
(Marco Travaglio – Il Fatto Quotidiano) – Sapere l’inglese non è obbligatorio, tutt’altro. Ma parlarlo senza saperlo, magari scrivendosi a matita la pronuncia in italiano sopra il testo, è ridicolo. Però non è per questo che Raffaele Fitto, aspirante commissario alla Coesione e Riforme e vicepresidente esecutivo della Commissione Ue, ha fatto una figura barbina e l’ha fatta fare all’Italia all’Europarlamento (peraltro abituato alle performance […]
Chiagni e Fitto
(Marco Travaglio – Il Fatto Quotidiano) – Sapere l’inglese non è obbligatorio, tutt’altro. Ma parlarlo senza saperlo, magari scrivendosi a matita la pronuncia in italiano sopra il testo, è ridicolo. Però non è per questo che Raffaele Fitto, aspirante commissario alla Coesione e Riforme e vicepresidente esecutivo della Commissione Ue, ha fatto una figura barbina e l’ha fatta fare all’Italia all’Europarlamento (peraltro abituato alle performance di altri poliglotti, tipo Renzi). Il contenuto delle sue risposte alle rare domande vere – di una 5 Stelle e di un Verde – era molto peggio della forma. A un certo punto ha dovuto spiegare l’inspiegabile (almeno per i Paesi che non sono l’Italia, dove vige ancora il principio di non contraddizione): come può uno di FdI, che sul Pnrr si astenne a Bruxelles e a Roma dicendone peste e corna, aver fatto per due anni il ministro del Pnrr e ora assumerne la delega Ue? Alla domanda ha risposto comprensibilmente in italiano, l’unica lingua al mondo che consente la supercazzola, spiegando che il Nì ai 209 miliardi di fondi al suo Paese piegato e piagato dal Covid era un mezzo Sì, come quello dei fidanzatini che fanno i ritrosetti per accrescere il desiderio: “In quella fase avevamo perplessità e dubbi rispetto all’attuazione e ad alcuni aspetti collegati a delle evidenze che non erano chiare. L’astensione era una posizione di attesa. Posso dire che l’esperienza che ho avuto da ministro del Pnrr mi porta a dire che è un’esperienza positiva e quindi quella astensione, se dovessi votare domani mattina, sarebbe un voto favorevole”. Traduzione: quando nel 2020 c’era da votare su un successo di Conte, dovevamo dire che era una porcata; ma ora che i soldi li distribuiamo noi e grazie alla smemoratezza generale possiamo prendercene il merito, diciamo che è una figata.
Ce ne sarebbe abbastanza per rimpatriare col foglio di via questo free-climber della logica e del pudore, come già accadde a Buttiglione. Ma non succederà. Anche perché chi dovrebbe dirgli ciò che si merita, in primis il Pd, ha già ingoiato la Commissione von Sturmtruppen con tutta la scatola. Ed è a sua volta maestro di arrampicate sugli specchi per trasformare i No e i Nì in Sì e viceversa: sull’uso del Pnrr per comprare armi e sul via libera a Kiev per bombardare la Russia con i nostri missili riuscì a votare No agli articoli specifici e Sì alle risoluzioni che li contenevano. Quindi Fitto è in una botte di ferro. A meno che il Parlamento europeo non gli applichi il concetto di patriottismo appena illustrato dalla Meloni al sindaco di Bologna: “Se mi vede fascista non mi chieda aiuti”. Se le istituzioni e i fondi pubblici non sono di tutti gli italiani, ma proprietà private della premier, anche Fitto è roba sua: quindi bocciarlo non sarebbe uno sgarbo all’Italia, ma solo alla Meloni.
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Fitto, la quintessenza del democlientelismo leccese, figlio di cotanto padre, incoronato per diritto divino e regnante sul vasto territorio del sud della Puglia.
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Ha almeno parlato in un italiano senza accento leccese? Chiedo
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Fitto, Fitto… davvero Buio Fitto. 😁
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Era meglio mandarci il Su-22 FITTER.
Non è fighissimo?
