa operazione ha consentito di acquisire la presidenza della Sardegna, unico fatto concreto.
Nella economia generale del partito ognuno tragga le conclusioni che crede sulla bontà di tale percorso.
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È così poco importante che il pd stia nella stanza dei bottoni che vi è stato piazzato pur avendo sempre perso le elezioni.
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E può farlo perché, appunto, è forte a livello territoriale, cosa che gli dà un serbatoio di voti alto e costante tale da permettergli di “dare le carte” ogni volta che bisogna formare un governo. È esattamente il motivo per il quale si devono fare alleanze locali, ove ce ne sia la possibilità: mettere rappresentanti nei territori che si fanno conoscere ed imparano ad amministrare la cosa pubblica. Non serve a nulla avere un 33% che svapora dopo un anno di governo, meglio un 15-20% stabile che ti dà forza contrattuale.
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La Sardegna se qualcuno è onesto intellettualmente dovrebbe riconoscere che l’ha voluta perdere la Destra più che averla vinta il M5S e PD.
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