
(Dott. Paolo Caruso) – Oltre ai problemi strutturali che penalizzano la Sicilia, si aggiunge il problema della siccità che rende aridi interi territori e asseta sempre più le città dell’isola. Questa situazione, che è figlia di anni e anni di immobilismo attorno alla gestione dell’acqua e di mal governo nell’ affrontare e definire le opere incomplete e eterne incompiute, non lascia spazio a dubbi e neppure all’immaginazione nell’individuare le grandi responsabilità della politica. La drammaticità di stagioni particolarmente asciutte con modesta piovosità anche in questo ultimo scorcio di autunno con temperature prettamente primaverili non lascia scampo a questa amara realtà. Una estate estrema poi ha fatto il resto lasciando vuoti gli invasi con le dighe piene solo per 1/3. Gli invasi presentano ad oggi una perdita di più di 200 milioni di mc. d’acqua con un 60% in meno al loro interno rispetto allo scorso anno. La siccità che ha compromesso interi raccolti con danni pesanti al mercato agro-alimentare incide notevolmente sull’ aumento dei prezzi e sulla qualità del prodotto. Delle dighe siciliane il 70% è limitato, fuori uso o in eterno collaudo e la mancanza di piogge ha reso manifesta l’incapacità di una politica regionale inadempiente, irresponsabile e poco attenta agli interessi della comunità. Ora, che i rubinetti dopo i tanti “singhiozzi” dei mesi passati hanno definitivamente smesso di “piangere” lasciando a secco intere popolazioni, è incominciata la corsa all’accaparramento dell’acqua e la lotta tra “poveri”, una lotta di tutti contro tutti nessuno escluso a cui si associano i Sindaci di alcuni comuni dell’Ennese. Elargire infatti questo bene prezioso è diventato fonte di polemiche e di egoismi. E così tra Enna e Caltanissetta, le due province più assetate, si è aperta una lotta fino all’ultima goccia. La riduzione della capacità dell’invaso dell’Ancipa ormai quasi completamente a secco e la mancanza di acqua in vari comuni con distribuzione oltre la settimana, è stato motivo del contendere. Oggi che, per incapacità manifesta della Regione, la crisi dell’acqua riesce a dividere intere comunità, e i cittadini inferociti scendono in piazza, tutti si accorgono che la situazione è fuori controllo. I dati forniti dall’Autorità di bacino sono in effetti preoccupanti e interessano l’intera isola. Anche nel palermitano e nell’agrigentino la situazione non è per niente rosea, infatti le dighe Poma e Rosamarina sono al minimo storico, e il livello dell’acqua è diminuito drasticamente a causa delle scarse precipitazioni. La Sicilia è già dichiaratamente in zona rossa per la carenza di risorse idriche. Le ragioni di tale crisi comunque non sono legate esclusivamente ai cambiamenti climatici ma le responsabilità politiche sono enormi, infatti l’incuria, le speculazioni, la corruzione e gli interessi affaristico mafiosi hanno nel corso degli anni provocato il dissesto idrogeologico di interi territori e il mancato completamento di strutture vitali per la grande sete della Sicilia ha fatto il resto. Su tutte spicca la diga di Blufi, simbolo dello spreco ( finora più di duecentocinquanta milioni di euro spesi) e monumento della grande sete della Sicilia. L’incompiuta per eccellenza, che da sessant’ anni attende di essere completata, un vero e proprio scandalo in un momento in cui la Sicilia fa i conti con la più grave emergenza idrica di sempre. Su tutto stride inoltre la superficialità del governo regionale nell’adottare seri provvedimenti per la raccolta e la distribuzione dell’ acqua così da mettere fine alla vergognosa commercializzazione di questa tramite le autobotti private. Clientelismo subdolo che i cittadini pagano a caro prezzo e di cui farebbero volentieri a meno.
Il governo regionale è di un certo SCHIFANI…
La gente è contenta di averlo a comandare? O sono solo rassegnati? O complici?
Quando a Palermo c’erano quasi 1.000 bare insepolte, o’ sindaco Orlando è stato mai contestato? I parenti di quei morti sono andati mai in massa al municipio a farsi sentire? Come minimo si sarebbe mossa mezza città. E invece niente.
Non è assurdo?
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Ma quei nuovi 2 miliardi che Salvini ha voluto che la Finanziaria aggiungesse ai 15 stanziati per il Ponte di Messina non avrebbero dovuto mettere in guardia da qualcosa? I siciliani possono anche far vincere la destra o la mafia ma il rubinetto resterà a secco anche per loro.
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Grillo se ancora ci sei. Batti un colpo.Musumeci, l’attuale ministro, è stato presidente della regione Sicilia, colui che ha messo Figliuolo commissario per l’alluvione e zitto zitto fatto sparire per Irene Priolo . Sei proprio sicuro che il problema Italia sia Conte.? Hai preso 300000 fai comunicazione…
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