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Roba contemporanea, ma vecchia Aereo, primo volo : 1966 – ritirato dal servizio 1998. Uomo, nascita 1969 – iniziata carriera politica 1990
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mah, considerato che Conte ha governato con quasi tutto l’arco costituzionale senza fare una piega e che quando stette con Salvini avallò addirittura i poi smentiti e ora vituperati decreti sicurezza e fu sostanzialmente compartecipe dei trattenimenti di persone a bordo (secondo la ferrea logica di Travaglio avrebbe dovuto dimettersi per manifestare la sua totale contrarietà non potendolo fermare).
Considerato che, quando estromesso da Palazzo Chigi, non si ricorda abbia fatto nulla per manifestare contrarietà alla scelta politica dell elevato di aderire al governo Draghi (oggi ritenuta il punto più basso toccato dal “traditore” Grillo) . Una scelta che più contraria e incoerente per i 5stelle non si può.
Be’ considerato questo, siamo al bue dà del cornuto all’asino, pure se hanno agito in stalle diverse.
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Tutto vero , ma qualsiasi cosa faccia Conte non e’ soggetta MAI ad alcuna obiezione di T. per implicito dogma dell’infallibilita’ e per “ amnesia “ del medesimo.
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Conte ha stipulato patti di governo e li ha portati coerentemente avanti, pur in presenza di provvedimenti non condivisi. Occorre anche ricordare cosa era il M5S in quel momento; non aveva ancora maturato una netta collocazione politica come ora.
La smemoratezza collettiva colpisce però selettivamente anche non ricordando chi “scese” a Roma per legittimare e benedire il governo dei “grillini” (Copyright Grillo) Draghi e Cingolani.
Considerando il peso che nel Mov. avevano Grillo e seguaci (peso che si è manifestato in modo nefasto nel voto on-line che auspicabilmente per l’ultima volta ha seguito la linea dell’autoelevato) Conte poteva ben poco se non provare ad anticipare una scissione che nessuno avrebbe davvero perdonato, perdendo nome e simbolo, lasciandolo alla mercè di Di Maio e soci (rivelatisi poi per quel che erano).
Nella situazione cilena in cui sta precipitando questo paese additare Conte, già bersaglio preferito del mainstream politico-mediatico e pure da fuoco “amico”, come colpevole di chissà cosa è davvero riprovevole se non almeno accompagnato da interesse personale…
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“..non aveva ancora maturato una netta collocazione politica come ora”.
Una scelta che ha portato quale effetto immediatamente visibile?
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Non tutto in politica si dovrebbe misurare con l’ “immediatamente visibile”…o con ciò che conviene…
Ci sono scelte e collocazioni giuste a prescindere dal risultato di breve termine, magari determinato da altri fattori, a volte anche non del tutto trasparenti…
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“secondo la ferrea logica di Travaglio avrebbe dovuto dimettersi per manifestare la sua totale contrarietà non potendolo fermare”
Abbi pazienza, ma tu che interpreti la ferrea logica altrui fai decisamente ridere.
Non sembri, date le banalità trite e ritrite che scrivi, uno in grado di capire Travaglio.
Parla per te, parla della tua logica, non ti avventurare in altro.
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Non è che io la interpreti, ma lui che la usa sempre addosso agli altri ed è lì da vedere, basta leggerlo un po’. Chiaramente, liberissimo di farlo come sono liberi di criticarlo chi, come me, pensa che la coerenza e l’opportunismo politico non siano argomenti tanto validi per una marchetta a Conte.
Non sono argomenti molto validi neppure per buona parte dei politici nostrani (quelli degli altri bisognerebbe verificarlo senza essere malati di esterofilia che sembra trasparire dalle righe di Travaglio qui).
E poi sappiamo bene tutti come funziona. A (maggioranza) propone; B, (opposizione) boccia di default (o nel migliore di casi si astiene). oppure B (maggioranza) propone e A (ora opposizione) fa la stessa cosa che faceva B prima.
Tutto questo a meno che non ci sia un palese ritorno politico nel votare con la maggioranza e sappiamo quali sono i casi e i limiti di ciò.
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“l’opportunismo politico non siano argomenti tanto validi per una marchetta a Conte”
E chi la farebbe la marchetta a Conte? Travaglio?
Le marchette non si fanno per averne un ritorno?
E per Travaglio quale sarebbe il ritorno?
