(Gioacchino Musumeci) – Due parole dopo il risultato del voto espresso dagli iscritti alla Costituente. Salta il ruolo del garante e la regola dei due mandati. Il Movimento diventa un soggetto progressista indipendente e le alleanze saranno condizionate da “accordi programmatici ben precisi ” Tradotto gli alleati devono convergere su tutte le questioni sostanziali.

Attualmente ogni forza politica tende a verticalizzare la propria posizione perciò vedremo come il Movimento gestirà il problema.

Da ieri i pentastellati hanno per certo due problemi in meno. Primo: l’estromissione del garante rompe il giocattolo di redazioni che non potranno più ringraziare Beppe Grillo per il fuoco amico e i veleni su Conte e Movimento. Secondo: difficilmente da domani si potrà ricamare sul gretto populismo pentastellato perché Conte di sicuro non lo rappresenta; sta agli elettori capirlo e su questo, scusatemi, nutro dubbi molto seri. Casomai Grillo, Raggi e Dibba dovessero formare un nuovo soggetto politico, certe sirene catalizzeranno le aspirazioni di coloro che ancora oggi vorranno governare con tutti coloro su cui hanno sputato coi cannoni a pressione.

Da alcuni commenti ai miei post devo rilevare che dopo anni in cui l’elettore è stato bombardato con slogan, la necessità di un feticcio che “sintetizzi” aspirazioni popolari sembra ancora molto forte sia in ambito politico che mediatico.

Nel clima di incertezze sovrapposte e le insicurezze che ne derivano l’elettore ha più che mai necessità di individuare il depositario delle verità assolute. Ciò porta a paradossi comici: considerarsi critici stride con l’idea che solo pochissimi individui tra milioni, siano questi politici o giornalisti, possano raccontare la verità. Tra tante versioni reciprocamente stridenti di questa, cosa scegliere… Come per altri temi chi sa cosa vogliamo sentirci raccontare e lo racconta, descrive la verità. Credo sia un tema su cui lavorare prima di sventolare l’autonomia del nostro pensiero.

Essendo irrecuperabile faccio una battuta: speriamo che i sostenitori del Movimento, mi ci metto dentro anch’io naturalmente, non abbiano terminato un totem per mantenere intatti i connotati dell’arroganza ideologica grillesca, sarebbe un po’ triste perché significherebbe non aver appreso la sostanza del cambiamento.

A proposito di questo la verità dei Grillini della prima ora è contenuta nell’idea che il risultato della Costituente sia una farsa perché il verdetto del voto non collima con le aspirazioni di chi in Beppe Grillo individuava il santone della sacra piramide pentastellata. Da ciò naturalmente deriva che nel grillismo originale la volontà degli elettori, quando contraria a quella del santone e suoi subalterni, sia farsa. Certo anche questo è un bel paradosso per chi sventolava con orgoglio la democrazia dal basso. Mah..

Per concludere è molto divertente che all’indomani del “niet” degli iscritti, Grillo evochi via social il francescanesimo del Movimento e critichi la sua mutazione verso la mistificazione gesuitica. Fossi Beppe Grillo certe uscite le risparmierei per questioni di dignità residua: il francescanesimo a botte da 300mila euro l’anno fa tremare l’intestino degli stitici.