(Tommaso Merlo) – Di questo passo voteranno solo i politici e i loro tifosi, giornalisti compresi. Fino al giorno in cui il sistema partitocratico crollerà per indifferenza popolare e si ricomincerà finalmente da zero. Anche questa sarebbe democrazia, cambiamento radicale ottenuto ignorando partiti e classi dirigenti sempre più imbarazzanti. Del resto siamo piombati in una deprimente telenovela alla matriciana. Altro che Berlusconi male assoluto, raggiunto il fondo si son messi a scavare. Ormai ignorarli è diventata legittima difesa e non votare la forma di protesta più utile perché manda un messaggio chiaro: questa politica non è degna nemmeno di una crocetta. In una democrazia sana a cambiare deve essere la politica, non i cittadini che non votano proprio perché sono già cambiati o meglio evoluti al punto da non riconoscersi in nessun partito. È così che si cresce come paese. Tapparsi il naso serve solo al vecchio sistema per galleggiare. Poi c’è anche un aspetto pratico. Oggi votare non serve a nulla. In campagna elettorale ti promettono un sacco di fregnacce e poi una volta piazzate le chiappe al caldo fanno quello che vogliono e quello che possono. E cioè sempre meno perché il vero potere è migrato altrove. La politica è rimasta senza soldi, senza idee e senza nemmeno lo scettro. Siamo una colonia americana, un soldatino della Nato, una grana per l’Europa e un boccone prelibato per i mercati finanziari. E quel poco di sovranità che ci rimane è fagocitata dal pensiero unico neoliberista che premia il conformismo politico, giornalistico e perfino esistenziale. E quel poco di sovranità che ci rimane viene fagocitata dal turbocapitalismo con la politica sotto ricatto dell’economia lobbistica e finanziaria. Già, la democrazia è in crisi profonda perché non rappresenta e non serve più i cittadini. Tempi davvero cupi, ma eccoci al mesto test ligure. Nonostante il precedente governatore di centrodestra sia stato arrestato e abbia patteggiato, le urne hanno premiato la sua coalizione. I tifosi sono così, gli interessa solo che vinca la propria squadra a prescindere. Sono loro il vero problema democratico, non gli astensionisti. Sono i tifosi che permettono ad un sistema e ai suoi protagonisti di galleggiare senza rispondere dei loro fallimenti. Il centrosinistra ha perso, ma lo zoccolo duro piddino spicca nel deserto elettorale. Altri tifosi ma di natura più ideologica che in un paese sempre più anziano persistono. I cespugli nel frattempo litigano tra loro mentre i resti del fu Movimento si squagliano sempre di più. Scene davvero deprimenti. In Italia ma non solo siamo ad un bivio storico. Il sistema politico è superato e ritenuto indegno dai cittadini e come ogni sistema non sa e non vuole cambiare. Vorrebbe giusto che i cittadini si accontentino del male minore ed abbocchino al marketing elettorale. Un esempio su tutti. Negli Stati Uniti la Harris rischia di perdere le elezioni perché complice del genocidio a Gaza e il sistema anche mediatico se la prende con tutti coloro che stanno a casa oppure votano il Green Party perché non vogliono sporcarsi le mani di sangue. Li accusano di voler far vincere Trump. Ma è la Harris che dovrebbe cedere, non i cittadini. In una vera democrazia sono i cittadini che modellano la politica e non viceversa. Ma la Harris preferisce accontentare la lobby pro Israele che gli ha sponsorizzato la carriera. Un caso davvero emblematico della nostra epoca. Anche imporre solo due partiti o coalizioni sostanzialmente identiche in un’era di pensiero unico, è un trucco con cui il banco vince sempre. Per uscirne non ci sono ricette magiche. L’astensione è una ragionevole reazione temporanea, ma la soluzione è che la società civile lanci nuovi progetti politici espressione delle sue nuove consapevolezze. In Italia ma non solo si era già intrapresa quella strada col fu Movimento ma dopo anni turbolenti ha prevalso la restaurazione e rieccoci in questo pozzo. Nessun dramma, la storia insegna come nulla può bloccare l’evoluzione popolare che prima o poi trova sempre nuove vie per esprimersi. È che sovente si procede a balzi anche a causa della resistenza dei conservatori e di tutti coloro che si arrendono strada facendo o preferiscono godersi il proprio posticino al sole. Già, è solo questione di tempo e l’astensione di massa un ottimo segnale. I cittadini oggi pretendono una politica nuova e una democrazia vera e quando capiranno che spetta a loro costruirle, la storia si rimetterà in moto.