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Riassumo con l’ evidenza dei fatti che sfugge agli smemorati: considerato che il M5S ha governato con quasi tutto l’ arco costituzionale, o meglio parlamentare, senza fare una piega, in ottemperanza con quanto dichiarato dal capo politico Di Maio e dal garante Grillo “ si governa con chi ci sta” durante la campagna elettorale, senza alcuna distinzione, quindi pure con quel pezzo mancante che avrebbe costituito il TUTTO dell’ arco costituzionale, senza il QUASI , il governo del paese e’ espressione di ministri nominati dal PdR , dopo indicazione non vincolante, del pdc, indicato dalla forza di maggioranza relativa e dagli alleati di governo! Il PDR può non accettare le indicazioni, come infatti avvenuto, perché la Costituzione stabilisce che la nomina sia una sua prerogativa! Il governo Conte 1 è nato da un contratto fra M5S e Lega, con Salvini ministro degli interni , ed i decreti sicurezza erano espressione di quel contratto. Il pdc si dimette quando non ha più una maggioranza parlamentare a sostegno del suo governo, quindi sarebbe spettato ai parlamentari 5 stelle, ai ministri 5 stelle, al capo politico, ministro e vicepremier, Di Maio o fare un contratto diverso che non prevedesse i decreti sicurezza o sfiduciare il governo compreso il pdc Conte! Perché il pdc non è un monarca e non può entrare nelle competenze specifiche di un ministro, soprattutto quando siano espressione di un contratto/ accordo fra due forze politiche PRIMA della formazione del governo, interlocuzione durata se non sbaglio un mese! Evidentemente, quel contratto prevedeva che ogni forza politica portasse a casa qualcosa del suo programma elettorale: Rdc, decreto dignità, decreti sicurezza, superamento della legge Fornero…….Governare con altri prevede un compromesso fra le parti, chi non è in grado di accettarlo , eviti di dichiarare si governa con chi ci sta, per poi pretendere le dimissioni del pdc, che ha altro ruolo…..Perché non si sono chieste le dimissioni dei ministri 5 stelle e del vicepremier Di Maio contro i decreti sicurezza? Avrebbero portato automaticamente alle dimissioni del pdc……Siccome Conte sta sul c…o, non per i decreti sicurezza, ma per altro, gli si scarica addosso ogni responsabilità, anche della conseguenza, paradosso, di voler/dover governare con altri, indistintamente con altri, e nello stesso tempo di fare come ci pare, quando la semplice matematica , da pallottoliere , dice che o hai il 51% oppure ti adegui alle richieste dell’ alleato di governo…..fate pace con il cervello, senza trovare capri espiatori alle vostre contraddizioni irrisolte, perché non esiste altra condizione: o governi con altri, attraverso il vituperato compromesso, oppure stai all’ opposizione…. Basta decidersi , senza lagne ed accuse pretestuose, a posteriori, a chi nel merito viene bastonato o perché solo nominato e non eletto, dimostrando evidente ignoranza di quanto previsto dalla Costituzione, oppure perché non ha fatto quello che spettava fare ai vostri infallibili beniamini, Di Maio e Grillo, che hanno deciso di GOVERNARE prima con la Lega e poi con il PD, dietro indicazione dei vostri/nostri voti di iscritti…..comodo pretendere di decidere e poi scaricare ogni responsabilità! E’ consuetudine italiota con o senza bollino a stelline!
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Ancora con ‘sta storia? E con chi avrebbe dovuto governare? Ricordi Renzi e i popcorn? O hai la memoria selettiva?
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La nuova normalità: i carri armati israeliani che entrano negli ospedali e la gente uccisa o costretta a sloggiare.
E’ evidente che all’Occidente non gliene freghi niente della strage in atto.
60.000+ morti, dicono, di fame. FAME. Chiaro? Io spero che non sia vero, ma cosa altro sta succedendo per smentire il genocidio in atto? Cos’altro deve succede di peggio?
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La BOMBA
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Oramai gli è permessa qualsiasi nefandezza, ovunque gli aggradi, tanto sono sempre loro le vittime
https://jonathancook.substack.com/p/the-medias-role-in-lying-about-amsterdam?utm_source=substack&utm_medium=email
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Se mi vede fascista non mi chieda aiuti”.
