
(Stefano Rossi) – Ricordate quando il disegno di legge Calderoli giunse al Quirinale per l’ emanazione?
Apparvero articoli giornalistici con i virgolettati secondo cui, il presidente Mattarella, si sarebbe preso molto tempo per l’eventuale firma.
Passarono poche ore, solo due giorni, per la firma senza alcuna osservazione.
Ufficialmente il presidente Mattarella non rilasciò alcuna dichiarazione.
Quei virgolettati rientrano come i tanti misteri nei rapporti tra politica e giornalismo.
Oggi, il presidente Mattarella, si è sentito in dovere di giustificare il suo silenzio o, meglio, la sua scelta di non fare alcun controllo in merito al ddl Calderoli; visto l’intervento della Consulta su ben sette punti, del ddl, ritenuti incostituzionali (non essendo stata depositata la sentenza, non mi esprimo), oltre a cinque punti di interpretazione secondo la Costituzione.
“Sì, ho adottato decisioni che non condivido, è capitato più volte, il presidente promulga leggi ed emana decreti, ma ha delle regole che deve rispettare. Più volte ho promulgato leggi che non condivido, che ritenevo sbagliate e inopportune, ma erano state votate dal Parlamento e io ho il dovere di promulgare a meno che non siano evidenti incostituzionalità”.
Così Mattarella. Parole tardive rese oggi all’evento “25 anni di Osservatorio Permanente Giovani-Editori”, a Roma.
Ma come!
Siamo stati in tanti a rilevare evidenti punti di incostituzionalità sull’Autonomia differenziata. Quanto meno ci si aspettava un monito, un messaggio, una dichiarazione, visto che trasformerebbe la Repubblica in uno Stato federale al pari degli USA senza, però, averne la struttura e i contrafforti per funzionare.
Siamo cresciuti con tutti i costituzionalisti che definivano il Capo dello Stato quale notaio della Costituzione.
In questi anni, più volte l’ho spiegato, abbiamo assistito ad un ingigantimento del ruolo del presidente della Repubblica, a cominciare da Napolitano e Mattarella, ma senza alcun ampliamento dei loro poteri.
In questo caso, molto rispettosamente, devo rilevare con triste preoccupazione, che il notaio si è dimenticato di difendere i Principi Fondamentali della Costituzione.
C’è un’attrazione fatale della destra verso la criminalità… e della criminalità verso la destra… entrambe condividono il non rispetto di istituzioni , leggi . regole … liberi di fare ciò vogliono quando vogliono anche con la violenza … senza voler subire sanzioni….
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“Sì, ho adottato decisioni che non condivido, è capitato più volte, il presidente promulga leggi ed emana decreti, ma ha delle regole che deve rispettare. Più volte ho promulgato leggi che non condivido, che ritenevo sbagliate e inopportune, ma erano state votate dal Parlamento e io ho il dovere di promulgare a meno che non siano evidenti incostituzionalità”
Questo esimio BIS-presidente, come il predecessore, è già è stato eletto due volte eppure c’é scritto tutt’altro nell’art.85 che recita testuale al riguardo:
Trenta giorni prima che scada il termine, il Presidente della Camera dei deputati [cfr. art. 63 c.2] convoca in seduta comune il Parlamento e i delegati regionali [cfr. art. 83 c.2], per eleggere il nuovo Presidente della Repubblica.
Che vuol dire NUOVO nella lingua italiana?
”Diverso, nell’essenza o nelle caratteristiche, nelle manifestazioni, negli effetti, da ciò che c’era o che si aveva prima ” (tra le tante altre cose)
Quindi è chiaro che il nuovo PdR non può essere quello che c’era prima Chiaro per tutti a parte quelli del PD che prima fanno le valigie e giurano che non si può fare, e poi accettano senza battere ciglio quando ce li fanno stare.
Come mai il presidente si trova a dire che ‘erano state votate dal parlamento e io ho il DOVERE di promulgare a meno che non siano evidenti incostituzionalità’
L’articolo 74 della Costituzione dice invece che:
”’ Il Presidente della Repubblica, prima di promulgare la legge, può con messaggio motivato alle Camere [cfr. art. 87 c.2] chiedere una nuova deliberazione.
