(Tommaso Merlo) – Sniff, sniff. Frigna il cancelliere tedesco Scholz mentre parla al telefono con Putin. La guerra in Ucraina gli è costata l’osso del collo seppur solo politico. Maledetto il giorno che si è messo l’elmetto su quella testa pelata, si è fatto contagiare anche lui da una pandemia di conformismo bellicista davvero spaventosa. Sob, sob. Il cancelliere è inconsolabile. In Ucraina ha sprecato miliardi di soldi pubblici con l’unico risultato di far sprofondare l’economia tedesca ed implodere il suo governo. A Berlino sono rimasti senza soldi per gli asili mentre il costo dell’energia per far funzionare le loro fabbriche è schizzato alle stelle e nel periodo peggiore possibile, quando la Cina ha messo la freccia. Yawn. Putin intanto sbadiglia, lui non ha di quei problemi e poi è stanchino. Tra la guerra in Ucraina e il lancio dei Brics sta vivendo un periodo molto intenso anche se pieno di soddisfazioni. Nuovi giri, nuovi progetti ma non è più un ragazzino, ha 72 anni. Sempre meno di Trump che ne ha 78, altra notizia non male. Quel bamboccione Putin se lo mangia a colazione con la zuppa di avena e quella combriccola di manigoldi che ha nominato fa ben sperare per il crollo dell’impero a stelle e strisce. Grrrr. Scholz nel frattempo ringhia quando cita il gasdotto Nord Stream, hanno riempito Kiev di soldi ed armi e in cambio hanno ricevuto quel bel servizietto con l’aiuto degli americani. Ingrati. Zzzzz. Ronf. Putin fatica a stare sveglio, quelle cose le conosce a memoria e le ripete da anni anche se nessuno si è mai degnato di dargli retta e nemmeno di chiedergli scusa per averlo accusato. Tsk. Putin è diffidente ma consapevole che se Scholz e tutti gli altri strunz europei stavano vincendo la guerra in Ucraina, non si sarebbero degnati di chiamarlo. Si vede che stanno prendendo atto della dura realtà del campo di battaglia dopo anni di propaganda travestita da giornalismo. Sgrunt. Sono anni che ricoprono di sterco tutti coloro che invocano il dialogo e adesso si mettono a trattare loro. Nessun pacifismo, misera ammissione della sconfitta. A Putin sale la pressione se pensa che quegli strunz europei lo trattavano da amicone e socio d’affari e da un giorno con l’altro gli hanno confiscato tutto ed hanno scommesso sulla sua fine prematura. Tiè. La guerra in Ucraina l’avrebbero potuta vincere solo sporcandosi le mani ed i piedi, non firmando assegni in bianco a quella volpe di Zelensky. Doppio tsk. Ipocriti e rammolliti. E se non avesse avuto l’atomica, quei pazzi degli americani li avrebbero spinti ad una avanzata napoleonica verso Mosca. Menomale che ne ha da sbattere via di ordigni nucleari e che nel frattempo è tornato Trump che come prima cosa ha fatto il segno dell’ombrello agli strunz europei che adesso se la devono sbrigare da soli. Ed è anche per quello che si sono degnati di fargli uno squillo. Soldi ed armi sono agli sgoccioli e sul campo di battaglia è una caporetto. Sigh. Scholz sospira, maledetto il giorno che si è messo l’elmetto su quella testa pelata. Per lui, per il suo paese e per tutto il continente. Ad origliare la chiamata c’erano anche gli altri condottieri del vecchio continente, sono a pezzi pure loro. Devono trovare un modo per salvare la faccia o meglio la poltrona e ci vuole prudenza. Non sono ancora pronti per calare le brache del tutto ma sono intenzionati a sedersi ad un tavolo. Bla-bla. Poi alla fine della conversazione Putin si è rianimato dal torpore ed ha ribadito le vere ragioni del conflitto, “anni di politica aggressiva della Nato mirata ad usare l’Ucraina come base anti-russa”. Già, come se lui avesse piazzato missili in Canada puntati sulla Casa Bianca, altro che barzelletta dell’aggressione. Putin si è detto disposto a negoziare ma tenendo ovviamente conto di quanto successo sul campo di battaglia negli ultimi tragici anni. E ci mancherebbe altro, ha perso un sacco di uomini, ha speso una fortuna, gli Occidentali hanno cercato di tirargli il collo e adesso i territori conquistati se li tiene e vuole pure garanzie sulla sicurezza russa. Certo, si poteva sistemare tutto senza sparare un colpo, ma il virus della guerra non è stato ancora debellato dal vecchio continente. E in attesa di novità, smack e dasvidania a Mr Scholz.