Siii… non chiedetele nulla…. sono fasci legati…difficile slegarli.
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Un GRAZIE alla Redazione di Infosannio
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La pacchia non è finita evidentemente . In Eu ,oggi il tema principale è il riarmo e la continuazione dei conflitti in corso , magari con l’aggiunta di qualche altro per non farci mancare niente. Con questa premessa , dove progressisti (si fa per dire) e conservatori sono all’all’unisono , è chiaro che anche se al posto do Fitto vi fosse Mussolini redivivo lo voterebbero ugualmente .
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Compartecipe dei trattenimenti: e sulla base di cosa sostiene questo, visto che l’allora Premier da un lato si adoperava in continuazione in sede europea per una redistribuzione fra i vari Paesi (…chi sbarca in Italia sbarca in Europa!) e dall’altro PER BEN DUE VOLTE fece invano pressione sul Ministro dell’Interno per assicurare al più presto un porto d’attracco sicuro facendo nel contempo IMMEDIATAMENTE scendere a terra i 27 minori? I fatti sono accertati, documentati ed acclarati, diversamente oggi a giudizio ci sarebbe anche Conte visto che oltretutto a quel tempo l’immunità parlamentare dietro alla quale Sslvini ha cercato di nascondersi nemmeno ce l’aveva, e quindi ci fosse stato un appiglio anche minimo per condurlo alla sbarra sarebbe stato di sicuro utilizzato.
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Vabbè………
la figura di quest’uomo è così fittamente triste che non mi va nemmeno di commentare.
piuttosto …..
Qualcuno di voi sa qualcosa del ponte sullo stretto?
È un bel po che non se ne parla più e comincio ad essere quasi preoccupato…🤔🎢🎪
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di Alessia Candito, Antonio Fraschilla – repubblica.it) – Due lettere molto dure firmate dal presidente dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia, Carlo Doglioni. Due lettere che non solo smentiscono «qualsiasi coinvolgimento dell’Ingv come istituzione» nell’analisi del rischio sismico e di faglie attive nel progetto definitivo del Ponte sullo Stretto. Ma denunciano anche la mancanza di «esami approfonditi» e coefficienti sottostimati rispetto alla pericolosità dell’area tra la Sicilia e la Calabria. I due documenti sono stati inviati da Doglioni in risposta ad alcuni quesiti posti dal deputato di Alleanza verdi e sinistra Angelo Bonelli. Tutto nasce dalla documentazione allegata al progetto definitivo del Ponte. In un elaborato consegnato al ministero dalla società Stretto di Messina, in risposta a un quesito sul rischio sismico e sugli studi geofisici dell’area presentato dalla commissione Via del ministero dell’ambiente, si fa riferimento a «una relazione del dipartimento di Scienze della terra della Sapienza di Roma e dell’Ingv» con tanto di aggiornamento delle analisi sismiche. Il deputato Bonelli ha quindi chiesto al presidente Doglioni gli studi fatti dall’Istituto per la società Stretto di Messina sulla «presenza di faglie attive nell’area del Ponte» in risposta ai dubbi posti dalla commissione Via su una prima bozza di progetto. Si scopre, per le vie informali, che due ricercatori a «titolo personale» erano stati autorizzati a fare degli studi bibliografici da parte dell’Ingv, all’interno di un protocollo che riguardava però solo la consultazioni di dati in possesso dell’Istituto. Ma c’è di più, perché Doglioni entra nel merito delle possibili faglie presenti nello Stretto, come quella chiamata Cannitello dove dovrebbe poggiare il pilone del ponte lato Calabria: una faglia che compare nelle stesse mappe del progetto ma viene definita non più attiva in base alla bibliografia esistente. «Relativamente alla faglia Cannitello — scrive il presidente dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia — per valutarne la potenziale attività sarebbe necessario effettuare studi tramite trincee paleosismologiche che non risultano allo scrivente essere state realizzate recentemente da personale Ingv».