Se le Camere approvano nuovamente la legge, questa deve essere promulgata.”’
NON STA SCRITTO DA NESSUNA PARTE che ci sia bisogno di un’evidente ‘incostituzionalità’. Basta che la legge non gli piaccia E fornisca un motivo scritto alle camere.
Queste sono poche righe e sono state fatte così proprio perché CHIUNQUE le capisca.
E secondo l’art.87 il PdR rappresenta l’UNITA’ dell’Italia.
Il Presidente della Repubblica è il capo dello Stato e rappresenta l’unità nazionale.
Può inviare messaggi alle Camere [cfr. art. 74 c.1].
Indice le elezioni delle nuove Camere e ne fissa la prima riunione [cfr. art. 61 c.1].
Autorizza la presentazione alle Camere dei disegni di legge di iniziativa del Governo [cfr. art. 71 c.1].
Promulga le leggi, presiede il CSM, le forze armate, concede grazie, onorificienze ecc ecc ecc.
Di poteri ne ha più di un Supersayan.
Se si fa finta di non averne, è un altro discorso.
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caro spa…. ci stanno prendendo per @@!
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Il concetto di nuovo è probabilmente interpretabile, non che io sia d’accordo ad eleggere lo stesso presidente, ma nuovo potrebbe essere considerato come nuovo incarico, non come nuovo individuo…..di fatto, purtroppo, pare che non esista un esplicito divieto ad eleggere lo stesso presidente con nuovo incarico…..
Quanto al resto, mi sono chiesta spesso, se l’ intervento del PdR sulle camere possa limitarsi al rilievo di incostituzionalità di una legge, perché esistono probabilmente casi in cui una legge necessiti della supervisione di chi non è solo il garante della Costituzione, ma anche appunto rappresentate dell’ unità nazionale, capo del CSM, ecc, ruoli cioè che vanno oltre la “burocrazia “ dell’ adeguamento….una legge può per esempio essere scritta male o trattare argomenti che al tempo della scrittura della Costituzione non esistevano, e quindi credo che il PdR abbia il diritto/dovere di intervenire sul Parlamento in senso migliorativo data dalla sua figura esterna e di garanzia imparziale rispetto alla dialettica/scontro parlamentare! Perché quella legge avrà ricadute sui cittadini italiani e di questo dovrebbe preoccuparsi il parlamento ed il PdR, se il primo difetta, il secondo perché non dovrebbe intervenire?
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NO Alessandra, ‘nuovo’ non è ‘nuovo incarico’, si riferisce alla PERSONA, ovviamente.
Altrimenti avrebbero dovuto prevederlo esplicitamente nella costituzione e poi negli atti della costituente era chiarissimo che il termine 7 anni fosse una soluzione unica, anche perché altrimenti un altro Mussolini potrebbe andare al potere, farsi 2 mandati extra e rifare lo stesso tempo di potere che ebbe LVI tra il 1922 e il 1943.
Non prendiamoci in giro, è chiaro che non c’é mai stata la necessità di specificare che 7 anni di mandato non sono replicabili.
Questi pagliacci falsari, invece, sostengono che si possa fare perché non esplicitamente vietato.
I costituenti si stanno rivoltando nella tomba.
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Altroché notaio, volgare occupante di quella reggia di cortigiani vil razza dannata. Non è ancora arrivato alle bassezze di quella serpe infida di Napolitano ma è sulla buona strada.
E con tutti i difetti che ha la nostra magistratura, bisogna riconoscerle di essere rimasto l’unico baluardo contro l’arroganza e l’indecenza di una classe politica terribilmente inadeguata
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Che il Signore ce la conservi la Carta: al PDR in un provvedimento elementi di contrasto alla legge fondamentale possono anche sfuggire ma per fortuna esiste la Corte Costituzionale; il nostro modello non sarà perfetto ma l’equilibrio di pesi e contrappesi fra i vari poteri dello Stato sono una garanzia per tutti.
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