La corrispondenza, su carta intestata della Camera e dell’Istituto, non finisce qui. Il deputato Bonelli chiede anche lumi sui dati degli ultimi due grandi eventi sismici in Italia, l’Aquila e Amatrice, e sui coefficienti di resistenza alle accelerazioni sismiche presenti nella progettazione del Ponte. «Nella documentazione disponibile come riferimento di terremoto per il progetto del Ponte l’accelerazione al suolo utilizzata risulta essere di 0,58 — scrive Doglioni — a l’Aquila si sono registrate accelerazioni fino a 0,66 e ad Amatrice fino a 0.95. Ma lo Stretto di Messina può essere epicentrale per eventi sismici con accelerazioni facilmente superiori a 1 ma possibili anche fino a 1,5 — 2». Tradotto: il riferimento utilizzato nella progettazione per la tenuta dell’opera in caso di terremoto è inferiore. Bonelli ha subito inviato le due lettere di Doglioni al Cipess, l’organismo interministeriale presieduto dalla premier Giorgia Meloni che dovrà dare il via libera definitivo al progetto. Ma le missive sono state inviate anche alla commissione Via, che la settimana prossima è chiamata a dare un parere sul progetto definitivo, e alla commissione Grandi rischi della Protezione civile: «Meloni non può più stare in silenzio di fronte a quello che sta emergendo — dice Bonelli — l’Ingv non è stata coinvolta nella valutazione di un’opera così importante e unica al mondo e Doglioni denuncia chiaramente la mancanza di esami e coefficienti sottostimati. La premier deve dare una risposta anche sulla deroga all’inedificabilità prevista da una circolare della Protezione civile su opere su faglie sismiche».
L’esponente di Avs ha già presentato un primo esposto alla procura di Roma, ma questa documentazione firmata Doglioni è nuova: «Ed è allarmante — conclude il deputato — perché stiamo parlando di una infrastruttura che costerà 15 miliardi di euro di soldi dei cittadini e penso sia normale avere tutte le rassicurazioni sulla tenuta e sulla fondatezza del progetto». – Dato che sono dei deficienti, andranno
avanti –
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all’ue non interessa l’intelligenza e/o capacità del rappresentante italiano. interessa solo il grado di piegatura sua e del governo che rappresenta. che, ad ora, non si sposta dai 90°. quanto al pd, neanche la settimana enigmistica riesce a trovare la definizione.
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@ Alessandra – mi spiace, ma a me non compare Rispondi sotto il tuo commento. Quindi, metto come nuovo post.
Ci sono diverse cose su cui ribattere circa quello che hai scritto, ma sarebbe polemica e comunque il punto nodale è: governare con chiunque ci stia? E se ci stesse Casapound? 😊
No, non funziona così anche se (e qui con me sfondi una porta aperta) in politica il compromesso è necessario. Ma tra visioni vicine; tra quelle lontane è un gioco di comodo che poi finisce male (tipo farsi sottrarre i voti da Salvini o passare alla velocità del pensiero dal 33% al ??? … vedremo).
E poi chi ha detto che il PDC non può dimettersi motu proprio se lo ritiene? Draghi si è pure dimesso con tutti i voti di maggioranza ancora disponibili (Conte no, si è dimesso perché non è riuscita la campagna di ricerca “responsabili”).
Draghi lo ha fatto per ragioni politiche: i voti c’erano ma lo stavano usando per fare campagna elettorale e ha detto no. E ha fatto bene.
Draghi si è dimesso con tutti i voti ancora lì, tanto è vero che Travaglio, con lui arrabbiato per avergli maltrattato l’amato, gli ha sostanzialmente dato del coniglio a più riprese per essere “scappato” (per giunta con il broncio per non essere diventato PDR: mah … ).
Invece non è scappato né ha tentato il mercato delle vacche tentato anche da Conte (che a sua volta l’ha fatto poi in buona compagnia, va detto): ha detto no a qualcosa di inaccettabile.
Quindi il PDC si può dimettere eccome con tutti i voti ancora sul piatto ed è un gesto forte, forse l’unico che ha a disposizione davvero visto che non ha poteri diretti sui ministri e sulla compagine che sostiene il governo.
Non sto facendo l’apologia di Draghi. E’ solo l’esempio più vicino, tangibile e legato alla situazione che si possa fare.
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